giovane critica - n. 28 - autunno 1971

grazie all'Intervento statale. Questo. mentre gli studi piU recenti hanno dimostrato come il sottosviluppo sia l'altra faccia dello sviluppo, ad esso cOnsustanzlale per dlrla con Sweezy. Una Impostazione In tal senso degli studi sulla storia del mezzogiorno farebbe certamente piazza pulita di quella serie di logori luoghl comuni. che. se non sono falsificazioni. sono banalità. Pensiamo alla favola (di cui si fa portavoce anche l'Antologia del Calzzi) delle vaste estensioni di terre Incolte al Sud al momento dell'unità. assolutamente falsa (la parte totalmente im• produttiva delle terre meridionali era appena Il 6.9% rispetto al territorio produttivo, mentre la media nazionale era del 9.2%: gli Incolti produttivi, poi, erano al Sud il 5,1% dei terreni produttivi, la media nazionale era del 9,6%) s; o ancora alla ripetuta affermazione (ripresa anche dal Calzzl) del persistere della proprietà nelle mani delta nobiltà. 01 questa osservazione, o di consimili. non cl Interessa neppure verificare l'esattezza, dal momento che essa è del tutto Insignificante. come dovrebbe sapere ogni storico dell'economia appena smaliziato: non è Il blasone di un proprietario terriero a rendere un modo di produzione feudale o capltallstlco. evidentemente. E che la vecchia classe feudale possa trasformarsi In una diversa classe sfruttatrice (borghesia). è stato notato già cento anni fa da un Engels nell'Antlduhring. Una ricerca condotta con metodi e criteri nuovi dovrebbe. invece. considerare I dati riguardanti Il numero dei braccianti al momento dell'unltà: essi erano al Sud Il 56,3% del totale italiano (1512279 su 2 695977) "; e ciò cl sembra, invero, molto piU importante che non considerare I blasoni del proprietari terrieri. Cl si potrebbe chiedere. per via del pochi accenni finora esposti sulla storia del mezzogiorno, dai quali si può forse già ricavare che nel 1860 la rivoluzione borghese era già pienamente avvenuta a llvello socio-economico, quale è Il nostro parere sulle cause del sottosviluppo del mezzogiorno. Riteniamo che la causa fondamentale fu la politica dello stato italiano dopo l'unità 7 , Il che sarà plU ampiamente dimostrato In un lavoro monografico di Antonio Carlo e di chi scrive. dl prossima pubbllcazlone. Non mancano. Invero, In tutta la storiografia Italiana, e nella stessa Antologia del Calzzi. cenni allo sfruttamento cui Il Sud fu sottoposto dopo l'unità in favore del Nord, ma inserendosi in una rl• costruzione disarticolata. essi perdono significato e costituiscono ben spesso solo una testimonianza di una cronica situazione dl sottosviluppo. Dopo questo lungo discorso sulla visione che si ricava dalla lettura dell'antologia del Calzzl sulla storia del mezzogiorno (ma U riferimento è rivolto a tanti altri) non crediamo sta difficile comprendere I criteri che lo hanno guidato nella scelta del brani del suo volume. Egll Il raccoglle In quattro sezioni: • L'eredità storie• •. • I dati fisici della questione merldlonale •, • I termini economici della questione meridionale • e • I termini politici della questione meridionale •. La prima sezione dell'Antologia, che contiene solo tre brani, dovrebbe dimostrare il carattere feudale del Sud. in partlcolare nel ·100. E come? Con qualche pagina del Galanti che tratta del vecchi vincoli giuridici che gravano sulla terra•. e un ben piU interessante scritto del Balsamo sui pericoli di sovraproduzione che minacciano l'agricoltura siciliana e sulla necessità della sua industrializzazione - ossia su una problematica. propria di una società borghese o almeno In via di trasformazione. Fondamentale, per il discorso del Calzzi, è la seconda sezione dell'Antologia rivolta a dimostrare la povertà naturale del mezzogiorno. l'influenza negativa del clima. ecc. VI trova. dunque. il • meritato • rilie• vo lo scritto del Maranelli contenente la citata affermazione sulla Sicilia pre•romana, insieme ad un brano del Cuboni che sottolinea come • le leggi che governano gli uomini cambiano a seconda del clima e delle proprietà del suolo •. Nella terza sezione. riguardante i termini economici della • Questione meridionale •. sono raccolti un certo numero di squarci tenuti Insieme da un difficile mastice: si va da un passo del Sonnino che impreca al latifondo ed al costumi feudall. ad un altro del Fortunato sugli effetti negativi del protezionismo sull'agricoltura meridionale - che. In verità, mostra la dinamica capitalistica dell'economia det Sud'; vi sono poi altri due squarci sul protezionismo del De Viti De Marco. e poi si salta alla riforma agraria del 1950 ed alla emigrazione degli anni del • miracolo economico •, della quale ta Lutz si affanna a sostenere i • benefici • effetti per il Sud. C'è. Insomma. un po' di tutto. ma al sollto senza l'ombra di penetrazione storica: valgono come esempio i brani sulla sis Un altro del falsl miti sul Sud è quello del gran numero di poveri che esso aveva: la reahà, invece. è che al Sud I poveri erano r1 .34¾ delta popolazione mentre la media nazlonale era delrl .40°1•. 1t La popola:rlone del Sud era di poco Inferiore al 40•'• dell'in• tera Po9()1azlone Italiana. f Non solo. Infatti, al momento delrunltà d'Italia anche Il Sud aveva rea11ua10 la sua rivoluzione • borghese •. ma vi era una so• stanziale parità fra lo svfluppo del Nord e quello del Sud. • La scelta di 1ale brano del Galanti è un po' capziosa, In quanlo tale autore dà. nelte sue opere, un giudizio sostanrlalmente positivo sullo sviluppo del mezzogiorno, un giudizio. cioè, cui non sfuggono gli elementl noovl che vanno maturando: !aie brano è perciò da lnten• dersl piuttosto In senso di stlmolo al potere politico affinché rimuova gU ostacoli derivanti dal vecchi residui feudali. E che si esageri anche la portata di tali ostacoli !t provato dall'affermazione di vari autori (Balsamo. Btanch1nl e altri) sulla faclllt!I di rendere di fatto inoperanti le vecchie norme feudali pili contrastanti con la nuova realtà (ad esempio le norme sul divieto di esportazione del grani). ' Come spiegare. Infatti, con la logica di una società feudale la crisi dell'avrlcoltura meridionale dopo il 1887. davvero non sappiamo. 87

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