giovane critica - n. 28 - autunno 1971

opposti. polemizzando anche con lorzs con /'sllarmlsmo di certi gruppi politici ed economici, senza mai controbattere effi. cacemente, con argomenti logici e politici. la presunta funzionalità di questa relazione. Cioe non hanno mai saputo mettere In evidenza le cause reali della crisi economica: a volte lo hanno paradossalmente fatto meglio gli imprenditori. almeno una parte di loro. Non credi che /'incapacità delle confederazioni di sma• scherare il senso di questa polemica nasca proprio da una Incapacità di concepire il sindacato unitario in una prospettiva di lotta politica? Si. c'è anche questa componente che dlci tu ma cl sono anche altri elementi. la pesantezza delle difficoltà economiche è difficilmente negabile: semmai c'è dissenso sulle cause e sul modo di intervenire. l'apparato industriale nel paese è sempre stato sulle soglie del collasso: ma mentre finora, all'indomani delle battaglie contrattuali, le organizzazioni dei lavoratori avevano consentito lunghe pause nelle quali il padronato aveva potuto recuperare mediante una ristrutturazione organizzativa ed una conseguente intensificazione dei ritmi, dopo le lotte del '69 la crisi è divenuta acuta perché è emerso Il limite oggettivo dell'attuale organizzazione del lavoro. Agnelli afferma che l'assenteismo deriva da due cause: da un lato, il cottimo non è più !"elemento che di per sé induce il lavoratore a tare meno assenze; dall'altro, l'estrema parcelizzazione del lavoro e il suo carattere alienanti sono tali che costringono Il lavoratore a sfuggire il piU possibile da questo tipo di prestazione (cosa evidentemente anche facilitata dal fatto che se oggi rimane a casa è pagato mentre ieri non era cosi). Ma se. com'è owio. queste considerazioni portano Agnelli ed altri imprenditori a valutare negativamente alcune importanti conquiste sociali. tuttavia nelle loro affermazioni c'è un riconoscimento implicito molto importante: l'attuale organizzazione del lavoro è ormal divenuta un llmite oggettivo di per sé. al di 1à del tipo di rèlazioni che si instaurano con il sindacato. a11osviluppo della produzione. Dopo 11 '69 il padronato doveva prendere coscienza degli elementi di novità che queste conquiste introducevano e del fatto che l'azione contrattuale aveva posto vincoli permanenti che avrebbero determinato una forte reazione del lavoratori ogni qual volta si fosse tentato di rimetterli in discussione. Erano quindi necessari nuovi investimenti, l'Impiego di nuove tecnologie. una modifica reale dell'apparato produttivo. Cose che non sono state fatte. e· però del tutto illusoria l'ipotesi che una parte del padronato mtende formulare e cioè che minacciando le organizzazioni del lavoratori di una crisi economica seria si possa tornare ad avere mano libera come nel passato. Dato e non concesso che 6 esista una disponlbllità delle confederazioni e delle federazioni di categoria, cl si scontrerebbe in ogni caso con l'lndlsponlbilltà del lavoratori che hanno trovato altre forme di protesta, ivi compreso l'assenteismo. Deve essere insomma chiaro che un aumento ulteriore della produzione e della produttività non passa - nonostante le sollecitazioni del pubbllco potere alla classe operala affinché lavori plU di buona lena - per la strada della Intensificazione dello sfruttamento. Passa semmai attraverso una diversa politica degli investimenti. Ci sono però anche responsabilità del sindacato: per esempio nel modo con cui ha portato avanti la politica delle riforme. Mentre a differenza degli anni precedenti ha saputo colmare la lacuna dell'Iniziativa polttlco-rivendicativa in fabbrica. esso non è stato ugualmente in grado di Impedire che la traslazione dei costi awenlsse a livello di sistema. In questo senso l'intuizione della politica delle riforme poteva essere un tentativo di risposta. Sono mancati però alcuni elementi di chiarezza. Si trattava di concepire la politica delle riforme non come un vago momento di protesta popolare: mettiamo Insieme tutti I motivi d'insoddisfazione e ogni tanto facciamo uno sciopero generale che dovrebbe riguardare contemporaneamente la occupazione. to sviluppo economico. la sanità. i trasporti: un coacervo di obiettivi rispetto al quali l'azione non è un momento di presa di coscienza ma di generica protesta. Intanto. non si sono saputi individuare una serie di obiettivi intermedi ... Sono mancati 911obiettivi Intermedi ed è mancata sopra tutto una visione strategica chiara. Era necessaria una selezione degli obiettivi, non solo queUI Intermedi. In un paese come 11nostro è davvero pazzesco pensare di colpire contemporaneamente la rendita fondiaria, la rendita farmaceutica e quella sanitaria con 1e sole forze del sindacato. Pensare di spazzare via con l'azione sindacale contemporaneamente tutte le strozzature e I condizionamenti che hanno retto Il potere politico in tutti questi anni significa o porsi reallsticamente Il problema di una prospettlva rivoluzionarla - ma allora il dlscOf'So non -si esaurisce sul piano sindacale e deve coinvolgere un arco di forze politiche in una strategia chiaramente delineata - oppure significa andare Incontro alla sconfitta. E un movimento come quello sindacale che si alimenta. proprio per la naturale positività della classe operala, soprattutto di successi, di conquiste anche parziall mo conquiste. non può ridursi - pena scontare un riflusso anche enorme nel movl• mento - ed azioni genericamente protestatarie. Il che significa che, se non c'erano queste condizioni rivoluzionarie come a me pare. occorreva selezionare un obiettivo alla volta e misurarsi

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==