quale differenza tra il libero artigiano ed il suo antenato che lavorava nei ginecei segnoriali. Quale distanza tra Pericle che canta all'avvento delle libertà umane e Ucurgo che le comprime Il mercato non è una antiprogramazlone; è un genere pili evoluto di programmazione: quella delle singole aziende, resa possibile proprio dal funzionamento del mercato, dal quale tolgono quanto loro occorre e nel quale versano le merci prodotte. Chi volete che programmi meglio, Breznev a mille chilo- 'Tletri di distanza o chi vive e lavora nell'azienda? Bè noi eravamo socialisti talmente infantili che abbiamo optato per lo Stato cervello programmatore. L'enorme e rapido progresso umano ottenuto quando la economia divenne intensamente mercantile. dimostra la superiorità del mercato sulla programmazione statale. Programmando azienda per azienda, già un uomo. l'artigiano od il capitalista. si libera dalle strette dello Stato. Noi socialisti dobbiamo emancipare tutti I lavoratori. ma se l'azienda non è resa indipendente dallo Stato, rendetevi pur certi che l'emancipazione dei lavoratori ce la possiamo sognare Ergo, Il mercato va mantenuto, ma non è sufficiente. Ci necessita ancora un rapporto di produzione tale per cui lo sfrut• tamento dell'uomo sull'uomo non sia pili possibile. Ecco perché vogliamo abbattere anche il rapporto di produzione capitalista. ma è d'uopo trovare come si debba economicamente impostare l'azienda ln modo che lo sfruttamento venga eliminato; indi le classi. pili tardi lo Stato. La nostra azienda socialista fondata sul mercato deve anche risolvere economicamente un altro problema, quello di ridurre i costi di produzione ancor pili dei capltallsti altrimenti non varrebbe la pena di spodestarli. A diventar piU poveri c'è sempre tempo, ma con un dirigente sociale come la burocrazia di Stato. si pub fare molto presto. Servendoci del mercato possiamo programmare giorno per giorno servendoci del telefono o leggendo un giornale mentre, attendendo le istruzioni da Mosca. esse arriveranno quando il burocrate se ne sarà ricordato e con quella competenza che tutti conosclamo. Il mercato non è' anarchia, ma distribuzione e selezione razionali. Attraverso il suo staccio passano soltanto I prodotti ritenuti Idonei dal consumatore e pressapoco nella quantità richiesta. Dall'annona statale invece. dobbiamo prendere ed Inghiottire tutto quello che passa Il convento. Col mercato si sceglle. si discute, si accetta o si rifiuta. mentre quando viene abolita questa • anarchia • dobbiamo ringraziare i nostri superiori se cl danno Il permesso di comperare qualche cosa. Non vedo che In Russia si sia giunti al bivio: • andare avanti verso il soclallsmo o restaurare Il capitalismo •· Andando 60 avanti nella direzione odierna si procederà sempre piU verso un perfezionamento ed un rafforzamento del Collettivismo Burocratico fin qui generato. Una restaurazione capitalista si presenta già difficile se Imposta dall'esterno anche dopo una disfatta dell'armata rossa. Come sia possibile In seguito ad evoluzione Interna, è quanto non arriviamo proprio ad Immaginare. Ma un ritorno al mercato con autogestione soclallsta delle aziende. questo si lo vediamo bene. Accettare l'autogestione e rifiutare Il mercato come fa il compagno Antonio Carlo cl sembra completamente fuor luogo: senza mercato l'autogestione non è possibile. Se i lavoratori non possono procurarsi il necessario per la loro azienda a mezzo del mercato. debbono forzatamente dipendere da una programmazione extra-aziendale e se non possono esitare I loro prodotti a mezzo del mercato, bisogna che un'annona statale o regionale provveda alla bisogna. Figuriamoci se dopo quanto ho precisato in queste note sarebbe per me • argomen• to centrale d'ana11sl• che nel Collettivo Burocratico il lavoratore è legato al mezzo di produzione. 11. Anche Antonio Carlo è ossessionato dal preeoncetto del • profitto• e della • logica del profitto• perché, secondo lul. • l'elemento specifico della produzione capitalista è la produzione del profitto, dove essa domina c'è capitalismo •· A me risulta che l'elemento specifico del capitalismo è il lavoro comprato con una merce qualsiasi e credo di averlo brevemente documentato ultimamente nell'articolo Origine del Capitalismo, scritto per Socia! Science di Toledo (Ohio). Ammetto però sempre di potermi sbagliare ed attendo rlngra• ziando chi me lo prova. ma sono ben lontano dal credere che il profitto rappresenti una variabile Indipendente nelle quale Il Capitalismo rivelerebbe il suo marchio di fabbrica. Tutto Il mondo degli artigiani lavora per il profitto e non ha nulla a che fare col capitalismo. Tutto Il mondo del contadini che ha perdurato durante lunghi secoli in tutte le parti del pianeta ed è ancor molto diffuso. è volto al raggiungimento del profitto pur non rappresentando una manifestazione capltallstica. E' doveroso anzi ricordare che proprio !'artigiano. sia agrario, sia industrlale, fu largamente trasformato in proletario proprio dai capitalisti stessi. Clb avvenne quando costoro si misero a pagare in contanti il lavoro dell'artlglano; un fenomeno che non è ancore cessato. Ma I Grandi o Il Papa al settimo od all'ottavo secolo dopo Cristo In pieno feudale-
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