coscienza decisiva che peraltro si lnserl in una congiuntura sindacale abbestan;a Interessante. E veniamo alle lotte del '69. al cosiddetto autunno caldo. La spinta che ne derivò è stata variamente Interpretata ed utilizzata. Emerge però. rispetto almeno al problema dell'unità slndecele. une scelte precisa? L'unità di classe. non c'è dubbio. Non nel senso in cui usano questa espressione alcuni settori delle confederazioni, I quali per classe intendono un'accezione sociologica di lavoratori dipendenti o. come diceva negli anni cinquanta la Cisl con un linguaggio per iniziati. i • percettori di reddito fisso da lavoro dipendente •. In quella logica lo sciopero è una azione straordinaria del sindacato. Le lotte del '69. ben diversamente, proponevano un'unità fondata su una concezione antagonistica rispetto alle scelte di politica padronale del potere pubbllco. I sindacati sembrano aver speso male. In modo riformistico, l'eredità di quelle lotte. In esse. secondo te. c'è stata una potenzialità rivoluzionarla? No, non credo ci sia stata. Dirò di pili: non credo che alcuna potenzialità rivoluzionarla si determini per via sindacale. quale che sia Il contenuto dell'azione. Pensarlo sarebbe un grave errore politico e non solo perché Il rischio è di acc:reditare una concezione sorellana pansindacalista. una concezione secondo me molto astratta. Nelle lotte dell'autunno c'erano delle potenzialità per cambiamenti politicl significativi che non sono state tutte utilizzate dal sindacato e dalle forze politiche per alcuni spostamenti reali di potere a favore della classe operala. Dicevo. la rlvoluzione non si fa per vie contrattuall: non si può negoziare con Il padrone la sua scomparsa. L'obiettivo della lotta sindacale non è mai rlvoluzlonarlo: occorre sempre fare un contratto. E un contratto presuppone Il riconosci• mento della controparte, la sua 1egittimazlone. quindi. Indipendentemente dal termini con cui sportivamente vengono definiti soprattutto In certi ambienti della sinistra o pseudoslnlstra, non ci sono richieste avanzate o rivoluzionarie e richieste er• retrate o rHonnlste. Cl sono semmai richieste che suscitano partecipazione e conquista di un potere reale da parte del lavoratore e richieste che pur essendo apparentemente avanzate ,ne accrescono la passività. Per questo ml sembra corretto dire che cl sono rivendicazioni politicamente pili importanti per gll effetti che provocano e rivendicazioni che lo sono meno. Immaginare un'azione rivoluzionaria per via contrattuale fa parte di una concezione politico-romantica poco Incidente sulla storla del paesi. Facendo un riferimento plu attuale alle polemiche sulla unlt/J sindacale, In che misura ritieni che le compflcazloni del processo vadano direttamente messe In ,e/azione con le scelte padronali di questi ultimi tempi. Ml riferisco al rapporto Pire/li e alle contraddizioni che quel rapporto ha sviluppato: mi riferisco anche all'Involuzione del ruolo delle partecipazioni statali, alle loro gravi scelte recenti. In che misura questi due mondi, in una logica di classe un po' semplificata. si sono condizionati? Certo vanno messe In relazione. Il padronato è disponibile all'unltà sindacale purché essa sia un momento di ra:zionaliuazione. comporti cioè una semplificazione dei rapporti. Credo che gli imprenditori siano senz'altro sinceri quando dicono che vogliono un sindacato largamente rappresentativo: esigono però un conflltto sistematizzato, che non metta In discussione spazi decisionali all'interno della fabbrica. quegli spazi che li padronato riconduce compresslvamente alla definizione delle cosidette prerogative imprenditoriali. E' abbastanza emblematico quello che sta succedendo in questi giorni. 11 padronato nel momento in cui cerca rapporti di vertice con le federazioni di categoria e con le confederazioni. adotta alta base un attegglamento duro. repressivo. di attacco alle nuove forme di democrazia sindacale. E' disposto a fare delle coscessioni formali al sindacato e perfino a negoziare modifiche anche rilevanti della condizione materiale del lavoratori. Ciò che evidentemente non accetta di mettere In discussione sono i rapporti di potere dentro e fuori della fabbrica. Ma qual è Il senso di questi Incontri - In parre avvenuti. In parte programmati - tra sindacati e confindustria? I lavoratori che contano in modo decisivo nella fabbrica hanno finito co1 mettere rapidamente in difficoltà lt vecchio modo di far politica al quale I padroni sono attezionati e che cercano ora di rilanclare con queste lnlz.lative. le quali danno apparentemente prestigio al sindacato ma scontano. se non si farà attenzione. il prez.zo di una contraddizione con la linea che dal '69 si è tentato di portare avanti. Non a caso. ad esempio, Lombardi propone come tema di discussione la conflittualità e Il fatto che le confederazioni accettino di parlarne è di per sé molto pericoloso perché lo sbocco può essere un nuovo acc:ordo quadro modello; cioè 11 padronato partendo da posizioni che non sono pili dt negazione del sindacato - non è pili la rozza pofltica vallettiana antioperala e antlslndacale - in realtà cerca di condurlo alle posizioni degli Inizi degll anni sessanta. Veniamo al rapporto tra fotte socie/I e crisi economiche. Ml sembra che I sindacati siano rimasti Incastrati In questa logica: c'è cri.si perché c'è conlllttuallt/J. I suol dirigenti si sono 5
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