giovane critica - n. 28 - autunno 1971

e portate avanti. Ma all'lnlzlo furono anche un altro mondo rispetto al mondo del capitale, e soUecltarono un sentimento popolare contro cui, non a caso, si accani il fascismo. Il fa. sclsmo sapeva che le ·cooperative e le case del popolo erano le basi rosse di allora dalle quali. se organiz.z.ata. poteva pari1re prima la rivoluzione poi, quando Il tempo della rivoluzione sfumò, la riscossa antifascista. la direzione massimalista del Psl non fu capace di attuare né la rivoluzione né la riscossa antifascista. E quando dopo Il 1921 il Pci scese in campo, avendo tutt'altro che rlsoho In sé Il problema del rapporto avanguardia,masse (che fu anche Il problema del rapporto fra Bordlga e Gramsci). anch'esso non poté fare nulla. Il fascismo era passato (perché fu fatto passare dall'esercito (monarchico e reazionario) sulle ceneri delle cooperative e delle case del popolo bruciate. devastate. confiscate. Queste costruzioni o costruzioni del genere. se depurate da ogni forma di gradualismo, se intese come costruzioni proletarie che realizzano all'interno rapporti proletarl (antimercan• tlll. antlcapitalisticl) sono uno dei mezzi. fra i piU importanti, per conquistare la fiducia delle masse, per ottenere che le masse acquistino fiducia ln se stesse, per fondare una forza proletaria che con una propria direzione rlvoluzlonarla, non si lascl plu bruciare ma sappia bruciare, non si faccia piU devastare ma devasti, non si faccia piU confiscare ma confischi. Non si può sperare, Insomma, di sollecitare il sentimento popolare. proletario alla rivoluzione soltanto per via propagandistica e Ideologica. Occorre darsi e dare subito qualcosa di palpabile, e che sia esemplare, embrionalmente, di una prospet• tiva di vita comunista: un mercato rosso senza funzionari del capitale, un ambulatorio rosso senza medici del capitale, una scuola rossa senza Insegnanti del capitale, una cooperativa agricola o di consumo senza gestori del capitale, e cosi via. Mi sono specchiato negli occhi di quel compagno, profondi per determinazione politica e per bontà. mentre parlavamo di queste cose, e ml sono detto. riacquistando fiducia. che si, è possibile prendersi la città. e ho rivisto l'andlrivlenl del compagni alla facoltà di architettura di Milano la notte dell'Invasione da parte della pollzla, la calma delle famiglie, la decisione. l'organlzzazlone. i nervi saldi, la capacità di un lavoro pacato e disciplinato, Il senso di essere un altro mondo. quattro gatti, in una città Intera messa in crisi, una crisi di coscienza nelle organizzazioni soclallste e cristiane tradlzlonall: Il padrone e Il suo apparato. arresti e condanni chi vuole. decisamente fottuto. Il diritto ■Ila vita • Nella baracca si comincerà con la Farsa elettorale. DI fronte agli elettori dalle teste di legno e le orecchie di somaro. i candidati borghesi, vestiti da clown. danzeranno la danza delle libertà politiche. pulendosi la faccia e il culo con i loro programmi elettorali dalle tante promesse e parlando con le la• grlme agli occhi delle miserie del popolo e con voce stentorea delle glorie della Francia; e le teste degli elettori a ragliare sonoramente In coro: hl ho! hl ho! •. SI tratta di una rappresentazione teatrale fantastica, per il tempo indefinitamente libero degli operai, immaginata da Paul Lafargue. genero di Marx e dirigente della Il Internazionale Nel suo libretto Il diritto all'ozio (ora pubblicato da Feltri• nelll In Italia) si leggono altre cose interessanti e preveggenti. come questa: • Se. sradicando dal suo cuore il vizio che la domina e ne avvilisce la natura, la classe operaia si levasse con la sua forza terribile non per reclamare i Diritti dell'uomo, che altro non sono che i diritti dello sfruttamento capitalistico !non pare quasi che parli dello • statuto dei diritti dei lavoratori•? n,d.r] non per reclamare Il Diritto al lavoro, che altro non è se non il diritto alla miseria, ma per forgiare una legge bronzea che proibisse ad ognuno di lavorare piU di tre ore al giorno. la Terra. la vecchia Terra. fremente di gioia. sentirebbe un nuovo universo nascere in sé ( ...] Ma come chiedere a un proletariato corrotto dalla morale capitalistica una risoluzione vlrile? Come il Cristo, la dolente personificazione della schla• vltU antica, gli uomini, le donne. I figli del Proletariato ascendono penosamente da un secolo li duro calvario del dolore: da un secolo Il lavoro forzato spezza loro le ossa. lacera le loro carni, attanaglia I loro nervi: da un secolo la fame torce le loro viscere e rende alluclnati I loro cervelli! [ ...] O Ozio, abbi pietà della nostra lunga miseria! O Ozio, padre delle arti e delle nobill virtU. sii il balsamo delle angosce umane! •· Lafargue scrisse il suo Il diritto all'ozio nel 1880. Si arriva agli anni sessanta del nostro secolo, e dagll Stati Uniti escono a stampa le Pagine dal block-notes di un lavoratore negro James Boggs sulla rivoluzione americana (pubblicate in Italia da Jaca Book). E Boggs. riflettendo sulla società americana dal suo punto dl vista di operalo negro americano, scrive che • Il problema del diritto alla vita deve separarsi completa• mente dal problema del lavoro•: che • una volta che sia riconosciuto a tutti gll uomini il diritto alla vita, alla libertà, alla ricerca della propria felicità, che lavorino o no, -che abbiano lavorato o no, sarà necessario per la società creare tutto un nuovo sistema di valori •: che • il governo americano cerca di creare del lavoro [essendo un governo capltallstlco n.d.r.] quando ormai siamo alla soglia di una società senza lavoro•: che • Il lavoro organizzato oggi è reazionario quanto lo era Il capitalismo trent'anni fa •: che • attraverso l'uso delle mac• 41

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