giovane critica - n. 29 - inverno 1971

UNA RISPOSTA ALLA TERZA DOMANDA GIORGIO RUFFOLO 1. Mi scuso se risponderò solo alla terza domanda. Non ho conoscenze sufficienti per esprimere un giudizio sul "marxismo delle nuove generazioni" (né il recente Convegno dell'Istituto Gramsci, cosi colto ed ermetico. mi ha chiarito le idee). E. quanto a un bilancio del centro-sinistra, io lavoro proprio in quella Via XX Settembre che, come dice con arguzia il redat• tore del questionario, qualcuno "all'alba degli anni sessanta, ha scambiato per la via italiana al socialismo". Sono quindi, per ipotesi, tra i meno adatti ad avere te idee chiare e distin· te. Il problema cruciale sollevato dal questionario mi sembra comunque quello delle prospettive del socialismo: "quale voi• to dare a1socialismo degli anni '70? Qual è il tipo di organizzazione e di gestione della società che. alla luce delle esperienze passate. possiamo chiamare socialista?" Qualcuno ha detto che bisogna reinventare il socialismo. L'affermazione è provocatoria. Ma è un fatto che, dopo circa un secolo e mezzo di lotte combattute in nome del socialismo, e in un momento storico in cui un miliardo e mezzo di uomini vivono in regimi "socialisti". il contenuto del termine si è diluito fino a diventare evanescente. Dare un "volto" al socialismo è oggi, più che mai. necessario. Finora il socialismo è stato piU un'aspirazione che un modello. Tutti i modelli concretamente realizzati in modo permanente - escludendo quindi le fiammate rivoluzionarie effimere, come la Comune del 1871 - si sono risolti in drammatiche delusioni. La storia del socialismo può anche essere rappresentata come una storia di delusioni. Ma nessuna delusione ha fiaccato la forza crescente dell'aspirazione socialista. Essa è oggi, in un mondo che rischia di autodistruggersi, più viva che mai. Senza la elaborazione di un modello socialista della società, questa aspirazione può essere frustrata: il dilemma di Rosa Luxemburg, socialismo o barbarie, non è uno slogan. L'elaborazione di un modello socialista non è naturalmente un'operazione intellettuale: è un impegno critico e costruttivo che coinvolge indissociabilmente il pensiero e l'azione del movimento socialista. Mi sembra che i temi fondamentali di questo impegno siano: la critica delle vie a1socialismo finora sperimentate; la natura e le contraddizioni de1 neo-capitalismo; il problema del potere in una società tecno-burocratica; i modi e i mezzi di una alternativa socialista. Le vie al socialismo sperimentate 2. Ambedue le principali "vie al socialismo" conosciute. quella 65 marxista classica e la sua variante leninista, si basano sulla convinzione che il "progetto socialista" sia inscritto nella stona del capitalismo, come esito necessario delle sue contraddizioni. Secondo Marx. lo sbocco socialista è l'esito necessario del capitalismo portato ad un alto grado d1 sviluppo; I' espansione delle forze produttive socialiZla I modi della produzione ponendo te basi dt una socIe1a collet11vist1ca: entra in contradd1z1one con I rapporti d1 produz10ne, basati sulla proprietà privata dei mezzi d, produzione; ge· nera conflitti ricorrenti e sempre più aspri attraverso 1 quali il proletariato industriale, sempre più numeroso. acquista coscienza soggettiva d, classe, si organizza in partito rivoluzionario, f1n1sce per espropriare gli espropriatori capitalmi e per istituire. attraverso 11 crog1uolo ar• dente della rivoluzione (o persino. se le circostanze lo favoriscono, in un trapasso pacifico) l'autogoverno del popolo. Quest'ultimo può passare attraverso un periodo di transizione. in cui lo Stato continua a sussistere come dittatura rivoluzionaria del proletariato. Lenin applica la teoria marxista ad un paese in cui 11 capitalismo e immaturo. L'introduzione del capitalismo ha però sconvolto l'assetto economico e sociale tradizionale ed ha acuito i conflitti sociali. Condizioni eccezionali di crisi direttamente o indirettamente legate· a questo impatto del capitalismo su una struttura sociale arretrata possono rendere impossibile alle classi dominanti di continuare a governare. In tal caso il proletariato può e deve assumere il potere attraverso la rivoluzione, e portare esso stesso avanti lo sviluppo delle forze pro• duttive insieme con l'espropriazione dei capitalisti, colmando il vuoto di potere. Lenin era ben consapevole della "forzatura" storica che questo ruolo minoritario comportava e to concepiva solo in funzione anticipata di una rivoluzione socialista nei paesi a capitalismo avanzato. Il primo di questi due modelli non si è realizzato. Il secondo si è realizzato in modo nettamente diverso da quello previsto. 3. Nei paesi capitalistici avanzati il modello marxista "esplosivo" ha interpretato con sufficiente approssimazione l'evoluzione del capitalismo durante tutta la fase concor• renziale. Ma, a partire dalla fine del secolo, questa evoluzione ha preso un altro corso. La trasformazione

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==