giovane critica - n. 29 - inverno 1971

Stampa / Il Mattino complessi che siano, vogliano attingervi un poco di serenità e di fede per le ore peggiori, per cui sento di affermare che, pur nella semplicità di una colomba armata di sole ali bianche, quella della Volpi Scinicariello non resterà una parola inutile". Augusto Croceo, Novità librarie , 1/ 11/71, p. 3. Ne deriva un misurato intreccio di tradizionalismo e prudente disponibilità, che assegnaal Mattino - sulla piazza napoletana coperta a destra dalla abnorme presenza dei quotidiani laurini di estrema - il ruolo di organo di informazione costituzionale per un pubblico politicamente composito, che ha precisi confini i destra, ma non altrettanto netti a sinistra: dove l'assenza di un'alternativa locale di sinistra e viceversa la presenza qualificante degli organi di estrema destra, apre la strada il foglio in· terclassista dichiaratamente costituzionale. Si potrebbe in questo senso parlare di unanimismo imperfetto. Imperfetto perché - tutto interno com'è a una ge,itione oligar• chica dell'appirente unanimismo e quindi legato alla regola della omissione per ciò che ne fuoriesce - il Mattino è pur sempre un foglio di galantuomini per galantuomin;, e sia pure di vario accasamento partitico. (Dove sono le venature populistiche. l'attenzione degli Scarfoglio verso certi lati e problemi della Napoli dei "bassi", in questo foglio asettico e mitridatizzato nei confronti di qualsiasi problematici tli massae dal basso' ). Imperfetto, poi, vistosamente, l'appar~nte unanimismo, perche monco verso destra: antifascismo che ha ben poche analogie, è bene ricordarlo, nella stampa del Centro,Sud, nella quale il . termine "fascista" appare quasi tabù. Ma imperfetto anche perché non sempre regge il lingu~io anodino della passiva registrazione dei dati e della equanime rappresentazione quotidiana di una realtà decurtata di quelle forze o di quei temi che costi• tuirebbero contraddizione e conflitto. Di solito. comunque, e proprio questa la levigata immagine del mondo che il redattore collettivo del Manino si sforza di comunicare (di redattori in senso individuale non sembra il caso di parlare nell'antico foglio degli Scarfoglio e degli Ansaldo, a parte qualche articolo di fondo su cui v. più ..,anti). Un'immagine passabilmente armoniosa, che - nel contesto così spesso apocalittico della stampa meridionale - appare una vera oasi di pacifico, legalitario confronto tra collaboratori id un'opera sostanzialmente comune: anche quando i protagonisti non sono Rotary e Croce Rossa, ma industriali, sindacati, lavoratori.Un'armonia, ben s'intende, che non ignora la conflittualità, ma in modo da farla agire tutta dentro i meccanismi del sistema. Un sistema pluralistico sostanzialmente integrato, della cui saldezza non mostra infatti ci sia ;.rr,,one di temere e di cui presenta quotidianamente partecipi, 101 tra gli altri, gli stess, sindacati; mentre 11 Comunismo mantiene si i suoi contorni di Nemico, ma 1n terza pagina o 1n tOnd1 occasionali; cioè 1n sede d1 riflessione 1deolo91cae panoramica internazionale; e invece - come PCI - si avvia. nel Mattino ultima maniera, a perdere le contraffatte fattezze eversive e dema• gogiche che ancora gli vengono reiteratamente attribuite nelle allarmistiche pagme del Tempo, della Sicilia. della Gazzetta del Sud e di gran parte dei quotidiani meridionali. S'intende, neppure per il Mattino - legato al Banco di Napoli - il PCI può aver cessato di essereun interlocutore da tenere comunq..ie prudentemente a bada; però il foglio già laurino - uno dei pochissimi precocemente convertiti al centro-smistra, fin dal congresso democristiano di Napoli .:_non ha p1u bisogno del Nemico a sinistra e del momento negativo come fattore unifican· te; il suo fattore unificante e invece positivo, è il richiamo costituzionale all'ordine antifascista; nei momenti caldi d Mattino può semmai nconoscere a destra, nel risorgente fasci• smo, un Nemico dello Stato e dunque un fattore unificante del blocco legalitario di cui partecipa. Non sempre gli steccati dell'ideologia tengono a bada le contraddizioni della realtà. In questi casi, i comportamenti dei giornali d'ordine possono riassumersi in due filoni: si emargtna I' evento estraneo alta formula ideologica del giornale con l'omis• sione o con la drammatizzazione. Il Mattino, finché può, sceglie la prima via (p. es. nei confronti dell'"estremismo" di sinistra, tendenzialmente omesso e emarginato. anche perché altrimenti ridurrebbe la portata e la latitudine del blocco legali• tario integrato). La Sicilia, quasi sempre, la seconda via. I moti di Reggio Calabria offrono, nei due casi, esempi probanti. L'immagine della realtà, nei suoi meccanismi funzionali, vi appare messa in forse. La spontaneità di massa e l'azione di piazza in· ceppano i meccanismi tradizionali della mediazione oligarchica e della delega alle istituzioni. Di fronte al fatto nuovo, il Matti· no reagisce suonando per mesi interi la campana a morto alla irrazionale rivolta e garantendo al lettore una normalizzazio• ne sempre incipiente e sempre rimandata. "Meridionalista" come si compiace di proclamarsi, il Mattino mal sopporta in• fatti questa vociferante e confusa irruzione di meridionali disintegrati nell'area riservata al governo e ai centri di potere istituzionali, di maggioranza e d'opposizione. Ed ecco, di fronte all'urgere inatteso dei fatti, venir meno l'aplomb e la burocratica dignità; titoli e sommari attivizzarsi, deprecare, promettere - al seguito delle deprecazioni o promesse governative - giungendo eccezionalmente a forme di preoccupata drammatizzazione. Ci sono altri riscontri, situa-

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