Tre domande politiche cennato, una grave sottovalutazione delta forza delle contradd1· zioni del tipo di sviluppo in atto. L'Italia era entrata nell'area capitalistica avanzata con una espansione tumultuosa che pog. giava su basi insufficienti e lasciava in piedi cosp1cu1margini d1 arretratezza. Ai nuovi livelli raggiunti quel meccanismo non poteva più funzionare. Inoltre to sviluppo aveva dato luogo acrescenti e spesso drammatici squilibri nel territorio e nelle strutture sociali; grandi concentrazioni erano sorte attraverso la m1· graziane impetuosa d1 milioni di uomini. Un grande processo. determinato dalle scelte capitalistiche, si rivolgeva bruscamente cont10 il capitale. faceva precipitare il conflitto tra le classi. Una lettura di Marx nelle lotte Proprio agli inizi degli anni sessanta la riduzione della forza politica e sindacale di classe nelle grandi fabbriche aveva sol1ec,- tato lo sviluppo di un arco di posizioni - dal riformismo alr estremismo - che teorizzavano la cattura della classe operaia nella logica del sistema. Questo d1batt1to è stato importante e in ogni caso ha contribuito a liberarci da una concezione arre· trata, ricca di visioni apocalittiche quanto inconsistenti sul fai· limento del capitalismo. Ma ha ahresi finito col dare det marxismo una rappresentazione grottesca come se esso prevedesse una automatica catastrofe del sistema capitalistico attraverso una miseria crescente delle masse; e a questa caricatura di Marx ha contrapposto la visione di una società che, grazie all'enorme progresso tecnologico e al dilagare dei consumi di massa spegneva la coscienza antagonistica della classe operaia. In realt3 Marx ha ripetutamente fatto cenno all'impoverimento assoluto dei lavoratori, ma ha analizzato nello stesso tempo le controten· denze che emergono dallo sviluppo, e ha fondato il suo ragionamento sullo squilibrio crescente nella distribuzione del prodotto netto tra capitalista e operaio, che ha la sua origine non già nella distribuzione ma nella produzione. Il salario reale può crescere e nel contempo può aumentare lo squilibrio tra salario e profitto. Cresce tra i lavoratori una acuta coscienza della sproporzione sempre maggiore tra la loro condizione, il loro ruolo decisivo nella creazione della ricchezza. le enormi passi· bilità dischiuse dal progresso tecnico e scientifico e dallo sviluppo delle forze produttive. Nello stesso tempo quello squili• brio crescente, proprio perché nasce dalla sfera della produzione, pone non solo problemi economici, ma problemi di libertà e di potere indissolubilmente connessi. L'operaio della fabbrica moderna porta sulle sue spalle tutta la società, ma in fabbrica è ridotto alla condizione di un ingranaggio perché nel processo di produzione capitai istico egli è una merce: è schiacciato dai 35 rapporti d1 produzione 1nd1pendentemen1edallo sviluppo delle forze produttive e. m un certo senso. sempre p1u quando le forze produu,ve crescono. Coloro che scop11vano t'integraz1one della classe operaia d1ment1cavano che d primo a parlare d1 1ntegraz1one è stato Marx, e che però egli ha scoperto nella pro• duzione le rag1on1per le qual, matura la nbeltione della classe oppressa e non già nell'ambito d1 un declino economico. ma ,n forza delfo sviluppo. E' assai s1gn1ficat1voche la verita profonda della 1n1rn1t0nemdrx,ana sia stata nscoperta nei fatti non solo m ltaha, ma in tutta l'area ca1)1{allst1caavanzata. dalla Francia agi, Stati Uniti, neglt anni ruggenti che chiudono d decenn10: la crisi sociale americana non può essere 11dotta a un conflitto razziale, ma se ha le sue rnan1festaz1on1più aspre e spenacolari nel popolo nero e nelle scuole, 1n realtà chtama 10causa una struttura complessiva e le sue connessioni con la pol,t,ca mon• diale dell'1mperial1smo. Le grandi lotte sociali emerse a partire dal 1967. e culminate. ma non esaurite, nell'autunno 1969. bruciarono le fondamenta stesse della pol111cad1 centro-sinistra; più ancora chiusero un'epoca e ne aprirono un'altra, m virtù non solo dei rapporti d1 forza che determinarono, della mcnnatura dell'assetto sociale esistente. ma per, contenuti rivendicati• vi e gli strumenti elaborati nel vivo dello scontro dalla classe operaia. Il controllo operaio Prima di tutto e stato posto con grande forza il tema del controllo operaio sol processo produteivo. E' sorta nelle fabbriche la consapevotezza dei termini reali dello scontro d, classe nell' industria moderna. Nessuna conquista è durevole all'interno d1 un processo produttivo dominato da altri, e nel qudle lo svi· luppo oggettivo della tecnologia favorisce la scomposizione della personalità del lavoratore. se non si stabilisce una contratta· zione continua su ogni segmento della produzione e dunque se non si ricompone nella coscienza e nell'organ,zzazione degli operai l'unità del processo produttivo e il terreno reale del conflitto di classe. Da queste convinz1on1 sono nati. in rapida successione, lo sciopero "interno". l'art1cotaz1one della lotta, le assemblee, i delegati, 1consigli: una nuova 1mpostaz1onedelle rivendicazioni sui salari, sulle Qualifiche,sui ritmi, sui carichi di lavoro, sul cottimo. Chi ha seguito nei grandi centri mdustrial1 la lotta del '68 e del '69 ha assistito a una rapida. pur se disordinata e contraddittoria crescita della coscienza di se stessi e quindi della coscienza politica di classe. Datle rivendtcazio~, più elementari e tradizionali a una coscienza generale della lotta; da questa all'impegno sindacale e alla qualificazione nuova
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