Tre domande politiche resse pubblico (in quanto lo Stato imprenditore e finanziere avrebbe potuto essere strutturalmente espressione potente d1 ta!e interesse). non è riuscito a pianificare. non solo perché non ha realizzato il consenso e la partecipazione p(Odutttva della componente variabile del sistema (i salariati). ma anche perché il capitalismo di stato non ha ancora vinto la partita interna, e le contraddizioni interne al sistema impacciano o impediscono l'attuazione del piano. Ouel centro-sinistra più forte, che deriverebbe dall'attuarsi della "nuova maggioranza" perseguita dal PCI, ha nella propria strategia la valorizzazione graduale ma estrema del capitdlismo di stato, pur facendo salve le "autonomie" delle piccole e medie aziende, come un correttivo necessano dei consumi di massa che non potrebbero coprire l'intero arco e la complessa varietà dei bisogni spontanei o indotti. In pratica. si tratterebbe di un'autonomia per modo di dire nella cornice di un piano che farebbe dello Stato un gigantesco oligopolio con• centrato. Il risultato politico e istituzionale sarebbe, nella mi· gliore delle ipotesi, una democrazia guidata. Noi dei Quaderni rossi non abbiamo sbagliato nell'opera di demistificazione teorica di questo tipo di "democrazia", che può assumere varie forme (anzi, in par.te le ha già assunteL che può aprirsi perfino a contributi di democrazia diretta, ma che tuttavia ribadisce e anzi intensifica una concezione e una pratica di potere profondamente é1itaria, nella quale prevale l'idea di dominazione e quindi la divisione classista della so• cietà tra sfruttati e sfruttatori (anche se con un uso diverso del profitto e della proprietà). fra lavoratori "manuali" e lavoratori "intellettuali". fra governanti e governati. Quali che siano le opposizioni di forme e formazioni economiche precedenti, fra cui restano rilevanti quelle speculative e parassitarie, io ritengo che sia impossibile frenare un processo economico che ha le sue determinazioni nella logica delle con• centrazioni, nella competitività internazionale, nella crescita graduale del capitale costante. E' aperto. invece, il problema politico della formazione e della istituzionalizzazione del con• senso, che qualifichi il cosiddetto interesse pubblico (di cui ha trattato A iccardo Lombardi) o il cosiddetto bene comune (che. sulla scia della ideologia cattolica, ha impegnato, se così si può dire, il pensiero di Amintore Fanfani). Intendo dire chE il processo economico, che a me pare strategicamente irrever• sibile, può essere regolato tanto da forze reazionarie {ivi com• prese quelle neofasciste) quanto da forze progressiste, il che ovviamente comporta una diversità di ritmi e di strumenti di regolazione, controllo, guida, dominio: insomma. di potere. 31 Ma che cosa è accaduto nella società mentre Il neo·cap1tahsmo sta lottando contro 11paleo•cap,talismo; mentre all'mter• no del neo•capitallsmo la componente di cap11alismo d1 stato sta aumentando la propria influenza e 11proprio potere; e mentre la battaglia politica è quella per le forme con cui im· porre od ottenere il consenso della "parte variabile" (1 salariati) e delle forze intellettuali. sotto specie tecnocratica? Nell'ultimo decennio si è manifestato ed è aumentato 11 cosiddetto distacco fra paese ufficiale e paese reale. Definiz10· ne generica. che tende a comprendere e a confondere tutto. facendo d, ogni erba un fascio. Va perciò respinta: per consi• derare il distacco reale fra operai. contadm,. studenti, d,soccu• pati, casalinghe. intellettuali da una parte. e parw,, sindacati. enti pubblici dall'altra. Ecco, dal punto di vista rivoluzionario, di classe, il fatto nuovo e significativo di questo decennio, non considerando il quale si resterebbe nell'ambito d1 un marxismo epistemologico e di un marxismo economico Il distacco ha prevalentemente origine dalle condizioni materiati di vita. di lavoro. di studio degli operai. contadini. stu· denti. ecc., parte dei quali non solo si è ribellata alla "stra• tegia" del centro-sinistra. ma ha anche perduto ogni fiducia nel rilancio e nel potenziamento di quella "strategia" aura· verso la realizzazione politica della "nuova maggioranza". 01· tre o insieme alle condizioni materiali, hanno avuto influenza (talvolta preponderante e perciò effimera, specialmente nel movimento studentesco). le esperienze rivoluzionarie indotte pfù o meno realisticamente '1all'estero. e che hanno rotto i vecchi equilibri di potere. gli opprimenti status quo nazionali. determinati e controllati dalle grandi potenze. Tuttavia, il distacco, caratterizzato da un notevole livello di spontaneità, è diventato politicamente significativo quando masseo gruppi di proletari hanno rotto con la soggezione diretta o indiretta alle soprastanti ''strategie". e hanno deciso di fare da soli, di contare sulle proprie forze, negandosi di volta in volta a uno sviluppo che ribadiva o rinnovava il sottosviluppo, irrimediabilmente; o che acutizzava l'alienazione del pro• duttore nel suo nuovo rapporto con la macchina, dell'intellet• tuale nel corso di un processo di effettiva proletarizzazione e subordinazione. del consumatore nel suo rapporto con i consumi di massa; o che estendeva. concretamente, l'idea e la pratica di dominazione a tutta la società; o che comparativa• mente mostrava la propria miseria umana rispetto al prospettarsi e al realizzarsi in alcune parti del mondo di nuove esperienze, entusiasmanti, di vita sociale e culturale, di rapporti di produ· zione. di potere. Chiamo quel distacco autonomia, avendo ben
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