Tre domande politiche/ Fabrizio Cicchitto sua incapacità di rappresentare un diverso polo strategico. Il gruppo lombardiano. a sua volta. falliva in quello che avreb· be dovuto essere i1 suo compito di aggregazione politica a causa del prevalere. in quella fase, di una sorta di program· mismo astratto per cui esso rompeva progressivamente con tutti. prima con la destra socialista a San Gregorio, pci con la sinistra in occasione della costituzione del governo Moro. e infine nuovamente con Nenni, in seguito all'involuzione moderata del '64. Il PSI nel suo complesso pagava duramente i suoi legami disorganici e occasionali con la classe operaia. I' inesistenza di un'effettiva sintesi politica. la fragilità del suo gruppo dirigente. In questo senso gli anni 56-62 hanno costituito per i socialisti un'occasione perduta. Nel dibattito di quel periodo due sono state le posizioni che hanno cercato di fare i conti con lo sviluppo capitc1listico della società italiana, quella di Lombardi e quella d1 Foa. La prima puntava sulla direzione poli· tica dello sviluppo attraverso te riforme di strutture. il controllo degli investimenti, la politica creditizia e fiscale. la politica di piano. La seconda si concentrava nello scontro di base, nella lotta dal basso all'interno delle fabbriche. nella costruzione di nuovi centri di potere. Queste posizioni furono assunte da tutto il PSI, e dagli stessi interessati. come i due poli di un grande dibattito ideologico, mentre a Nenni, più modestamente, si riservava la politi· ca quotidiana. Esse invece potevano rappresentare le due facce necessariamente complementari (anche se di una complementarietà difficile e complessa) di una medesima risposta politica al capitalismo contemporaneo che richiede, nel contempo, un'azione politica in grado di intervenire a livello generale sulle grandi scelte economiche, finanziarie, di investimento, ed un'iniziativa sociale dal basso capace di contestare le scelte aziendali dei gruppi capitalistici, dall'organizzazione del lavoro ai valori profes· sionali, alle condizioni ambientali. Solo attraverso una connessione fra la politica e l'economia, fra l'iniziativa politica e il movimento di massa, fra la fabbrica e la società è possibile costruire una strategia alternativa. Il PSI del '62 non riusci ad operare questa saldatura per cui andò incontro ad una profonda disarticolazione e quindi atta sconfitta. Rispetto a questa crisi, l'atteggiamento del PCI nel 1964 ha ricordato quello dell'Armata Rossa durante la seconda guerra mondiale, quando si fermò di qua del fiume, mentre a Varsavia i tedeschi massacravano gli ebrei ih rivolta nel ghetto. Durante 21 la stretta del '64, il PCI rimase impassibile ad assistere a1 progrom delle posizioni riformatrici presenti nel centro-sinistra, ritenendo che ciò, nei tempi brevi, lo avrebbe rafforzato organizzativamente e che alla lunga lo avrebbe qualificato come il fondamentale interlocutore di sinistra. Non r:tengo necessario ripercorrere tutto l'itinerario successivo del centro-sinistra. Il centro-sinistra moderato del '64-68 è presente cosi chiaramente davanti ai nostri occhi (come nelle nostre orecchie c'è ancora l'eco dei cortei studenteschi in giro per Roma al grido di "Moro. Nenni servi dei padroni") che è del tutto inutile stare qui ad identificare i suoi punti di debolezza e di contraddizione, la sua negatività profonda, il fatto che esso ha fatto marcire la società italiana per cinque anni. La fase attuale è costituita da un coacervo di contraddizioni. li centro-sinistra riformatore è finito nel '64, Quello moderato è stato sepolto nel '68. Non credo che il centrosinistra sia una specie di Lazzaro, né si profila il Gesù Cristo in grado di farlo nuovamente risorgere. Eppure dal '68 in poi si succedono governi fondati sempre sulla stessa composizione di forie del centro-sinistra, solo che oggi si parla di quadri-partito. In effetti, la filosofia politica del c.s. è cambiata, nel senso che non ce n'è più una. Sia il centro-sinistra riformatore, che il centro-sinistra moderato avevano infatti un disegno. erano animati da una visibile in• tenzione politica. Oggi tutto questo è scomparso. Il governo è diventato una sede di scontro fra posizioni conservatrici, riformatrici e moderate - con l'ovvia prevalenza della mediazione di queste ultime - e un momento di spartizione delle quote di potere. Ognuno dei partiti del centro-sinistra ha riconquistato una parte della sua autonomia, per cui passa buona parte del suo tempo a sparare palle infuocate contro i suoi partners di governo. I riferimenti sociali di queste forze politiche sono nenamente divergenti. Tutto ciò segna certamente un passo in avanti rispetto alla situazione del '64-68, ma non conclude e risolve la crisi politica. Anzi. direi che il tratto caratteristico dell' anuale situazione è appunto quella di essere una fase di transizione, del tutto ambivalente, verso destra o verso sinistra. Di entrambe queste possibilità esistono le condizioni oggetti· ve e soggettive. Parlavamo prima dell'inesistenza, a livello di governo, di un'omogenea sintesi politica e operativa. Tutto ciò configura le condizioni classiche di una situazione di vuoto di potere. Ora quest'espressione va colta nel suo riferi-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==