giovane critica - n. 28 - autunno 1971

lavoro. Ma è anche Il terreno su cui i padroni hanno tentato di sviluppare un'oHensiva generale contro la classe operala: Il tentativo della borghesia di scaricare la propria crisi sulla c1asse operaia. con la cassa integrazione, con I licenziamenti. e di Isolare le avanguardie operale dal resto del proletariato. di ridare fiato alle trombe reazionarie e fasciste In nome dell'ordine e della ripresa produttiva •· • Abbiamo affermato con chiarezza nel convegno - prosegue • Lotta continua • - che Il nostro obiettivo non è la ripresa produttiva In nome del profitto padronale, ma è nostro compito rendere permanente la crisi del padrone: impedire che venga scaricata sugli operai, costruire dentro la crisi l'organizzazione rivoluzionaria capace di unificare contro i padroni tutti I proletari. La crisi e la repressione non hanno fermato le lotte operale e I padroni accentuano Il loro attacco. I riformisti hanno un ruolo sempre plu passivo e subordinato. Diventa sempre pili urgente avere la capacità e l'organlzzazlone per fissare delle scadenze e precisare le nostre Indicazioni per dare con• tlnuità alla lotta. Noi crediamo che la lotta di classe continuerà in maniera massiccia ma non sottovalutiamo la forza del nemico. E' pazzesco e contrarlo agli Interessi proletarl pensare ad uno scontro frontale a breve scadenza che troverebbe il proletariato impreparato e diviso. La rivoluzione non è una fiammata lnsurre• zlonale ma un lungo processo in cui il proletariato prende coscienza della propria unità e della propria forza, distingue I suol nemici dal suol amici. Prendiamoci la città è solo una fase di questo lungo processo. la fase dello sviluppo dell'autonomia operala dalle grandi fabbriche a tutta la società •· Si riconosce - In questa che è la sintesi finale del convegno bolognese - che la crisi è una politica dei padroni per dividere e colpire gli operai che hanno continuato a lottare, a ribellarsi. a lavorare poco dopo l'autunno caldo del 69: ma anche che essa è l'effetto reale di tali lotte • contro l'organlz. zazlone capltallstica del lavoro •· La crisi. dunque. è una realtà determinata dalle lotte. e che si esprime in termini di ore non lavorate, di indici di produttività Insufficienti e declinanti, di perdita di autorità In fabbrica. L'uso delta crisi. nel senso Indicato da • Lotta continua ., è per I padroni obbligato: essi. In verità. non hanno una strada diversa per tentare di uscirne. Dopo l'autunno caldo non è stato loro posslblle ricreare un equillbrio polltlco e una stabilità conveniente nel rapporti di forza fra operai e padroni, e Il dirottamento delle lotte dalla organizzazione capltallstlca del lavoro alle riforme, dalla fabbrica alla piazza. tentato dal sindacati e voluto dal partiti di alnlstra, non • riuscito e comunque non è valso a far recuperare al padroni autorità e pace in fabbrica e livelli di produttività sufficienti a ricomporre. al di là dei nuovi e pili alti costi del lavoro, i margini di profitto necessari per Investimenti espansivi. e a riaffezionare al lavoro Industriali e managers. L'autonomia operaia. al livello sin qui raggiunto. è stata. per magra che ancora fosse. la volpe che il sindacato ha dovuto prendere per la coda e inseguire. Le lotte operaie hanno anche inasprito le contraddizìoni fra te esigenze di concentrazione e sviluppo dei grandi oligopo11 e le esigenze di sopravvivenza di tante piccole e medie imprese autonome oltre !Imiti non pili tollerabili per il sistema, e che infatti hanno costretto il fronte padronale a ricostituirsi politicamente - in una dialettica Interna tra fascismo e moderatismo - per tenere testa al nemico comune e. contro di esso. tentare di rlstablllre l'ordine. · Plu a destra di cosi il Pci non può andare ancora molto. o cl può andare ma pagando un prezzo alto all'interno della sua già ridotta zona d'Influenza: per diventare infine ciò che la parte moderata e governante della Oc vuole, un partner subordinato attratto nell'eterno gioco interclassista di cui essa è il perno e l'Incarnazione vivente. essa come forza moderata che conta, e non certo la sua ambigua e velleitaria componente di sinistra. Non per nulla il Pci ha snobbato Aldo Moro il quale gli ha pur"riconosciuto • un notevole senso di responsabilità verso il paese rinunciando a giocare un ruolo di rottura e a coprire con un'azione distruttiva il vuoto prodottosi In Italia fra le forze sociali e quelle politiche •· Ad accrescere te difficoltà della borghesia sono sopravvenute le • sconvolgentl • novità nella situazione internazionale e l'esp1oslone dl contraddizioni lnterimperlallstiche. particolarmente acute nel campo degli scambi commerciali e in quello monetario. L'Italia. anello debole dell'imperlallsmo mondiale. ha risentito di una situazione cui è subordinata e dalla quale è pesantemente determinata. Quello ltatlano è. Infatti, un sist.ema che esporta ben il 350/odèrproprlo prodotto lordo. agricolo e industriale. Gli au• mentì del costi di lavoro, che hanno diminuito la sua competitività, le difficoltà produttive per certi settori di corrispondere puntualmente alle richieste di prodotti sul mercato lnternazlonale, le vicende monetarle del giorni scorsi con l'ag• giunta di Improvvise e unllaterall misure protezionistiche messe In atto dagli Usa (quando la barca dei ladroni va male succede come durante la ritirata In Russia nell'ultima guerra: I pili forti - I tedeschi - che se la fllano sul camion e sbattono I calci del tuelli In faccia agli • alleati • di secondo grado. Italiani In testa. che tentano di arrampicarvisi), rendono pili acuta 1a crisi dl vari settori produttivi. mentre non sembra 43

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