anche assai forti, ma difensive. e, alla lunga, perdent1. Non s1 può certo pensare di trovare una soluzione al problema, negli anni '70, con l'imponibile di manodopera. agricolo o industriale. Quelle lotte difensive sono tuttavia giuste, necessarie: ma devono collegarsi con una prospettiva. A1 nuovi llvelh della tecnologia, della composizione organica del capitale, del· la concentrazione produttiva, in un Paese come il nostro, 11 nodo della occupazione può essere risolto soltanto 11, un nuovo rapporto tra produzione e appropriazione sociale del pro· dotto. ricerca scientifica e uso della tecnica e delle macchine, tempo libero. orario d1 lavoro, struttura dei consumi: con• frontando globalmente bisogni, risorse, produzione in un nuovo modello di sviluppo; se 11canone di valore costItuIto dal lavoro astratto viene superato nella cons1derazione del lavoro utile socialmente. Questo non e sole dell'avven,re, sono i pro• blemi che incombono su di noi. Ma andare In questa dire· zione vuol dire intanto realizzare una critica d1 massa dell'economia. Vuol dire partire dagli strumenti che v1 sono - In· dustria pubblica. GEPI. spesa pubblica nel suo complesso - e applicare ad essi il movimento per spezzarne I llm1t1, cam· biarne i termini d1 intervento. aprire d1 continuo nuovi ter• mini di scontro. C'è una sproporzione spaventosa e non ca• suale ma di sistema tra la spesa globale di questi strumenti e i risultati: e parte di questo vuoto viene coperto da un uso sempre più generalizzato e preoccupante della cassa ,ntegrazione. Ridurre la sproporzione. colmare il vuoto è un ob1ett1• vo concreto. insieme generale e an1colato: nella consapevo• lezza che andare avanti in questa direzione vuol dire cambiare il meccanismo d1 accumulazione e di sviluppo. Una battaglia di respiro sulla occupazione ha più senso se contemporaneamente passa attraverso le lotte sulla organizza• zIone del lavoro (carichi, ritmi. orario. qualifiche) che in6 dono sulla occupazione. e ne sono reciprocamente condizio· nate nella qualità e nella quantità. 11secondo esempio sono. appunto. le lotte sulla organizzazione del lavoro. Si guardi alle qualifiche, I nuovi orienta· menti di massa - ricomposizione delle mansioni, polivalenza. controllo, rapporto tra qualifiche e scuola - hanno una precisa corrispondenza dialettica con le tendenze del capitate che spingono masse crescenti verso un lavoro parcellizzato, generico e coatto. verso una dequalificazione progressiva, e accrescono l'esercito degli operai comuni, rendendo evidente che non vi è un legame oggettivo di necessità tra livello tecnologico e livello sociale della produzione. Per le qualifiche siamo ora ad una stretta. le prossime lotte segneranno o una 41 stasi e dunque una caduta all'indietro. oppure un salto d1 qualità. Per questo occorre fare luce su ciò che In realtà costituisce il vero centro del d1ba1t1to sulle qualifiche. Esso può esse,è indicato con un interrogativo: lott1amo per una ere• _scIta della professionalità legata alla d1v1s1onecap1tallst1ca del lavoro, o lottiamo in direzione del superamento della d1v1• sIone capitalistica del lavoro' Nel primo caso si comprendono le proposte sul collegamento ira qua11f1che e titolo d1 studio. nel secondo caso il ve,o problema è rimettere In discussione 1a struttura della scuola e fare avanzare 11controllo sul lavoro da parte dt gIupp1 omogenei E' mia profonda convinzione che una strategia posItIva del movimento operaio abbia 0991 questi due riferimenti obbliga• 1i: l'indiv1duaz1one d1 grandi scelte che conducono a nuove dimensioni della produzione e della società, e la crescita d1 un movimento articolato e genera/1zzato che dal cuore della produzione e nelle var1e sezIonI della societa ribalti ogni gIor· no in concreto I termini della organizzazione della società del rapporto d1 potere tra le classi. E' questo 11senso di una strategia del controllo opera10. di una lmea d1 contropoteri che non rinchiude l'operaio nella fabbrica, ma parte dalla fabbrica per InvestIre tutti I livelli della società, le forze so· ciali e pollt1che. Posr scriptum Non vi è una sola ,iga d1 quel che ho scritto che abbia validità fuod dal contesto di una analisi interna• zionale e di una politica internazionale. Per ragioni di argomento ho dovuto prescindere da ciò in buona misura, anche se certi riferimenti mI sembrano espliciti.
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