giovane critica - n. 29 - inverno 1971

70 ,mprobab•le e simultanea cr1s1globale del sistema. Esso è all' ordine del giorno I due problemi fondamentali del movimento riguardano il senso della sua aZtone poli t1ca Iverso la conquista del potere o, come dice Man,net. dei poteri) e la sua stessa natura. Il problema dell'azione politica del movimento è stato tradi• z,onalmente legato all'1potes1 che 11 nodo del potere si nsol· 11essenella conquista legale o nvoluz,onaria - dell'apparato politico d• Governo. Da questo punto d1 vista non c·e mai stata differenza sostanziale tra "riform1st1" e "rivoluzionari". Se te tendenze del capitalismo tecnocratico che ho tentato d1 delineare sommariamente sono esatte. ne risulta che l'apparato poht1co in senso stretto ha perso molta importanza nella costellazione dei poteri. Il restnng~rsi dell'azione politica a questo apparato spec,a1ist1coha 1ncora991atoin effetti, nei part1t1 "legalitari., delta sinistra. la tendenza a isterilirsi ne, processi formali del parlamentai ismo. In genere, la strategia da ess, seguita, nell'ambito legislativo e - quando parrecipano al potere ,n quello governativo. è d1 aumentare per quanto possibile t'area dello Stato - la cosiddetta òrea pubblica - nell',potesi che con ciò stesso s1restrmga l'area del cap1tallsmo. Ora, l'ampliamento dell'area pubblica, nell'ambito dello sviluppo del capitalismo moderno, significa in prima istanza l'estensione dei poteri burocratici e tecnocratici. dato il debole controllo che può essere esercitato su d1 essi dall'apparato politico tradizionale. Anzi. quanto più aumenta l'area pubblica, tanto più si riduce la capacita effettiva di controllo che su d1 essa esercita 11potere "politico" in senso stretto. 11fatto è che il controllo esercitato attraverso le forme democratiche tradizionali - suffragio universale, parlamento. gover• no - anche se non s, devono sottovalutare le sue possibilità e i suoi nsultat,. non d, rado, molto importanti - appare inefficace rispetto alla estesissima rete di interdipendenze e alla molteplicità dei centri di dec1s1oneche si creano att'incrocio delle sue maglie Ciò non deriva affatto dall'incompatibilità della democrazia rappresentativa con la società industriale: una tale 1ncompat1• bilita ridurrebbe alla scelta tra due utopie: quella tecnocratica - che pretende d1 governare ta società senza il suo consensoe quella anarchica. che pretende d1 realizzare dovunque la democrazia diretta (con i risultati "spontaneistici" che sono stati ampiamente sperimentati, e che - regolarmente dopo Tre domande pol1t1che/ Giorgio Ruffolo Il Progetto socialista ha bisogno non di un Parr,to specialistico, di professionisti della politica. ma di un partito che rispecchi m se stesso le relaz,oni tipiche, sociali e cultura/,, del modello per Il q11i1lesi batte ogni sperimentazione - determinano l'immancabile riflusso all' ,nvocazione del "partito d1 classe". e alle altrettanto immancabili d,squ1s1z1onisulla classe in sè e sulla classe per sè). In realtil. non vt è incompat1bi11tà, ma insufficienza della democrazia rappresentativa. Lo schema d, organizzazione statale fondato su una sola nervatura centrale di conrrollo: suffragio universale. parlamento, governo, è 1nsuff1c1entea "dominare" una società complessa, dinamica e differenziata. Non si può tirare un missile con uno spago. La rete dei centri di decisione è incompatibile con una sola linea centrale d1 controllo. Le lmee di controllo devono essere altrettanto articolate quanto la ret~ dei centri di decisione. Ciò s1gnif1ca creare d,ec,, cento, mille parlamen11; direi cento, mille governi, restituendo al Parlamento e al Gove1no centrali il tempo e la poss1b1lltadi compiere vere scelte sui problemi fondamentali. Ciò significa decentrare l'ammm1strazione in due direzioni: una funzionale, definita attraverso lo schema controllabile e fluido dei progetti ("faccio cosi perché devo giungere a questi risultati"). non attraverso lo schema rigido e incontrollabile delle competenze ("faccio cosi perché tocca a me farlo"); e una temtoriale. Ciò significa socializzare certi servizi socia!! fondamentali, affidandoli direttamente agli utenti (per esempio. servizi assistenziali, sanitari. ecc.) e rendere culturalmente e politicamente autonome certe fondamentali istituzioni (la scuota. l'università, la telev1s1one. ecc.). La sinistra deve cessare di essere magnetizzata dalla ossessione statalista. e deve promuovere una reale e progressiva socia· lizzazione del potere. La generalizzazione della democrazia rappresentativa è l'unica soluzione che consenta un reale controllo del "missile". Ogni altra soluzione è elusiva o ipocrita: serve a mascherare il fatto che il missile vola da solo: e non si sa verso dove. 11. Qualche parola. infine, sulla natura del "movimento" e sulla sua genesi. o rifondazione. La strategia progettuale ha bisogno d1 un nuovo "partito"; non d1 un partito spec,alist,co. di professionisti della poht1ca, ma d, un partito "comunitario", che rispecchi in se stesso le relaz1or11tipiche, sociali e culturali, del modello per il quale si batte. Gli organizzatori professionali d1 rivoluzioni diventano quasi sempre de, burocrati: se la rivoluzione si realizza diventano burocrati dell'apparato statale; se no, burocrati d1 partito. Anziché consistere 10 specialisti dell'azione politica, il partito dovrebbe essere una concentrazione aniva di tutte le forze,

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