giovane critica - n. 28 - autunno 1971

tentano la mobilitazione / nell'università, nelle scuole, nelle fabbriche (S-6/2/71, p. 4, 8 c.); Bottiglie Molotov contro circolo PS / 'Maledet1i assassini, la pagherete' (6 c.); 'Pasquino', nella rubrica '11cittadino che protesta·. se la prende con i vigili urbani che scioperano: Chi vigila i vigili? l• 'Ouis custodiet custodies?'. si diceva prima che i ministri della - per cosi dire - Istruzione abolissero l'uso del latino. sostituendolo con I - diciamo cosi - pensieri di Mao•): Sgominata la gang della Baldulna (5 c ): 'laureavano' anche i pregiudicati (sopratitolo. 4 c) La pagina è chiusa dall'annuncio di una Messa in suffragio dei legionari ( I c.). celebrata dal Vicario generale militare, in occasione del 48° anniversario di fondazione della MIiizia Volontaria per la Sicureua Nazionale. Quanto alle responsabilità del dilagare del caos, il foglio romano della catena Monti non lascia passare giorno senza deplorare le complicità, per codardia o per passaggio al nemico, del vari organi dello Stato. Alla penna autorevole delron. Gonella - che già aveva deplorato, fra l'altro, la Decadenza della Giustizia e gli arbitri delrinterpretazlone evolutiva del diritto nell'editoriale del 2·3/2/71 - viene affidato il compito di commentare in questa chiave i risultati delle elezioni del 13 giugno: • Larghi strati della popolazione si sono sentiti indifesi e offesi. e centinaia di migliaia di elettori si sono rivolti al di fuori dell'atea convenzionale della democrazia in cerca di difendersi comunque dal momento che il sistema statale non difende sufficientemente né le libertà. né gli interessi legittimi • (Pericoli di ristagno, edit.. 28-29/6/71). Eppure, nonostante la pratica usuale dell'allarmismo. arriva sempre il momento in cui il lettore viene rassicurato che lo Stato. pur che lo voglla. è incommensurabilmente il piU forte: la polizia ha o può avere i mezzi per schiacciare i crimini e le rlvolte; il generale De Lorenzo ha agito da solo e per eccesso di zelo e nessun 'colpo d, stato· ha mai minacciato, da destra. la democrazia italiana, fuor che nelle menti malate o interessate del radical.comunismo Interno e internazionale (cfr. i vari pezzi del 16-17/1/71): i sindacati millantano una rappresentatività plebiscitaria che sono lontani dall'avere (A. Bignardi, l'espansione sindacale. 30-31/1/71. p. 2: G Gonella, Politica e sindacati, 6-7/ 2 71. p 3): I giovani hlppyes e contestatori sono In fondo quattro gatti, rispetto all"esercito dei bravi ragazzi che non chiedono che di poter studiare e lavorare In pace: I centri del dissenso cattolico sl vanno dissolvendo e la Chiesa Italiana risorge (Dilaga la rivolta nelle Acll. 6-7/2/71. p, 2, 5 c.: SI spengono le voci del dissenso cattolico, 10-11/7/71, che inneggia alla morte di Ouestitalia e del Regno). E' la tipica doccia scozzese che. a fini sia diffuslona11 che didattici, I fogli moderati e reazionari usano nel confronti dei loro lettori: Attila è sempre alle porte, lll8, se solo saremo uniti, Roma sarà salva. L'importante è ga78 rantlre la compattezza del 'fronte Interno'. Come sempre nelle situazioni vissute e presentate come uno scontro frontale. il sospetto vede traditori dovunque e il volto del nemico Interno è piU sinistro e contraffatto di quello del nemico ufficiale. Perciò Donat-Cattln ha piU spazio di Berlinguer. Dopo una nuova • incredibile sortita • del ministro del lavoro sulla congiuntura economica e suita • guerriglia nelle aziende •. l'editorialista del Giornale d'Italia conclude: • il fatto che non si proweda, da chi di dovere, a metterlo, una volta per tutte, di fronte alle proprie responsabllità. non può non allarmare e non può non accrescere lo stato di confusione che a tutti I livelli sta dilagando nel paese • (Luigi Barone, la guerriglia nelle aziende, edit .. 16-17/1/71). Correlativo all'ostilltà per ciò che corrode la saldezza delle istituzioni - e quindi alla messa in stato di accusa dei movimenti di contestazione, proprio in quanto muovono dal basso e quindi presumono nel cittadino la possibilità di organizzarsi autonomamente all'interno dello Stato e contro di esso - è il largo spazio concesso alla grande politica, la politica estera. Fa parte della 'realpolitik' a cui si ispira il giornate: al di là dei miti. cl0 che vale è la forza: ciò che predispone e organizza Il 'consenso' sono le forze di polizia sul piano Interno, le zone d'influenza. le grandi alleanze militari e le ragioni delle super• potenze sul piano internazionale. Il lucido, sprezzante teorico del permanere della 'ragion di stato' come suprema regolatrice dei rapporti Interni e Internazionali, è R. Cantalupo. La sua esperienza di parlamentare italiano ed europeo e le sue letture dei classici liberali e nazionalisti sono messe a frutto per dotare II foglio romano di un orizzonte di insolita ampiezza per un quotidiano italiano, in politica estera; è anche caratteristico della cultura dell'editorialista e delle nostalgie del giornale che il baricentro degli interessi di Cantalupo resti pur sempre il Mediterraneo: anche se l'omaggio alla tradizione nazionalista viene temperato da una esibita volontà di crudo realismo sull'inverslO· ne dei ruoli di cui oggi soffrirebbero gli antichi popoli colonlz• zatorl: • Diciamo tutto: oggi il Mediterraneo è politicamente 'colonizzato· e I popoli colonlall sono i nostri, europei e mediterranei • (Si può entrare?, edlt., 10-11/2/71). Le nostalgie mediterranee lasciano filtrare un desiderio frustrato di lndlpenden• za nel confronti degli Usa, Ipotizzabile ormai solo In chiave europea: • oppure continuiamo a operarvi [nel Mediterraneo] utl singuli, stipulando affarucci e simulando politichette, e allora possiamo rassegnarci fin da ora a sentirci sfottere dagll storici del futuro. che cl catalogheranno tutti insieme sotto lo pseu• donlmo di 'exeuropel, sudditi senza diritto al voto della VI Flotta USA'. (A. Cantalupo, Mediterraneo mare ■ltrul, edit., 1-2/ 2/71). Che l'istanza nazionalista e la nostalgla di potenze re-

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