orgoglioso rifiuto di fare i conti non solo con gli altri (il s1· sterna, i partiti riformisti, i sindacatil, ma anche con se stessi. con le rag1on1della propria nascita. con le possibi1it.1 del proprio sviluppo e con te caratteristiche reati della forza sociale a cui dichiara di fare riferimento, cioè la classe operaia. Dieci anni di centro-sinistra Anche il centro-sinistra comincia ad avere la sua bibliografia. Negli scaffali, oltre innumerevoli saggi, ci sono già due libri. quello di Di Toro e Illuminati, e quello di Tamburrano. Sul numero precedente di Giovane critica. Benzoni ha dedicato al tema poche pagine di grande acutezza. Questo fascicolo di Giovane critica, poi, con la sua seconda domanda si candida ad entrare di diritto fra i testi più ricercati, visto che fra gli interrogati ci sono alcuni fra i più illustri dei padri fondatori e dei padri putativi del centro-sinistra (Riccardo Lombardi. Antonio Giolitti e Giorgio Amendola). Parlando del centro-sinistra a dieci anni di distanza dal suo decollo, personalmente ho il complesso di farlo come se dovessi riferire un inconfessabile peccato di gioventù. Fra l'.altro ho la netta impressione che, se si è trattato di un errore, purtroppo esso era pressoché inevitabile. Non possiamo dimenticarci, infatti, che l'operazione di centro-sinistra è decollata attraverso una serie di fatti molto seri che riguardava• no alcune situazioni di fondo della nostra società. Il centri· smo aveva compiuto la sua parabola e non riusciva più a mantenere il suo asse tradizionale per cui in assenza di uno sbocco politico sulla sinistra rischiava ad ogni occasione di debordare nel clerico-fascismo; il movimento cattolico attraversava una fase di spostamento a sinistra; l'economia italiana traboccava insieme di risorse e di squilibri per cui richiedeva un diverso meccanismo di sviluppo; c'era una ripresa del mo· vimento che invocava un sostegno politico; si veniva definen· do un programma di governo di democrazia borghese avanzata; per la prima volta da molti decenni la borghesia italiana era profondamente lacerata; le forze prevalenti nella sinistra, dal PSI al PCI alla CGI L, erano per l'ingresso del PSI al governo. Tutto questo lo dico non per fare una sorta di apologia di un'operazione politica fallita o una sleale chiamata di correo, ma per fotografare la situazione al suo punto iniziale. Aggiungo anche che mentre ritengo. per tutte te ragioni qui schematicamente definite, l'errore iniziale come inevitabile. lo stesso meccanismo interno di quel decollo, va scomposto Tre domande politiche/ Fabrizio Cicchitto Se c'è qualcuno che voolìa affermare che quesri ulrimi dieci ann, rono srati so10una rt:mpesta in un bicchier d'acqua. una pan• tomima fra i servi piU intelligenti e quelli piU sciocchi del capitale, si accomodi pure: a patto che ci spieghi allora qual è stata, sul pi;mo politico, la storia aurentica di questi anni per identificare anche l'esistenza di profondi vizi di costruz10• ne, che però si pongono su un piano diverso rispetto agli errori successivi che hanno un segno diverso perchè marcano già il trapasso da una fase politica ad un'altra. Anche questo, infatti, occorre chiarire: il centro-sinistra è uno e trino, nel senso che esso va colto sia nella sua continuità di presenza politica, sia nella discontinuità di almeno tre fasi emerse al suo interno, quella riformatrice del 62-63, quella moderata del 64-68 e quella attuale. che non saprei come definire se non sotto l'immagine contraddittoria di una "disintegrazione congelata". So perfettamente che questo inizio di ragionamento può essere liquidato come un'esercitazione del tutto interna alla logica del centro-sinistra, ma sta di fatto che - ferma restando l'analisi critica del suo stesso meccanismo iniziate - non si può dire che il centro-sinistra del 62 sia uguale a quello del '67 ed a quello del '71. In sostanza. secondo me. il centro· sinistra al suo inizio presentava una molteplicità di sbocchi. Che tutto non fosse scontato e inevitabile è dimostrato pro· prio dalla lotta senza esclusioni di colpi sviluppatasi subito al suo interno. Per sostenere il contrario bisogna avere anche il coraggio di cancellare dieci anni di storia italiana, fra cui due scissioni del partito socialista. non so quante crisi di governo. almeno un paio di minacce a mano armata di sovverti• menti istituzionali, qualche crisi economica, diverse situazioni di acuta tensione sociale e politica. Se c'è qualcuno il quale voglia affermare che si è trattato solo di una tempesta in un bicchier d'acqua. di una pantomima fra i servi più intelli• genti e quelli più sciocchi del capitale (che, per uno strano scherzo del destino. regolarmente prevalgono) si può evidentemente accomodare. a patto che allora ci spieghi qual è stata, sul piano politico, la storia autentica di questi anni. Per quello che riguarda il decollo del centro-sinistra bisogna ri· levare che il suo programma economico aveva due facce forte• mente coritraddittorie: da un lato proponeva misure di rottura reale dell'equilibrio economico-sociale tradizionale: si può esse• re, e giustamente. molto critici sullo sbocco e sulla stessa qualità dell'operazione, ma la nazionalizzazione dell'energia elettrica e la legge urbanistica generale. se attuate in rapida successione, avrebbero comportato uno sconvolgimento profondo nella strut• tura dell'economia italiana. Dall'alt~o lato esso si fondava su due assunti rivelatisi errati: la continuità del processo di sviluppo, la differenziazione profonda fra le posizioni di profitto e quelle di rendita con la scelta
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