sche coalizioni di potere per rimanere accorpate hanno bisogno di successi immediati. Se non prevale subito, la "invin• cibile armata" fanfaniana rischia di fare la stessa fine di quella spagnola. Se invece il "colpo" riesce. saranno guai seri. Se si supera senza grossi danni la "stretta" la situazione rimane aperta. Rimane aperta per un passaggio dall'attuale situazione di transitorietà ed incertezza verso un parziale spostamento a sinistra, che segni la sconfitta del disegno autoritario, attra• verso una modifica nell'equilibrio interno alla DC, un goverf'o che esprima la convergenza programmatica di uno schieramento riformatore unitario, una politica economica che dia uno sbocco alle conquiste operaie, l'attuazione di alcuni provvedi· menti di riforma. Si tratta di obiettivi nel contempo facili e difficili. "Facili" perché essi non segnano un "passaggio di sistema" ma una trasformazione di rapporti all'interno di questo sistema economico-sociale. Difficile perché la loro realizzazione rappresenta una svotta politica rispetto alla situazione attuale e quindi il loro perseguimento implica uno scon· tro sociale e politico molto duro e acuto. So che le forze della sinistra extraparlamentare nutrono per questa linea un rifiuto ed un disprezzo radicali. Giovane critica, nelle motivazioni politiche date al questiona· rio, afferma che "il movimento operaio non ha dal canto suo" gran che da vantare, e traccia un panorama pessimistico della situazione dei partiti operai. Tutto vero. C'è il rischio di uno spappolamento generale. Le istituzioni democraticorappresentative presentano crepe e smottamenti. E' aperta una crisi di credibilità nel rapporto fra forze Politiche e forze sociali. C'è una caduta di tensione politica. Qual è la ragione di tutto ciò? Essa va forse trovata nel fatto che la sinistra italiana è diretta da revisionisti. riformisti. traditori (ma anche in questo caso, quali sono le ragioni per cui alla testa di mi• !ioni di lavoratori si sono affermati gruppi dirigenti siffatti>), oppure ci sono cause più radicali? A mio avviso, in una prima approssimazione, si passono dare due rispaste a questa domanda. Siamo arrivati ad una situazione in cui il cane si morde la coda: il sistema per continuare ad esistere nella sua struttura tradizionale ha in effetti respinto le fondamentali esigenze avanzate dalla sinistra, e però la sua crisi. nel momento in cui colpisce innanzitutto l'agibilità politica dei canali istituzionali di democrazia rappresentativa, rischia di riversarsi proprio sulla sinistra, la quale ha sempre trovato sul terreno della "repubblica borghese" le condizioni più adatte per wiluppare la sua iniziativa politica. Si tratta di un "intoppo" di proporzioni storiche, anche perché - malgrado tutte le Tre domande politiche / Fabrizio Cicchitto Le attuali difficolt/J di'pendo110dal fatto che storicamente "non siamo passati". La ragione per cui in quest, 25 anni non siamo passati non sta nel fatto che '46 o nel '48 non si e continuato a sparare. o che non si è cominciato a farlo nel '69, ma nel fatto che le casematte di questo sistema economico-sociale sono sempre state saldamente in mano all'avversario esercitazioni strategiche della sinistra extraparlamentare - non è stata trovata una scorciatoia per superarlo nè un nuovo stru• mento per rimuoverlo. Certo, te attuali difficoltà dipendono dal fatto che storicamente "non siamo passati". La ragione per cui in questi 25 anni non siamo passati, non sta nel fatto che nel '46 o nel '48 non si è continuato a sparare, o che non si è comtnciato a f.1110nel '69. ma nella constatazione che le casematte di questo sistema economico, sociale. istìtullonateper morivi incemazionali P<i n remi sono sempre srate saldamente in mano all'avversario. Alcune delle cose più mentorie fatte dal· la sinistra extraparlamentare 1n questi anni sono consistite r;iella denuncia clamorosa di molte macchinazioni autoritarie. Ma qual è la lezione complessiva che bisogna trarre dal luglio del '60. dal caso Segni·Di Lorenzo. dalle bombe. di Milano? Tutti questi episodi non stanno a dimostrare che c'è un ap• parato repressivo. visibile e<1 invisibile. il quale è in grado. nel caso di uno scontro frontale o di una situazione in cui le avanguardie si presentino isolate, prive di rapporti politici con le forze intermedie sociali e politiche, e senza capacità di cor dizionamento sui centri istituzionali ed economici. di inflig-' gere alla sinistra dei colpi durissimi? Ci si è mai interrogati sulla ragione per cui, a parte Cuba. le rivoluzioni socialiste sono precipitate durante situazioni eccezionali. caratterizzate da guerre mondiali e dalla crisi degli apparati militari e polizieschi? Queste sono solo alcune ragioni per cui il movimento operaio italiano ha sostanzialmente sempre evitato lo scontro frontale (certo pagando anche dei prezzi rilevanti), ma ha scelto una linea fondata sui tempi lunghi, su un lento processo di radi- ·camento, di assimilazione, e di influenza nei confronti di tutti i livelli della società, stabilendo una fitta rete di alleanze po· litiche e sociali. Tutto ciò non toglie che questa linea sia oggi ad un diffici• le crocevia. Nella misura in cui essa è sorretta da un forte movimento di massa, è marcata da una ricostruzione dei rapporti unitari fra socialisti e comunisti, ed è caratterizzata da una marcia di avvicinamento di questi ultimi all'area delle decisioni istituzionali e di governo, le resistenze aumentano e la situazione si acutizza. Per di più, come dicevamo prima, le istituzioni democratico-rappresentative presentano sintomi sempre più acuti di logoramento e di usura. Di conseguenza ci troviamo paradossalmente di fronte ad una linea di tempi lunghi che è in corsa con il tempo,·La sinistra italiana si trova oggi di fronte al non facile problema di dare uno sbocco sia pure parziale alla crisi del paese, di farlo evitando scontri
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