giovane critica - n. 29 - inverno 1971

90 7. Il concetto d1 "zona omogenea", che v,ene riproposto, ad esempio. come sede d1 spec,f,che rivend1caz1on, e d1 prec,se aggregazioni d1 movimento. deve evitare d1 essere costruito, sia dentro amb1t1 d1 1nd1fferenztata e trad1z1onale appartenenza temtoriale (c1ttachn1 d1 Reggio). sia sulle moderne coordinate del comprensorio d1 sviluppo cap1tal1st1co.Nell'uno come nell' altro caso, te forze proletane avrebbero un ruolo subalterno rispetto all'egemonia del campan,lismo reazionario o del produtt1v,smo modernizzante. La stessa anahsi della rivolta regg1na, all'interno dei suo, torb1d1 sviluppi, puo suggenrct, 1n mento, st,moli per riflessioni e approfond1ment1. Certamente, a Regg10, "corso Garibaldi" ha strumentalizzato 11"rione Sbarre". Ma sembra che non sia cosa d• poco conto ,I fatto che. nel mentre tutla la città s1unificava 1nun esaspera· to senso di 1dent1ta territoriale, tn realtà l'orgarnzzaz,one della "resistenza", operava azIonI di separatismo interno, che si concretavano nell'indipendenza della "Repubblica di Sbarre" e del "Granducato di Santa Caterina". Forse non può esserequesto un segno del fatto che, la ng1da e profonda gerarchizzazione dei redditi, combinata con una sconvolgente ristrutturazione della città meridionale avvenuta secondo le leggi d1 un mercato edilizio ricco e d1 prestIg10, ha creato verticali spaccature ua le "riserve" della povert.1 popolare e gli inaccessibili "quartieri alti" delle nuove oligarchie, spaccatura cosi oggettiva, cosi radicale, che non si riesce ad annullare nemmeno nei momenti di piU appassionata e nevrotica solidanetà campanilistica' Oual e il tipo di comunità d1 vita. d1 bisogni materiali, il grado di omogeneita nella segregazione, delle borgate e delle fraz10• n, che assediano le citta, de, quartieri poveri che si inserisco no 1n esse> Come possono essi costituire una "zona d1 clas• se", un territorio d1 rivendicazione e d1 movimento autonomo e socialmente carattenzzato? Una "repubblica d1 Sbarre". costruita sulle rivendicazioni di classe d1 quel proletariato, avrebbe potuto conquistare corso Ganbaldi, spazzando via i suoi personaggP La seconda cons1deraz,one cI v,ene suggerita dall'insuccesso che hanno avuto gli agitatori del capoluogo nei loro sforzi d1 allargare la rivolta nella prov1nc1adi Reggio ( Quaderni calabreii n. 15-16 • Reggio· la città e la provincia).Costoro infatti sono stati bloccati a Palmi, a Rosarno, a Cittanova. a Taunnova, a Pohstena. dove braccianti, edilt, contadini, studenti, disoccupati, si sono r1f1utat1, senza mezzi termini. di battersi per"il prest1g10de, padroni della città". Forse che questi proletari hanno tratto la loro convinzione proprio dal· la constatazione che "i loro padroni sono in città"' Senz'al• tro questo fatto può nvelare l'indebolimento che ha subito il tessuto trad1z1onale di controllo dell'agraria sulle campagne, la mafia è diventata sempre più "cittadina", i professionisti, mediatori polit1c1 trad1z1onal1nel comune contadino. si sono In gran parte inurbati, l'estremo impoverimento delle strutture d1 servizio nei comuni della campagna ha ridotto la presenza ed 11peso del terziario, la proletarizzazione vertiginosa dei comad1n1 proprietari ha contribuito ulteriormente a semplif1· care il profilo sociale di questi agglomerati, in cui hanno re• sist1to i "buzzurri", cosi che la comunità abitativa tendereb· be a coincidere sempre più con la comunità sociale. E' orma, largamente provato. del resto, che, con un minimo d1 quallf1caz1one d1 classe degli obiettivi e tracciando facili ed elementari discriminanti politiche e sociali, comuni intieri delle campagne meridionali esplodono 1n lotte nelle quali l'egemonia proletaria e indiscutibile. Se queste considerazioni risultassero confermate da una veri· fica estesa e precisa, sarebbe possibile. forse, tracciare la map· pa di "zone sociali omogenee" da mobilitare con l'azione di· retta. con forme nuove di organizzazione democratica di massa. partendo da rivend1caz1on1 specifiche che, per la loro qualità sociale e per il loro modo proletario di imporle (contrapposto al farsi portatori di "suppliche" dei notabili). po· trebbero essere garantite contro deviazioni negative. Non solo esse non entrano In concorrenza tra di loro, ma si prestano a generalizzazioni unificanti, capaci di superare 11localismo e l'occasionalità assistenziale della concessione del cantiere di 11mbosch1mento o della strada di penetrazione. per assumere ampio respiro politico e tracciare prospettive di una qualità alternativa d1 sviluppa, coincidente con una gestione diretta• mente comunitaria delle risorse. 8. I compagni sardi, ad esempio, (L'università contadina, ed. Nuova Sardegna · Cagltari). incominciano a suscitare I fermen· ti e disegnare i primi tratti di una alternativa secca e globale, estratta dalle innumerevoli lotte dei comuni della Barbag1a, dal• le an,mate discussioni nei molti "circoli culturali", dalle riven· dicazioni gridate nelle assemblee popolari, dalla tormentata ricer· ca di intellettuali che non hanno avuto paura di scavare con le proprie mani nel dolente passato della loro terra per estrarre ger· mi vitali di futuro. Con un discorso, nutrito di argomenti, che apre al possibile una alternativa violentemente e culturalmente repressa, essi afferm•

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