50 Tre dom,:mde politiche Elio Giovannmi Non vanno sortovalutati I caoal, che umscono Il mondo del lavoro a quello srudenterco. essi sono destinati iJd inf1Uirsl ren· deodo sempre meno ser,a ogm ipotesi d, segregazione, venga essa da, parca, o dal movimento studentesco d1 lotta sul terreno sociale. uso dei grandi rinnovi contrattuati d·auwnno•mvemo per affrontare l'organ1zzaz1one del lavoro e quindi l'occupazione; nvend1caz1onedel ruolo de1 gruppo omogeneo edel delegato contro una unificazione tutta deman• data ai vertici) la sinistra smdacale ha nel movimento radici profonde. Quello che francamente ci divide dai "gruppi" è la loro ar• rogante pretesa dt costruire su spezzoni d1 anal1s, critica "IL" disegno ri\/oluz1onano, magari tenuto msIeme col mastice anti· storico della teoria lenm,sta del partito. Non siamo d'accordo nel dare per scontato e risolto un processo che va tenuto aperto, non solo ad un necessario dibattito fra tutte le forze interessate. ma soprattutto ad una md1spensabile conttnua verifica con la dinamica reale del movimento e la linea dell'avversario. Per le stesse ra9Ion1. se il dibattito det prossimo Congresso comunista si chiuderà In una soddisfatta analisi del "fallimento" dei gruppi, riducendo a fatto generazionale e soc1otog1co.comunque fuori dal movimento operaio, la loro ~perienza, dovremo registrare una dura sconfitta per ogn, 1potes1di avanzamento \/erso la costruz,one dell'alternativa. Un discorso sul socialismo degli anrn '70 deve quindi necessariament.e parure da una anallSI de1 meccanismo cap1tallst1co d1 sviluppo, dalle contraddmoni che questo apre, dai processi di disgregazione e di aggregazione sociale che determina. Ora il quadro 1tal1ano e contrassegnato da una crescente d 1sart1cotaz1one lnduz1one popolazione attiva, agricoltura. Mezzogiorno) che mtacca profondamente ta stessa classe operaia. Aumentano infatti, come prodotto del capitalismo avanzato e non dell' arretratez.u. 1 lavoratori a dom,c,llo e degli appalti (sono due m,honi) che rappresentano il più chiaro segno d1 una trasfor· maz1one 1n senso giapponese del mercato del lavoro 1tal,ano. Il trad1Z1onaleblocco stor,co dei partiti opera,, mentre s, man• tiene in alcune zone del lavoro autonomo dell'agricoltura e dell'industria guadagnate nella lotta antifascista. si riduce nel Mezzogiorno disgregato e r,sch,a d, non essere rappresentativo d, ques1<'1nuova· classe operaia. Non parte da qui l'esigenza d1 una battaglia politica per un nuovo blocco stanco, d1 cui la difesa e l'allargamento dell'unita contrattuale fatta dal sin• dacato e pnmo parziale momento' Certo, questo presuppone una ridiscussione del nuovo fatto sociale rappresentato dagli studenti, cioe da una cond1z1oneumana e culturale destinata ad allargarsi Intanto non vanno sottovalutati i canal/ che uniscono ,I mondo del la\/oro a quello studentesco, non tutti riducibili ad un fenomeno d1 notevole spessore polttico e cui· turale qual e quello dei lavoratori studentr: ess, sono destinatI ad mhtt1rs1 ed a crescere rendendo sempre meno sena ogni ipotesi d, segregazione, venga essa dai part1t1 o dal movimen· to studentesco In secondo luogo, l'eccezione italiana del 1968-69 del non 1solamcn10 delle lotte studentesche e del loro rapido collegamento con le grandi lotte operaie conferma l'esistenza d, una cond1Z1onepeculiare che non puo essere gmst1f,cata soltanto dall'esistenza d1 una tradmone politica socialista d1 massa. CO· me avviene anche in Francia. L'Italia è diversa perche la precarietà dello sviluppo cap1tahst1co e le sue carattenmche hanno ,mped1to (e 1mped1sconol la organizzazione di un consenso d1 massa mtorno al sistema. Per questo 11ghetto intellettuale e politico del movimento studentesco può essere aperto non da un atto d1 volonta delle avanguardie ma da un realistico processo d1 aggregazione d1 massa della smIstra pol1t1ca operaia.
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