giovane critica - n. 29 - inverno 1971

58 LA BASE DI PARTENZA DI PANZIERI CLEMENTE CIOCCHETTI FRANCO RAMELLA BICO ZEPPETELLA • I compagni Clemenre C1occhecti, Franco Rame/Ja, Bico Zeppetella, auton del tesro che segue, appartengono rutti al Centro d1 Documentazione di Tonno, nato per iniziativa dei "240" compagni che hanno recentemente abbandonato il Psiup a To• rino. Il Centro di Documentazione cura la pubblicazione di un Bollettino nonché di alcuni Quaderni dedicati sempre a episodi della lotta operaia di massa. Tutre queste pubblicazioni vanno richieste a Tommaso Musolini Editore, via Pianezza 14, 10149 Torino ..Marxismo delle nuove generazioni" o "marxismo della classe operaia"? Alla prima domanda di Giovane critica ("si tratta di risalire alle matrici ideologiche e politiche del ·marxismo delle nuove generazioni' (...I s1tratta di analizzare il cammino percorso") verrebbe di rispondere. per prima cosa. che, nel frattempo, le "nuove generazioni" si ritfovano non più tanto "nuove", perché dieci anni non sono pochi e pesano sulle spalle di tutti. Ma l'invito esplicito a ribaltare il "quadro 'tendenzioso' " in cui le domande sono state "ambientate". ci incoraggia a rovesciare intanto la prima questione posta. Ci viene proposto di "risali• re giù giù sino alla base di partenza, Raniero Panzieri e i Quaderni rossi". Pensiamo che s1debba non tanto risalire a Panzieri come "base di partenza", quanto piuttosto risalire alla "base di partenza" di Panzieri, cioè della rielaborazione teorica e po· litica da lui awiata. La "base di partenza" di Panzieri è stata l'analisi del capitale e della classeoperaia; è stata cioè l'applicazione del metodo di analisi marxista alla nuova realtà del capi· talismo d'organizzazione e alla nuova qualità delle lotte operaie degli inizi degli anni '60. La validità e la fecondità del lavoro di Panzieri e dei suoi risultati (l'identificazione di sviluppo capitalistico e sviluppo tecnologico. l'analisi della fabbrica moderna e il nesso tra l'elemento tecnico.organizzativo e l'elemen· to politico, di potere, l'integrazione crescente tra la fabbrica. la soc1etae lo Stato come estensione della "pianificazione autoritaria" dalla fabbrica alla "produzione sociale complessiva", la critica del leninismo della "fase suprema" e della concezione del rapporto avanguardia·masse) stanno innanzitutto nell'aver riproposto il marxismo come "sociologia concepita come scienza politica, come scienza della rivoluzione" a cui "viene tolto ogni significato mistico" per essere "ricondotta all'osservazione rigorosa, all'analisi scientifica", contro le deformazioni idealistiche del marxismo, contro la "pretesa di stabilire un materialismo generale e una dialettica di universale validità"; stanno nell'aver riproposto un metodo di analisi che ristabilisce la dialettica ma,x1ana classe-società prodotta dai rapporti capi• 1alist1ci di produzione. e in questo senso l'importanza di Panz1eri è di aver avviato in concreto, m una determinata fase storica. a un determinato livello di sviluppo del capitalismo e della classe operaia, la ricerca delle basi oggettive della forma· zione della coscienza antagonistica della classe operaia e della possibilità di fondare in fabbrica una lotta politicp di massa. e· in questo quadro. anche, a nostro avviso, che appare per· lomeno fuorviante, oltre che arbitrario, il sostenere - da desua o da sinistra, con accenti spregiat,vi o elogiativi - che la origine dei "gruppi" va ricercata in Panzieri. che li avrebbe generati (come anche, che da lui avrebbero degenerato). E' un modo sbag1iato di porre il problema perché i "gruppi" sono espressione di tensioni sociali e di classe reali e vanno ricon· dotti alla realtà delle lotte di classe di questi anni. E' con questa realtà che dobbiamo verificarci tutti. e noi intendiamo partire di qui. Gli anni '60 non appaiono più. allora, come gli anni del "marxismo delle nuove generazioni" ma come gli an• ni del "marxismo della classe operaia". Mai come in questo decennio, dal dopoguerra ad oggi, in relazione ad una fase di intensa riorganizzazione capitalistica, si è affermata la centralità della lotta operaia come fattore di crisi permanente, di accelerazione delle vecchie contraddi• zioni e di produzione di nuove; la stessa esplosione del movi· mento di massa degli studenti non è l'anticipatore ma è il de• tonatore di comportamenti eversivi già presenti e operanti, in profondità e m estensione. nel "gigantesco sciopero articola· to" europeo. che costituisce la realtà politica decisiva a cui riferirsi La classe operaia è stata la grande protagonista degli anni '60: il movimento del '68.'70 rappresenta a un tempo il punto di arrivo e una tappa fondamentale di un processo di fondo, della ricomposizione della classe operaia. del suo riconoscersi come soggetto agente del processo rivoluzionario. 11'68-'70 non è stato un "incidente", il risultato di circostanze del tutto ecc• zionali, e come tale irripetibile oltre che, in sostanza, incomprensibile. La comparsa del movimento politico di massa. che rivela la qualità politica fondamentale del maggio italiano, si pone come tendenza storica delle masse.Non si tratta di teorizzare il movimento politico di massa: si tratta piunosto di studiare le leggi che lo muovono. di valutare le tendenze di fon· do presenti nelle massee da esso esplicitate, di cogliere le contraddizioni laceranti che apre, l'instabilità sociale, economica e istituzionale che determina, di individuare e analizzare le linee di tendenza della risposta del capitale.

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