giovane critica - n. 28 - autunno 1971

sione delle rivolte popolari del febbraio e del novembre 1968). Sarebbero passate piu volte dalla collera all'abbattimento e poi dall'abbattimento alla collera Ma non vedendo sorgere alcuna possibilità d1 rimpiazzare il regime, non avrebbero messo in questione. su larga scala. Il ruolo dirigente di Nasser. A partire dal giugno 1967, il rapporto di fiducia che legava il popolo al Rais era divenuto plU complesso e piU diret1o di prima Il 9 giugno era stato il popolo a ricondurre Nasser alle responsabilità supreme, laddove tutti i nuovi borghesi arricchitisi nella sua ombra, lo avevano abbandonato. Il popolo avrebbe creduto. nel momento in cui lo strappava alla borghesia. di averlo dissociato dal regime. E si apprestava ad attendere da lui, più o meno Impazientemente a seconda delle ore. l'organizzazione della guerra e la riconquista della dignità egiziana di fronte a Israele Il popolo aveva dunque acquisito una maggiore presa morale, un maggiore peso sulle decisioni di Nasser all'indomani della guerra e lo awertiva confusamente. Si rendeva conto che Nasser avrebbe voluto llberarsi da questo gravame, ripren• dere il monopolio assoluto dell'orientamento politico del paese. Ma se le masse avevano cessato di essere sottomesse, restavano però importanti Esse erano sempre piu lucide quanto alla realtà politica che vivevano. ma. essendo incapaci di camb1arv1 checchessia. sl sarebbero aggrappate di nuovo, quando Nasser scatenò la guerra. alla speranza di una offensiva contro Israele che a poco a poco si generalizzasse e facesse appello a una autentica mobilitazione popolare. Poiché lo schema detl'~ unità nazionale a passiva attorno a Nasser non era stato sostituito da nessuna visione piU rivoluzionaria della lotta anti•imperia1ista, ricominciava ad assumere sempre piU pienamente la sua funzione di costrizione ideologica ogni iniziativa indipendente serve al nemico: bisognava serrare le flla dietro il Ra,s. accordargli ancora una volta fiducia Ma alla fine del settembre 1970, con la sua morte, tutto comincia a mutare Il popolo. d'ora innanzi. deve guardare le cose In faccia La sua dimjssione politica, l'accettazione della sua impotenza. sono state possibili solo come contropartita della sua fiducia in Nasser. Nasser morto. non è piU questione di • rigenerare a dall'interno il suo regime; tanto meno è questione di sperare dal suo successore che ridia all'Egitto la sua grandezza passata. La paIria è m pericolo e I posti dl comando dell'Egltto non sono piU In mani sicure. L'alternativa tra la via della capltolazlone e la via della mobilitazione generale per una guerra di liberazlorie prolungata contro Israele. non puO pili essere elusa dalla speranza di un raddrizzamento mlracolol!o della situazione che ve72 nlsse • dall'alto a. La pol!tlc.::i nazlonale non puO pili essere lasciata nelle buone mani di Sadat. Sadat, In effetti, non possiede alcuna legittimità agli occhi delle grandi masse. E' associato al discredito generale nel quale era gradualmente caduto l'ambiente vicino a Nasser. Peraltro I.i borghesia ha su di lui del diritti che non aveva su Nasser. Nasser era il suo padre spirituale. e in un ceIto modo. il suo creatore. Nasser vivo. essa poteva formulare 1e sue esigenze in modo piU o meno pressante. non imporle Lo stesso non puO dirsi di Sadat che è la sua creatura. Ne è stato eletto, è il comune denominatore provvisorio delle sue esigenze, formulate attraverso i suoi diversi gruppi di pressione al vertice. L'autonomia relativa del potere di fronte ai rappresentanti delle diverse frazioni delta borghesia diminuisce cosi In modo evidente agli occhi di t~tti. Alto stesso tempo, le contraddizioni tra queste diverse frazioni. ognuna di esse mirando a1 monopolio del potere, cominciano ad esprimersi alta luce del giorno, a dispetto dell'alleanza temporanea conclusa all'indomani della morte di Nasser. Il Rais aveva saputo arbitrare questi conflitti. con l'autorità di cui disponeva su tutti. Sadat ne è incapace, e la disgregazione. Il di, scredito del potere sono perciò divenuti inevitabili. In queste condizioni. le masse egiziane riprendono coscienza delle loro responsabilltà. di fronte all'arroganza israeliana. alla penetrazione russa, al tradimento della borghesia dirigente. poiché d'ora Innanzi esse sole possono reagire. le masse egiziane si ritrovano. senza mediazione alcuna, depositarie della dignità nazionale. Gli elementi pilJ avanzati cominciano a fare una distinzione fondamentale, là dove il regime ha cercato sistematicamente di mantenere la confusione. una distinzione tra due concezioni della dignità nazionale. Per la borghesia, 1adignità nazionale non è stata che una parola d'ordine prowisoria, che esprimeva le esigenze del suo accesso allo statuto di classe dirigente. al posto delle classi anti-nazionaliste precedenti il 1952. Ecco perché questa parola d'ordine ha avuto un contenuto borghese. tale da far astrattamente appello all'amor proprio di tutti gli egiziani, non all'iniziativa •ntl,imperialista delle masse. Per le masse, al contrarlo, ta dignità nazlonale non è che un punto d'appoggio sovrastrutturale all'Indipendenza nazionale totale, la sola conforme ai loro Interessi nazlonall. Diventa sempre ph.i chiaro che la dignità nazionale non si confonde con l'Indipendenza nazlonale. Parlare di indipendenza nazionale. significa parlare di un rapporto di forze oggettivo, globale, tra la nazione oppressa e I suol nemici esterni. Perché una nazione acquisisca la sua Indipendenza reale, occorre che essa sia mobilitata ldeologlcamente, polltlcamente e militarmente su scala di massa, affinché l'insieme delle forze

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