disegno argomentativo. Perché questo é il punto. che deve essere raggiunto: Sciascia ha una sua tesi da p(Oporre, una confessione mediata da registrare, mescolando il thrilling al cahier de doléances; o più esattamente, utilizzando il thrilling per sottoporre l'elenco dei propri possibili reclami - al modo di un Courier mai soldato, dunque con meno memorie addos• so e con meno rancori ma certo con molti più sgomenti es• sendo meno vecchio (poiché dentro a questo suo racconto, inzeppata, suona continuamente al vertice una irrequitezza della ragione che produce dissonanze violente. stridori, barlu· mi di discorsi, intuizioni ecc.). Dunque il passaggio dalla lupara al revolver (rivoltella, pistola beretta calibro x o altro) si accompagna a un contemporaneo passaggiodalla campagna alla città - un passaggio, conseguente, dalla oppressione alla pressione programmata e più subdola; l'obiettivo si sposta a seguire il o un bersaglio in continuo movimento e mescolato fra la gente. come un uccello in branco e non isoltato su un ramo: "in un grande magazzino... o dove le tante porte, gli ascensori, le scale mobili e soprattutto la folla consentiva di confondere ecc."; un certo affanno nei movimenti dei personaggi presuppone la pre• cisa angustia dell'autore che si accorge di non essere più in sintonia col solito paesaggio, non più servito dall'iconografia tradizionale all'interno della quale si sentiva protetto o magari sicuro. Ci accorgiamo di una inquietudine ambigua e un po' incerta che connota il discorso (l'ho appena sopra accennato); ci accorgiamo di sbalzi d'umore - un borbottio da cane sdraiato accanto al fuoco, quando sente rumori lontani o un passo lontano. Tale atteggiamento. o questa disposizione. connota il pessimismo in senso classico: abbastanza feroce con il nuovo da sperimentare, sulla base di precedenti delusioni. Tuttavia questi sbalzi d'umore, frequenti, abbastanza rilevanti e alle volte veramente irritanti (ricordo come è trattato, con trasandatezza isterica. un personaggio qual è il Pontormo, di una stravolgente drammaticità oltre che di travolgente grandezza, chiuso nelle sue ire e nei suoi silenzi, stilita di grande ingegno dentro al verde profondo degli orti fiorentini; ancora: come è liquidato il romanzo manzoniano, con l'abulia uterina di un ricordo liceale, fra i1 lusco e il brusco, in modo definitivo; senza neppure far presumere o presumere sia pure stridendo che quella "noiosità" è una delle poche isolate, nel gran mare dei fogli a stampa, che aiuti in tutti i modi. profondamente bruciando. gli uomini a invecchiare e a morire); questi sbalzi 75 d'umore, dicevo. non Il prendere, troppo per buoni. o per sostanza vera del discorso. Un umore, così come una rabbia. può essere destmato a scomparire o a essere r1assorb1to. R1ferendom1 al punto b 1nd1cato all'1niz10, voglio dire che l'esp11t de finesse è anch'esso un moralismo cond1z1onato o contrab· bandato dalla verve; e che 11pess1m1smo.si può magari affermarlo con la pezza d'appoggio d1 riferimenti celebri, chiede la volontà o semmai la possibilità d1 sorridere "duro" p1uttO· sto che quella d1 indignarsi "teneramente". In altre parole esprit de fmesse e pessimismo sono due m1mes1d1 uno stato d'animo che presuppone l'ironia, non già la rabbia, come com· ponente sostanziale. Sono anche disposto a riconoscere che il pessimismo. più della tranquillità che s1affida al luogo comu• ne dell'idea, o più dell'ottimismo generico o generalizzante che si accende e si spegne come un'insegna luminosa, ha un occhio nel futuro e una memoria infallibile e può alle volte prevenire certe domande del tempo; può anticiparle. se accompagnato dal giusto complemento dell'esprit che è dopotutto, forse, una concessione voluta alle ragioni dell'avversano; una disponibilità. Circoscritto cosi il quadro, sia pure per sempli• ci accenni, vorrei dire che Il contesto affronta un gro~so problema disponendosi in un modo nuovo - o affatto pro• vinciale; e che m questo impegno le connotazioni d'umore marginali, 1 semplici clic sentimentali abbastanza ovvi scadono a puri referti e vengono riassorbiti alla fine. Il problema di fondo è il potere; direi meglio: non più soltanto 11potere ma l'autoritarismo del potere e non l'astratto autoritarismo 1den· tif1cato e raccontato anche dalla pubblicistica ufficiale. ma l'autoritarismo bieco e quindi più tragico. angoscioso a ltvel• lo patologico, continuamente premente in quanto, appunto, alla superficie accattivante sorridente mellifluo ubiquo anche se onnipotente e onnivoro. Non più il potere, e l'autoritarismo che ne promana, identificato, contrassegnato da tutti i suoi marchi d'infamia. ma il potere fantasma, il potere mime· tico, sdoppiato, sul sorriso durbans, capace perfino di colpire se stesso e se stesso processare nella sua frenesia e nella sua fregola esibizionistica o nella contmuità e razionalità delle sue regole; il potere dinamico: il potere spray, il potere senti· mento. il potere amore. il potere finale della coppa del mondo, il potere calcio della domenica o gazzetta dello sport. il potere carosello e 1l potere Anastast, il potere diaframma; dra• cula che solo a volte esibisce I suoi uncini d1 morte ma per to più indossa e veste l'aspetto più quieto. più ufficiale, più burocraticamente mnocuo; ti potere patria. il potere mamma. il potere scuola, il potere bandiera, il potere altare della patria, 11potere ah come respiro! Un potere che ha proltf1cato
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