giovane critica - n. 29 - inverno 1971

80 Cesdi Contro l'industria culturale Guaraldi, 1971. pp. 291, L. 2 000 L'INDUSTRIA DELLA COSCIENZA WILLIAM GORI Corne funziona la macchma dell'organ1zzaz1one della cultura' Come s1 struttura e si articola 11campo intellettuale' Queste due domande sono all'or,gine del volume che 11Centro d1 OocumentaL1one e d1 Studi sull'Informazione (Cesd,, via Fabio Massimo 60. Roma) ha curato per le ed1z1on1 Guarald1. Il volume s, d1v,de in He parti. La prima parte raccoglie quattro schede che presentano 1n rapida sintesi le caratteristiche strutturali d1 quattro settori dell'industria culturale In I talla la rad1otelev1s1one.11cinema. la stampa quot1d1ana, l'e· d1toria libraria La seconda oarte contiene un saggio di H.M. Enzensberger, Fonaamenti di una teoria socialista dei mezzi di comunicazione di massa. La terza parte infine riporta un questionario inviato nell'estate del 1970 a circa cento 1ntellet· tualt soc1olog1e operatori culturali, seguito da alcune delle ri• ~oste pervenute L'indagine del Cesd• parte dalla constatazione che la sinistra ha accumulato un notevole ritardo per quanto riguarda una teoria moderna dei mezzi d1 comunicazione di massa e dunque una strateg,a culturale adeguata a tali possibilità. Il volu· me non fornisce gran che in posirivo, come riconosce Giovan• nI Beche1lon1nella nota che chiude il hbro. Esso peri:> indica con forza alcuni temi, dibatte e dall'interno una tematica viva e attuale: quella degli operatori culturali che agiscono nelt'amb1to dell'industria della coscienza. la forza e 11ruolo "formativo" d, tale ,ndustria appare da al· cune cifre. Prendiamo la Televis1one. una "macchina perfetta". Essa è passatada 179.000 abbonati (1955) a 9.016.000 abbonati (1969). Il 77 per cento della popolazione adulta fa uso della televisione, mentre tale percentuale è del 53 per cento per i quot1d1ani e del 29 per cento per i ltbri. la nomina a Diretto• re Generale e alle altre cariche direttive dell'ente rad1otelevisi· vo. scrivono giustamente I collaboratori de1 Cesdi, assume un rilievo e un significato politico generale non inferiore a quello della nomina a Governatore della Banca d'Italia e a Presidente dell'lri. "Bisogna aver vissuto poche settimane in stato di atelev1s1one - come e 11caso d1 molti francesi in vacanza - per rendersi conto, riprendendo contatto con i programmi, del posto esor· b1tante che occupa il tubo catodico nei nostri meccanismi in• tellettual1 e ne, nostri rapporti sociali" (Paul Guimard, L'Ex· pressi. Hans M. Enzensberger. nel suo saggio. rincara la dose. Egli dice che lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di mas• sa. per la loro stessa natura d1 industria, va nel senso di un aumento sempre maggiore delle informazioni fornite. in un Dogana Alimentare un "movimento" o chiedere degli spazi possibili? Ouesro nodo politico centrale, stando al contesto degli interventi. rimane irrisolto. Gli intellettuali di sinistra parrebbero piuttosto liberali. chi può faccia (alias: chi può intrallazzi) senso cioè "antisettario". "Il potere di mobilitazione è il palese segreto dei mezzi elettron1c1. è il fattore politico decisivo ( ...). Quando d,co mobilitare mtendo dire mobilitare (...) rendere c1oè gli uomini pili mobili d1 quanto non lo siano in realtà. Liberi come ballerini, pronti come calciatori, improvvisi come un agguato. Chiunque pensi alle masse solo come ·oggetto· delta politica, non riuscirà a mobili tarle: se vorrà mandarle in giro. si renderà conto che, invece. alla stregua d1 pacchi postali, esse si possono spingere soltanto avanti e indietro. Le marce, gli incolonnamenti, le parate, nonostante la loro apparenza ·dinamica·. in realtà immobilizzano la gente'". Le risposte al questionario offrono un quadro reale della cond1z1one intellettuale in Italia. delle sue contraddizioni, delle sue impotenze. Si leggano ad esempio te pagine che G1ampie· ro Oell' Acqua dedica alla "professione" del giornalista. Secondo Franco Fortini compito dell'intellettuale e da un canto indicare la parte dei lavoratori "come lui alienati e sfruttati" con cui schierarsi; dall'altra operare "con i sistemi di cui dispone". esaltandone la pur contraddittoria specif1c1tà Simonetta Piccone-Stella fa notare che parlare d1 "intellettua· li" come fossero un corpo omoge11eoè inesatto, e ciò in ragione delle gerarchie che li dividono, ancor pili differenziate di quelle presenti in fabbrica. Da un lato il vezzeggiato consu• lente editoriale, dall'altro il traduttore pagato alle calende greche; da un lato il giornalista con un fior fiore di privilegi, dall'altro la "giungla" (Dell'Acqua) de, pubblicisti e degli apprendisti. 11questionario è molto critico nei confronti dei partiti di sinistra. di cui si dice che coprono "oggettivamente" la razionalizzazione in atto nel settore. Qualcuno fa notare che è piuttosto velleitario ipotizzare gli elementi di una politica cui· turale alternativa senza tener conto delle forze organizzate che si riconoscono negli istituti storici del movimento ope• raio e si esprimono attraverso i suoi canali. Alimentare un "movimento" o chiedere delle "riforme". degli spazi possibi· li? ( Nei confronti dei quali qualcuno degli intervenuti mostra un'albagia sprezzante face'"ldoci sapere che per lui avrebbero v~lore esclusivamente "strumentale" in attesa della palingenesi). Questo che era il nodo politico centrale, rimane. stando al contesto degli interventi, irrisolto. Gli intellettuali di sinistra sembrerebbero piuttosto liberali, chi può faccia (alias: chi può intrallazzi). Franco Ferrarotti suggerisce agli 1ntellettuall di "gagner leur croUte" altrimenti, Come Svevo con le suevernici. Giovanni Bechelloni conclude proponendo come obiet·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==