56 Tre domande politiche / Giampiero Mughin1 Lo sforzo di "Lotra continua" dt creare una presenza politica nel Sud e mentono; ma viziato da un populismo che, nobilis• s,mo sul p,ano letrerario, e moperante su quello politico. Resta poi il fatto che Mo' che il tempo si avvicina cosr,ruirebbe, nel g,oco del poker ameflcano, un '"nlanc,o" davvero azzardato suppostt pollt1c1 d, quella lotta erano due: a) 11 tenta11vo d• esasperare ("la sc1nt1Uache accende la prateria") ciascuna smgola occupaz,one. pur non avendo la forza politica per farlo; b) la sopravvalutazione "terzamond1sta" delle lotte dei barac· cat, (quanto hanno scritto a tal proposito. sul n. 28 d1 Gio• vane critica, i compagni del Psiup d1 Firenze, mi sembra irrefutabile). - L'impegno sul caso Valpreda--Pmelli. E' stato il colpo d, genio di Lotta continua. R1cordo che alcuni 1diot1 ritenevano un combattere "contradd1z1on, aaeuate" 1'1ns1steresu quell' anarchico assassinato e su quel ballerrno innocente in galera. E' innegabile che Lotta continua ha 11merito grand1ss1modi non stare a spigolare ne, libri dell'ottocento o nella diaspora trock1sta 11"che fare" ma sa attingerlo dai casi brucianti del· la vita e della società. Al processo contro Lotta continua e P,o Baldelll ho dedicato due copertine della rivista e ne ho sottolineato l'importanza politica sin dal pnmissimo mo• mento. Non credo sia del tutto casuale che Pio Baldelli fosse un collaboratore organico d1 Giovane critica da sempre e che ne sia tuttora il direttore responsabile. - Lo sforzo di creare una presenza politica nel Sud. mentono ma in astratto perché contraddetto 1n concreto dal populismo. non privo d1 accenti letterari nobiliss1m1ma inoperante - a mio avviso - sul piano politico. Resta poi il fatto che Mo' chP il tempo si avvìcina cost 1tuirebbe, nel gioco del poker americano. un "rilancio" davvero azzardato. Ma su tutto questo 11futuro è dinnanzi a no1. E veniamo al problema dei "lavoratori dell'informazione". Signorino dice che questo mestiere non presenta pili, se assunto nella sua veste tradizionale, alcun "margine d1 amb1gu1tà". Mi sembra una affermazione troppo drastica ma non è questo il punto. Non sono stato fra gli ultimi ad accorgermi dell'importanza "editoriale" del manifesto a quattro pagme e tutti 1 giorni. Tale importanza ho ribadito pur lasciandone. con grandissimo e non sopito rammarico, la redazione. Ma vediamo come funziona. nell'accezione che qui ci interessa e cioè come organo di informazione politica. il manifesto. Vediamone innanzitutto la parte migliore: quello stralcio bello del paese che versa le mille lire mensili e che viene pubbli· cato con lo stesso corpo e rilievo del resto del giornale; la "scheda" su Notarn1cola in occasione del recente processo Cavallero, da dove emerge con forza un uomo reale dei nostri anni; il risalto dato ai pezzi di Oedalus; l'impegno di alcune anahsi, come quella - da me non condivisa ma di cui non esistono eguali nella stampa odierna - di Rossana Rossanda sul Cile; l'1ntel1tgenza politica e giornalistica con cu1 si ·colgono notizie come lo sciopero dei redattori di ABC, sciopero di solidarietà con alcuni licenziati; la pubblicazione della dichiarazione del compagno della Uil, pestato a Milano dai teppisti sedicenti "di sinistra", e ciò mentre 11Corriere vara una campagna fascista contro i "gauch1stes" e l'Unità non sa che pesci pigliare; la forza e la tempestività della campagna antifanfan,ana; gti ed,toriall d1 un grande giornalista, Luigi P1ntor; la rinuncia, per dedizione politica, alla "tredicesima". Ma vediamone I limiti. cui Signorino accenna come se fossero marginali, lo spirito d1"partito" che impregna da alcuni mesi cronache, notizie. titoli: sicché runica ricetta per sfuggire ai malefici del mondo sembra esserequella di rifugiarsi al manifesto; dappertutto cortei sotto le insegne del manifesto e d1 altri gruppi, cortei che recitano sì sempre lo stesso canovaccio: le masse d1rompent1. i s1ndacat1e , "riformisti" spauriti e al limite del collasso nervoso; l'aggressione concertata al Psiup nella speranza di raccoglierne qualche coccio; l'atteggiamento nei confronti del gruppo dirigente delle Ach dipinto come un gruppo che ha ceduto. che ha calato le brache, e ciò ancora una volta nella speranza di arpionare qualche anima in pena delle Acli; l'anticomunismo d1 maniera per cui in occasione di uno spettacolo di Dario Fo l'autore di un articolo completamente sconnesso riusciva ad accorgersi che in quella bolgia mancava l'inviato dell'Unititi, colto cosi in delitto di flagrante dSSenza(e sull'Unità appariva puntuale un articolo in cui si spiegava - cosa che non era riuscita all'autore del precedente articolo - in che cosa consistesse lo spettacolo di Fo); la biricchinata del titolo in cui si diceva che Castro aveva aiutato A11endea tacitare te richieste dei minatori cileni (1 lavoratori meglio pagati del Cile); lo strumentalismo con cui sono riferì• te le notizie del sindacato, criterio formativo essendone la speranza che Trentin e Garavini si iscdvano al manifesto Ed è strano che questo atteggiamento venga mantenuto ostinata· mente malgrado il tipo di contributo che il giornale documenta: scrivono e mandano quanrmi militanti del PCI, membri · del Comitato Centrale del PSI, preti di panaggio a Roma. "un ladro", compagni del Movimento politico dei lavoratori e di Avanguardia operaia, e chiedono tutti un giornale che "agiti le acque", che nasca dat paese e si rivolga al paese, senza inutili e ridicoli problemi di schieramento. E iovece i comp• gni del manifesto ritengono questa ipotesi n~bile, accus.ano tutti coloro che non amano i Comitati centr.ii di es•re degli intellettuali distaccati e rassegnati.
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