giovane critica - n. 28 - autunno 1971

Dimostrazione che non ml sembra sia stata. o possa essere contestata da alcuno all'Interno della sinistra, anzi delle sinistre Italiane: e che, come tale. è stata uno dei pochi punti di partenza acquisiti a tutte le strategie e tattiche che. dal 1964 In poi, si sono confrontate e si confrontano nel movimento. Ora proprio questa pollvalenza di sbocchi - e quindi di Interpretazioni - rivela, per altro verso. l'ambiguità e quindi la cMficoltà della lezione di 1960-64 E ne costituiscono, forse. la testimonianza migllore le vicende politico-ideologiche del gruppo che piU di ogni altri si era identificato con la strategia delle riforme di struttura: quello lombardiano Non è un caso. del resto. che lo stesso testo di Tamburrano contenga l'antefatto e lo svolgimento, ma non l'epilogo del dramma Sappiamo. dal programma distribuito durante lo spettacolo, che l'attesa catarsi dell'eroe si è poi verificata: che il Psi ha potuto rompere i vincoli con la Circe/Medusa socialdemocratica ritrovando I suoi Contatti con i vecchi amici del Movimento Operalo; sappiamo anche che il Cattivo Vizir Nenni non è pili ascoltato mentre i Meriti di lombardi sono stati Riconosciuti; e tutto questo cl pare logico e giusto Ma sappiamo anche che l'eroe cosi rigenerato si mantiene piu che mai fedele alla politica di centro-slnistra. questa volta con l'appoggio e l'incoraggiamento aperto del Pcl e dei sindacati: e che, ancora. con l'appoggio della sinistra • di opposizione •, punta oggi su Riforme che per quanto significative sono indubbiamente piU vicine al programma • sociale • del Psdl del 1960·64 che alla linea di contestazione del meccanismo di sviluppo capitalistico preconizzata dal Psi nella storia narrataci da Tamburrano: e questa parte dell'epilogo non ci pare, in qualche modo, illogica e incoerente. né ci stupisce che l'autore non abbia voluto raccontarla. Del resto questo epilogo (o, per dirla nel gergo rassicurante e vago del politici, questa • fase di transizione •I noi della sinistra lombardiana non lo prevedevano. o lo prevedevamo solo in parte. Questa considerazione autocritica vuole essere la premessa necessaria di una testimonianza di gruppo che sia, al tempo stesso. elemento di un dibattito sulla situazione attuale: ed è anche dovuta, sia detto tra parentesi. In relazlone al raro e coraggioso esempio di autOCritica rappresentato da1 libro stesso di Tamburrano. Ml sia consentita qui una sola digressione personale. Per molti di noi gli anni dal 1963 a1 1968 sono stati una lunga serie di frustrazioni e di bocconi amari: ma tra I pili intollerablll e imperdonabili vi erano le manifestazioni di trionfalismo sociallsta. E non parlo della • stanza dei bottoni • (slogan appena pili volgare di altri) e della carica del 600 intellettuali In occasione dell'unlficazione socialista - manifestazione come tante di antico ltallco costume - quanto delle formule che hanno accompagna80 to e giustificato l'entrata del soclallstl a,I Potere. • Da oggi ognuno è pili libero•: Il plano come • salto di qualità e scelta di civiltà•: la • diffusione della trama pubbllcistlca nella economia e nella società • come panacea unlversale e cosi via,. Attraverso queste formule si esprimevano dopo tutto gli esponenti plU brillanti della lntelllghenzia del Psi. E, se potevamo ancora tollerare che essi ritenessero l'esperimento riformista coincidente con la redazione del plano, cl pareva francamente Intollerabile che essi scambiassero la via italiana al socialismo con via XX Settembre. Mistificazione innocua? Certamente, ma quindi tanto piU sgradevole. E. anche se Tamburrano di essa è stato solo marginalmente partecipe (tanto da porre. giustamente, Nenni e non Pieracclnl al centro della sua attenzione di quegli anni), non è però meno significativo il fatto che egli riconosca oggi che nel centro-sinistra morodoroteo/autonomista la supremazia del plano, e cioè la leadership del potere politico sul potere economico. era, fin dall'inizio una pia illusione. Ma (e qui lo sfogo personale diventa testimonianza di gruppo) non era propria questa la piattaforma ldeologlca, del gruppo 1ombardlano. fondamento, ad un tempo: del successo della prospettiva di centro-sinistra nel congressi socialisti: del ruolo di Iniziativa che Il partito si attribuiva all'Interno delle forze politiche italiane: Infine, della leadership programmatica del gruppo lombardiano all'interno del Psi? Certo: e non a caso il luglio del 1964 segna a un tempo la liquidazione ufficialA del centro-sinistra riformatore cosi come della funzione di guida del Psi e del qt..adrl pollticl ed Intellettuali lombardlani; ponendo a questi ultimi H duplice non facile problema e della trasformazione da gruppo di pressione privilegiato In corrente di minoranza e della riconsiderazione dei mezzi e del modi della strategia delle riforme nou avendo l'originale prospettiva lombardlana resistito alla prova del fatti. Che la sconfitta fosse certa ce ne eravamo accorti anche prima della crisi del t964. Che fosse fatale non giungemmo però mal ad ammetterlo del tutto. E non parlo qui dell'esperienza del • giovani • della corrente che auspicavano l'interruzione dell'esperlmento di centrosinistra fin dalla seconda metà del 1962 (compromesso CattanlBonoml sulle leggi agrarie: • fermo • del Cn della Oc): che puntarono fino In fondo sulla rottura tra Nenni e lombardi dopo la notte di San Gregorio: che vissero I giorni della costituzione del 1° governo Moro e della scissione del Pslup come glornl tragici per Il partito e la sinistra in generale: e che accolsero Infine quasi come una llberazlone l'uscita del gruppo dalla maggioranza autonomista. Parlo piuttosto del gruppo di· rlgente lombardlano che già nel corso del 1963 perde progressivamente ogni fiducia nella posslbllltà di una corretta realizza-

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