32 presente la varietà e d1vers1tà dei hvelh poilt1c1 ai qual, essa s1 è espressa, e anche la possibilità di recuperi nform1st1ci nei cast 1n cui la nbelhone non sia uscita dall'immed1at1smo e dat part1colansmo, s,a cioè mass1mallst1ca.A icordo, per esempllf1care, un discorso di Pietro Nenni diversi anni fa con cui, ribadendo sostanzialmente l'idea dt un potere caratterizza• to da una democrazia guidata, con le sue varie articolazioni rappresentative, delegate - che istituzionalizzano localmente forme di dominio - ammetteva e stimolava marginalmente forme d1 democrazia diretta affinché la spontaneità di base avesse poss1billtà d1 espressione e d, pressione utili per correggere il sostanziale autoritarismo dell'ms,eme, sì qualifichi pur esso. in termmi di partito, come "intellettuale collettivo", che 1n pratica è una mera finzione: e. in termini di stato. come dittatura del proletariato o egemonia del proletariato in for· me esclusive oppure pluralistiche. 01 qu, l'importanza. negh sviluppi politici in senso rivoluzionario dell'autonomia, d1 un nuovo rapporto avanguardia-mas• se che, pur riconoscendo realisticamente il ruolo dell'avan• guard,a come effetto della divisione del lavoro che pure si vuole combattere ed eliminare, cominci in pratica a realizzare ne, rapporti pol1t1c1una nuova forma di potere non più integrabile o assimilabile: d1 un potere, cioè. non all'altezza dell'avanguardia che. nel migllore dei casi, le masse con propn organismi sappiano e possano controllare {non dura mica); ma di un potere all'altezza delle masse, dei toro bisogni. della loro cultura, cui è estranea la concezione di potere élitaria pur tante volte subita anche mediante il filtro del voto e raccettaz1one e l'uso della delega. Sotto questo aspetto, tutte quelle avanguardie extraparlamen· tari che si sono poste d1 fronte al nuovo in posizione concor• renziate rispetto ai partiti "operai" tradizionali (in nome di Stalin o di Lenin o di Mao). sulla base di una "strategia" ge· nerale o parziale contrapposta ma pensata od organizzata in modo esterno atle masse, d1ff1cilmente possono conquistarsi uno spazio politico rivoluzionano. Esse, in realtà, non hanno compreso il nuovo. che è anche negazione delle forme di po· tere "proletario" sin qui realizzate lii che non significa affat· to rifiuto di tutta quanta la tradizione del movimento operaio e qumd1 della sua storia: s1 tratta di sceverare il grano - che c'è - dal loglio, sovrabbondante); esse intendono solo utiliz• lare strumentalizzare il proletariato m funzione di un'astrallOne teorica che inevitabilmente. nelle sue traduzioni politi· che, ripeterebbe le pratiche d1 dominazione già conosciute: battendo queste strade, non si attua un processo di emanci• paz1one che sia opera dei proletan stessi e loro civiltà, cioè comunismo. Il socialismo sc1ent1f1conon può non tener conto dell'autonomia che si è così qualificata in pratica più che nella teoria e nella strategia, cogliendone i s1gn1f1cat1strutturali e sovrastrutturali, le ascendenze pratiche e teor,che passate e con· temporanee e anche i hmit, materiallst1ci. Qualcosa. in questo senso, è già stato fatto, sia come ricerca teorica (qualche voi• ta anticipatrice anche se, di per se stessa, non incidente poli· ticamente nella pratica). sia come az,one politica. In pochiss1• mi e ristretti casi. finora, teoria e pratica si sono fuse aprendosi strateg,camente (non empiricamente) a un futuro comunista. Perciò, il marxismo delle nuove generazioni è autenticamente marxismo, cioè soc1allsmo scientifico nvotuzionario, se è den• tro questo processo d1 autonomia; e i dieci anni di centro-sinistra sono un fallimento consumato in se stesso e nelle nuove prospettive che pure stentano ad affermarsi di "nuova maggioranza" solo se si dà credito allo sviluppo di quella autonomia {altrimenti, per il riformismo con i suoi prevedibili crescenti blocchi statalistici nulla sarebbe perduto); e il so· ciahsmo degli anni '70 è socialismo solo se si identifica teoricamente e praticamente con lo ~iluppo politico dell'autonomia e della sua organizzazione. Saremmo degli utopisti perché opponiamo allo scetticismo {nei confronti di qualsiasi processo, non strumentabite. di autoemancipazione proletaria) del PCI, la fiducia nelle massecome non distinta fiducia in noi stessi, pure accettando la gradualità del processo storico di emancipazione e le distinzioni organizzative? Non è da escludere. Ma, non escludendolo. allora non si possono non avere dubbi sulla possibilità che il comunismo pos· sa mai realizzarsi m questo mondo, e coinvolgere. com'è necessario, tutta l'umanità dopo essere stato forza e prospettiva, teoria e pratica di liberazione del proletariato. Quello che assolu· tamente non è più accettabile, riprendendo anche l'autocritica terminale di Lenin e la prassi vietnamita e cinese, è che il processo di autoemancipazione possa derivare da una gradualità di fas,. d1 cui la prossima abbia a essereun capitalismo di stato {o un collettivismo burocratico, con o senza "volto umano"I, con le sue stratificazioni di potere. Per dare un rifenmento concreto. riconoscibile, ali' autonomia. cosi come io l'ho intesa, potrei recare. si fa per dire, pezze di appoggio significative, che poi sarebbero indicazioni di lavoro pratico-teorico-pratico: rivoluzione culturale cinese, con la poli·
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