te emergenti dalla fase di riflessione e d1 riflusso vIssutI da mo1t1 quadri s1udentesch1 e operai del '68 che andavano ,.. scoprendo, anche dialet11camen1e, un rappono con le organizzazioni 1rad1z1onalldel movImen10 operaio e fra ques1e, anche con le ACLI che, per la loro "amb1gu11a 1st11uz1onale", costituivano pun10 d'approdo per mollt d, cssr. Certo, ques1I compagni non si nascondevano le coruraddwoni specifiche dcll'orgamzzaz1one, ma l'analisi complessiva che essi compivano 11mduceva ugualmcn1e ad un impegno m1ll1an1e nelle ACLI. A ques1a decisione cerio non fu es1raneo 11compor1amen10 del sindacalo e dei partIt1 della s111Istra,assai piu gelosi delle proprie prerogative e delle proprie prassi politiche e qumd1 più impermeabili a d1scuss1on1general1zza1e. e· però il '69 che rappresen1a. con l'autunno caldo e la npre• sa generalizzata delle lotle operate, l'occasione per una def1• n11ivama1urazione. in termini d1 coscienza d• classe. d1 molti militanti delle ACLI. La pratica r1dutt1va del sindacato, sal110le eccezion, che tutti conosciamo e c, ripetiamo m un equivoco rito consolatorio, 11logorio dell'egemonia dei parttt, trad121onal1dt classe e so· prattutto del PCI. le cui 1nsuff1c1en1e,errori tattici ecc. non appaiono più soto casuali, ma piuttosto inseriti in una logica d1 "sviluppo alternativo del capitalismo" che risente sempre pili della nefasta mfluenza teonca dei neo•tomIstI della Ri11ista trimestrale, permettono a motti m1l1tant1 d1 costruirsi un gm• dizio diretto sul revisionismo e sulle insufficienze strutturali del sindacato, almeno m una società a célp1tal1smoavanzato. In questi ultimi due anni. avvengono cosi nelle ACLI proces· si che, a mio avviso, hànno un nlievo ed una mcidenza più complessiva. I quadri delle ACLI che partecipano. sempre più numerosi, ai corsi di formazione. sono quadri che hanno, per buona parte, vissuto le lotte generali del movimento operaio, e prendono coscienza che non emtono pili quadri "adisti" ma quadri complessivi al servmo delta classe operaia, delle sue lotte. del suo processo d1 autopromozIone. C,ò dà luogo a significativi, anche se ovviamente non generalizzati, processi di "deistituzionalizzaz1one", che non hanno come es,to la praticj'I spontaneista, ma al contrario, un nuovo e più consapevole impegno dentro le ACLI. ritenute uno dei luoghi di aggregazione. certo storicamente provvisorio, delle forze di classe in grado di assolvere un ruoto di carattere generale sul piano della presa di coscienza e di creazione di coscienza di CIBlle, ittraverso una organizzazione che, al suo interno, non Tre domande politiche Al Convegno di Va/Jombrosa '70, le nuove generazioni de/Je Acfi giunsero, attraverso una riconsiderazione delf'espenenza sto rica del movimenco e una riflessione sulle ulr,me /orte. a una pmna sintesi teorica m grado di liberarle dalle secche e dalle suggesc,oni della subcultura catrohc;J ripropone , guasti nvelat1s1 stancamente deleter 1. qua1t soprat tutto quelli der1vant1 dalla d1v1s1onedei compItI fra par tIto e sindacato; a questo proposito e certamente servita, come ult1· ma controprova, anche la recente vicenda delle "riforme" ed in par11colare, quella delta casa. E' all'mterno d1 questi processi che si perviene al convegno d1 Vallombrosa '70. al Convegno dello scandalo. al Convegno deII···11>otes1socialista". In quell'occas•one Il manusmo delle nuove generazioni della ACLI gIu-'ge, attIa11erso una rilettura e una riconsiderazione dell'esperienza storica clel Mov1men10, a11raverso una nfless,one su, connotati delle ultime toue. at traverso una spreg1ud1cata e non dogmatica lettura de; class1c1 autori del movimento operaio, da Marx a Lenin, da Rosa Lw<emburg a Mao, da Lukilcs a Gorz a costruire una prima smtesI teorica che, a mio avviso. e po1enz1almente 111 grJdo d1 llherarlo dalle secche e dalle suggestioni della subcultu1a cat tol1ca. Solo un a11e99Iamento opportunista può far ripete, e aI com• mentaton uff1c1al1del PCI, come Baduel. che I tentativi d1 n· cerca d1 Valtombrosa siano stati ImprontatI al soggewvic;mo oppure che siano "bizzarri d1 Invenz1one e d1 fantasia". Oue• sta forma di opportunismo secondo cui r ogge11Ivo e la se· netà sc1ent1f1casono immarcescibile patnmonI0 solo del suo partito. è del resto complementare con quella che man1fes1a no 0991 un certo nume,o d1 d1ngent1 eletti delle ACLI che. fedeli al ripensamento. ripetono In ogn, occasione formule quarantouesche sull'autonomia ideologica del cosiddetto "pen• siero aclista" da ogni "inqumamen10" marxista Certo, l'analisi costruita a Vallombrosa. con tutt, 1 suoi lim1t1, dall'mterno dell'esperienza viva d1 un Movunento ancora gravato 11110ad 0991. in termInI istlluz10nati, dall'ipoteca con• fess1onale, poteva e può sconcertare tutli quelli che ragionano ,n termini d1 "chiese" e d, steccati 1mmutabd1, cos1cche da molte parti della s111Istrariecheggiano le stesse tesi care agli 1n1egristi d1 destra: "ma perché le ACLI smettono d1 fare I~ ACLI. perché vogliono smeuere d1 essere cat1ohche? ". Il dato più rilevante storicamente è invece 1I fatto che anche le contraddiz1on1 oggettive vissute da coscienze cristiane adul• te danno luogo o a coscienza dt classe antagoniste al sistema, o a coscienze che approdano, al più, aI lldi del rifo1m1smo. Certo, l'antagonismo di quei militantt cattolici, che restano tali anche quando operano con coerenza ·e d1spo111billtàtotale all'interno dello schieramento di classe. nsente forse di una formazione che non è passata attraverso la identificazione del
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