giovane critica - n. 29 - inverno 1971

42 L'ITINERARIO DELLE ACLI FAUSTO TORTORA 11modo s.:ilott1eio con cui Giovane cnt1ca pone o ripropone domande fondJmentall pc, ogn, m1h1ante. 1endc. a mio Jvv1 so. a realrzzJ1~ le cond1z1oni oggettive pe1 una nuova ope,a z1one d1 consumo. La prJt1ca del conf1on10 pohttco e 1nfaw qu, 1nterp1eta1a. anco1a una volta, come una ve1r1nd de, "mostri" che, m qual che modo, fanno opm1one all'inte,no delle orgamzzaz,0111 o amb1ent1 1st1tuz1onal1 d1 , 1fc1,mento Oue5ta e una scelia chr si può considerare obbligata solo ali' mterno d1 unJ 1potcs1, tutto sommato. t1<1d1z1on,1IP della lottJ pol1t1ca o. quanto meno. dr llllO schemJ interpretativo dello sviluppo della lotta dr cla-.se m Italia, caratteonato da un g1ud1z,o d, riflusso general!uato degli clcmcn• ti 1nnovat,v1 emerst dalla prassi politica delle Ione d1 questi ult1m1 quattro anni. Anche se non m1 sento personalmente m grado d1 esprimere un g1udmo dt totale irrilevanza d1 c1uello che accade, anche m term1n1 d1 classe dirigente, nelle t1ad1z1onall organ1zzaz1on1 nelle quali diverse vicende s1011chehanno aggregafo. spess.o m termm1 d1 pura "opinione" radical progressista, la s1n1sua italiana, a me pare che un confronto d1 questo tipo sia riduttivo. e malgrado lo sforzo lodevole di censite le "sinistre mter ne", assai poco rappresenta11vo M1 sembra utile sottolineare alcune delle scelle 1mphc1te che sono dietro l'm1nat1va d1 questo dibattito, soprattutto nel momento in cui ne accetto le regole essenziali. Fatta qu1nd1 questa premess.i che ntengo vahda perchl? nspon dc non solo a preoccupaz1on1 d1 carattere soggettivo. non rt• fiuto la responsab1hta d1 esprimere la mia op1n1one sulle questioni sollevate anche perché presumo, (al d1 là d1 ogn• atteg g1amento borghese di falsa modestia e d1 falsa coscienza). d1 rendere cosi un serv1z10,pur limitato. e pur ne1 campo spec1f1co e parziale della riflessione teorica. a molti altri compagni militanti nelle ACLI Il marxismo delle nuove generazioni MI sembra corretto, su questo tema. non fare della socio lo• 91a spicciola o lanc1ars1in 1nterpretaz1on, compless1ve. ma pa,- lal'e dell'esperienza concreta che ho vissuto nelle ACLI e tentare dt ncostrutre, seppure sommariamente, 1'1tinerar10 politico culturale che 1n questa organ,zzaz1one gruppi d1 m1lltant1 d1 e• straz,one cattolica hanno autonomamente compiuto. E' forse superfluo sottolinearlo, ma chi scrive ha vissuto tali processi come ..ilti, m1l11<1n1e, questa nfless1one a posteriori non è il contributo dell'1ntclle11uale esterno che 91à prima "sapeva" e "ca1>1va",ha quindi anche 11valore di un'autocr11,ca reale laddove essa e 0991 storicamente necessana Il riferimento d'appartenenza al cosiddetto "mondo cattolico·· e stato una realta che. a livello d1 massa, s1 è prima mcnnato e po, rotto solo con ta "pratica sociale" del '68. L'indubbio valore che hanno avuto esperienze d'avanguardia come quelle raccolte intorno a riviste- politiche come Questitalia o ecclesiali come Testimonianze e Il Gallo, si e rivelato un dato ag• 91unt1vo e anche c1ual1f1cantedell'esperienza d,retta, ma mai SOS!ltUtlVOd, questa Il blocco 1nte1class1sta e confesst0nale che attnbu1va alle ACLI ,I compito d1 coprire l'area socrnle cost1tu11a dalle masse ope• raie, si sfalda assai p1u ,rreparab1lmente dt quanto qualsiasi consultazione elettorale possa reg1stra,e. Il processo d1 auto· l1beraz1one d1 strati d1 lavoratori e d1 studenti cattolici ha co· me primo esito una sorta d1 radicalismo ant1st1tuz1onale che presenta notevol1 elementi d, amb1gu1tit nel momento m cui, a1 maturato e consapevole rifiuto della DC, del suo ruolo d1 vero partito nazionale della borghesia, st accompagna un assai più superf1c1ate rifiuto de• partiti delta s1n,stra e, spesso. anche del sindacato, 111una sorta d, polemica che nsente ancora, se non proprio d1 ant1comun1smo, d, venature 1ntegra11ste e d1 fughe moralistiche dal "pol1t1co". D'a1t,a pa,ie I connotati ogget11v1 dell'organizzazione delle ACLI. con la rottura del collateralismo pol1t1co e sindacale, sancita dal Congresso d1 Tonno ma 91a operante nella pratica de, quadri p1u scns1b1li pol1t1camente, tendono. al d1 1a delle spec1f1che contradd1z1on1 presenti sul piano ecclesiale, ad ac• crechtare l'ipotesi d1 un movimento d1 sollec1taz,one sociale, ef fet11vamente praticabile nel privilegio accordato all"'az1one socìale". Glt sbocchi d1 questa azione, 11controllo su processi p1u complessivi che sono innescati anche da queste az 1on1era, ed e ancora, ritenuto dalle ACLI compito non d, pertinenza dell'associazione ma lasciato alla personale responsabil11a de, m1l1tant1. l1berat1, atmeno ufficialmente. dai cordoni de• rapporti d1 potere tradizionalmente 1ntessut1 netl'amb,to del vasto "mondo cattolico", le ACLI, soprattutto dopo l'XI Congresso si sono cosi trovate ad occupare spazi lasc,atl tradizionalmente scoper• 11da partiti e sindacati, quali la riflessione teorica sulla stra· teg1a del movimento di classe e. soprattutto, la formazio• ne dei quadri. Questi erano però anche i bisogni oggettivamen·

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