giovane critica - n. 29 - inverno 1971

Pino Ferr1ris cratica. Ma quando si parla di organizzazione di pochi e ampi sistemi metropolitani, non bisogna pensare solo all'industria, alle grandi infrastrutture. ad un esteso e riqualificato terziario, ma occorre tener presente l'osservazione che emerge dall'analisi dei compagni del Contro di Coordinamento Campano: "Va notato che all'interno di questa stessa area di sviluppo il massimo incremento della produzione agricola si e realizzato proprio nelle aree destinate al massimo sviluppo industriale". 11nuovo schema di intervento dell'ENI nella Sardegna Centrale. ad esempio. non ripete certo il modello di rapporto con l'ambiente dell' ANIC di Gela. 01 quanto si può ricavare dallo studio dell'lsvet sull' "area di influenza del nucIeo industriale della Sardegna Centrale". appare come 1'ENI, ad Ottana, tiene in attenta considerazione i problemi di ristrutturazione dell'economia agro-pastorale, nel senso dello sviluppo dell'"impresa capitalistica pastorale". Il documento afferma che "con l'approvazione della legge sui fitti agrari, si sono create te premesse per il superamento di questo fondamentale ostacolo (gli anacronistici rapporti tra impresa e proprietà • n.d.r.) ad uno sviluppo dell'impresa pastorale". Questa evoluzione dovrà passare attraverso ''I' am· pliamento della base aziendale", sancire la "fine della transu• manza", realizzare "i miglioramenti dei pascoli, la formazione di capitale fisso, l'estensione delle foraggiere ad integrazione delle risorse naturali, ecc.". Ciò comporta l'alleggerimento ulteriore delle forze occupate nella pastorizia, riducendo soprattutto la presenza dei "lavoratori indipendenti e coadiuvanti" (oggi il 70 per cento degli attivi nel settore). favorendo l'aumento di lavoratori dipendenti salariati, a condizioni dignito• se, utilizzando, dicono i ricercatori,"ratteggiamento favorevole, diffuso soprattutto presso i giovani, verso il lavoro dipendente". Una analoga impostazione si ritrova nello studio realizzato in previsione di un insediamento industriale nella zona di Lamezia Terme (2). 121Oalta "Analisi dei problemi soc10-econom1c1 connessi affm~• d1amento mdustriale nella piana d, S. Eufemia Lamez1a". togliamo queste interessanti cons1derazion1: ··La caratteristica fondamentale dell'agr,coltura dell'area cons.s1e nella netta distinzione dell'&gricol· tura della P,ana da quella collinare. Ouest'ull1ma infatti per te carat1enstiche naturali del terreno non si presta a 1rasformaz10n1 rachcati tah da au• meni are , coefhc1en1, tecn1c1di capitale immesso nelle cullure e mecc an,zza,e le COl11"118Z,On1. Pertanto, sia dalle prev,s,on, d, pian, s1stemai1one dell'a9f•C01tura italiana IP1ano Verde 1·e 2· I. Madalle 1nd1cazion1pro11enien11dalla CEE. è facile P,91/eclf'te ,I comple10 .t>bandono d1 Ques1, teneni e la toro trasformazione Cl lloedli • peacoli. L• prOIP81tive deUa pianura in11ecesono più fa'llorevol,. 85 3. Gua11potranno essere le conseguenze sociali e pol1I1che dell'avanzare di questi indirizzi. di queste linee di tendenza1 Net 1970, menti e Agnelli, P,relli, l'Industria d1 Stato. lancia• vano verso 11Sud rl pacchetto della contrattazione programma· ta. mentre si delineavano I nuovi 1nd1rizz1d1 ut1l1zzaz1one della Cassa. mentre il Parlamento approvava la legge De Marzi• Cipolla sutl'aff,tto dei fondi rustici, esplodeva Reggio Calabria, poi L "Aquila ed infine venivano i risultati elettorali del 13 giugno 1971. che portavano 11MSI ad essere d primo partito in una città come Catania. Alla fine del 1969 Pasquale Saraceno, In una occasione so· lenne e ufficiale, come la '"Fiera del Levante" di Bari. teorizzava con brutale franchezza I termini del dominio neo-coloniale sul Mezzogiorno. Non solo l'accresciuto dualismo del s•· sterna non offre al Sud alcuna possibilità di poter contare su risorse autonome per un decollo economico. ma occorre prendere atto che. tra le due aree, si è accentuato lo "scarto di potere politico". "Il potere e il prestigio delle etite locali ri· sultano. quindi, irrimediabilmente in decadenza". E continua: "Nelle zone di emigrazione. dunque, si assiste non solo alla rapida decomposizione delle forme tradizionali di integrazione sociale, ma anche ad un processo di disgregazione che investe nel suo insieme il sistema sociale e che si riflette in una sostanziale incapacità di formulazione e di sostegno della do• manda politica". Quindi "in una situazione regolata nel modo ora descritto, non mancano azioni rilevanti a favore dell'area non industrializzata. Tali azioni sono peri, dettate da/J"interesse Un profondo processo d, trasformazione sta 1n11estendo tutta la zona p1anegg1ante con notevoh m1z1a1,ve d, 1mprend1ton agrari. buona pane de• qvah esterni alla zona". Calcolando che la trnformn1one agricola della Piana ldove si insedierà l'mdustnal r1ch1eda almeno 8 m1l1ard1 d1 ,n11estiment1 "'cifra non lac:,lmen1e reper1b1le nella zona", è qumd, da ri• 1enere che l"ultenore w,luppo della agricoltura della pianura debba essere legato da uller10rt 1nves1tmen11d1 cap1tah pro11en.ien11dall'esterno··. ··oa un'indagine diretta nella zona, è emerso che I p1ccoh proprieu,r, hanno normalmente, loro podeu nella zona collinare. che produce redd1t1 ,rr1SO• "'·· Sembra rag1one,,,01epresumere, qu1nd1, che. ,n presenza d1 una congrua offerta d1 posti di lavoro nell"mdustr,a e nel terziano SIdovrebbe 11enf1care un esodo dall"agr1coltura pan almeno at numero degli adde111 alla propne1a p1ccolo•coltivatr1ci, che nella zona comspondono al 25 per cenio della !orza lavoro occupata ...". Po, s1aggKJnge: "Il processo d1 mdustr1ahzzazione deve essere av111atocon tempest111ità. par1llelamente ad una p1u accentuala E!IIOluz,onedell'agricoltura che mm a irasformare le az,ende agrane ancora 1nelf1cient, 170 per cento del totale), ,n aziende d1 d,mens1on1 economiche e territoriali adeguate. evitando con ciò, ,n prospett111a, uno squ,hbno Ira un'industria moderna e un'agricollura arre1rata. Ciò si ripercuoterebbe 1nev,1ab1lmente sull'industria stessa".

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