giovane critica - n. 28 - autunno 1971

quello della rotativltà In modo da consentire la pratica dirigente al maggior numero possibile di compagni, mediante un loro ricambio frequente e avveduto. non In omaggio al democrati• cismo, ma per conseguire una migllore efficienza rlvoluzlonaria e un mlgliore processo di politicizzazione dell'avanguardia e quindi dl massa. Un certo numero di compagni, che avevano tatto parte della direzione politica di • Lotta continua •. sono stati sostituiti. gli altri lo saranno presumibilmente e augurabllmente In seguito. un po' alla volta. E l'obiezione secondo cui gli uomini non sono uguali e ci sono quindi compagni pili preparati, esperti e intelllgenti di altri dei quali una direzione polltlca non può privarsi, non regge contro il criterio della crescita collettiva della direzione politica e l'accortetta di mantenere sempre nelta direzione qualcuno dei compagni pili • bravi • ricorrendo magari sistematicamente e senza falsi com• plessi al consiglio e all'aiuto degli altri compagni pili • bravi • che nel frattempo siano stati restituiti a un lavoro politico di base. Finalmente, (questo ml dicono sia stato detto anche a Bologna nell'intervento del compagno Pietro che non ho potuto ascoltare) si è criticato il lavoro politico a tempo pieno, cioè la professionalità del lavoro polltico. pur riconoscendo realisticamente che non è del tutto possiblle farne a meno: la professionalltà dell'impegno politico rischia intatti di fabbri• care dirigenti a vita inevitabilmente scelti fra I professionisti della rivoluzione, I quali. d'altra parte, alla lunga non possono non rlsentlre ldeallsticamente di condizioni e abitudini materiali di vita cosi profondamente diverse e lontane da quelle di militanti e di proletari che sono costretti a lavorare o a stu· dlare sotto padrone. Anche per questa raglone, la rotatività è un rimedio pratico alla professionalità del militante che può trasformarsi In professionalità del dirigente o In funzionariato burocratico. Questi sono temi che erano stati dibattuti nel • Potere operalo • pisano. SI vedano Il rapporto avanguardi•masse e Il 'Potere operaio pisano' e Sul lavoro politico e organizzativo a 'Potere operalo' pubblicati rispettivamente In Giovane critica nn. 19 e 20 e ripubblicati in Eppure si muove, Jaca Book. Milano 1970, pp. J0l-336 .• Finalmente, i compagni dirigenti hanno nome e cognome dal primo all'ultimo. non sono cioè rappresentanti occasionai! e provvisori (col pessimo rlsultato di crlstalllzzare al vertice un ristretto numero di compagni sempre presenti. responsabili di tutto nella pratica, lrresponsablli nel rapporti Interni): e, sia pure a tempo non indeterminato ma per un periodo di tempo certamente utile, sono stati eletti con voto palese per responsabilità di cui dovranno rispondere. 34 La svolta nella organizzazione Sui passi avanti nella organizzazione Interna di • Lotta c'lntlnua -. che ora è tutta da provare. non ml pare di avere qualcos'altro di utile da dire. Che Il suo comitato nazionale maturi nella pratica fino a diventare Il vero organo dirigente collettivo capace di subentrare all'attuale esecutivo e alla sua ristretta segreteria ml sembra senz'altro auspicabile perché In tal modo l'organo dirigente potrà risultare pili ampio e rappresentativo e quindi meglio In grado di superare quelle disuguaglianze nello sviluppo politico Interno che corrispondono, in una certa misura, alla disuguaglianza di situazioni sociali. poli• tlche e di lotta. Ugualmente ausplcablle è che il senso della svolta organlzzatlva reallttata da • lotta continua • possa rapidamente essere Inteso e appllcato localmente sia pure con criteri non rigidi, anzi molto flesslblU. per ciò che concerne glh organismi ne• cessar!, regionali. provlnciali e comunali. e Il loro coordinamento sempre pl\J stretto. A evitare scimmiottature (si pensi a quel che è già avvenuto fuor di • Lotta continua • o nel pressi per ciò che concerne il programma • prendersi la città•). va ribadito che a questa organluazione non si è arrivati per una determinazione astratta derivata da un·• astrazione Indeterminata•. ma faticosamente. sulla base della esperienza politica pratica, che ha avuto Il suo momento culminante ed esemplare nella lotta per la casa In via Tibaldi e alla facoltà di Architettura di MIiano. Anche per l'organh:zazlone, dunque. la politica {e non l'Ispira• zione Ideologica pi\J o meno libresca) è al primo posto. Un'ultima riflessione critica vorrei fare. e riguarda Il trattamento del dissenso. A me pare che In una fase In cui • Lotta continua • va precisando il proprio programma polltlco. che è una conquista nella lotta e non dl parole, converrebbe essere molto aperti e ricettivi verso forme di dissenso che siano tuttora un residuato di precedenti Impostazioni polltlche attraverso le quali la stessa • Lotta continua • è passata. ec• come. o che siano la conseguenza di situazioni locali particolari. con particolari elementi di difficoltà. E questo tanto pili In quanto Il dissenso si esprima derivando posizioni sbagliate da anallsl generali che neppure • Lotta continua • ha saputo sin qui compiere fino In fondo. oppure si esprima In modo tutt'altro che chiaro. Se, Infatti, si affrontassero I problemi relatlvl secondo criteri amministrativi. repressivi o addirittura di escluslone ed espulsione. si ripeterebbero vecchi errori al di fuori e contro una giusta valutazlone delle contraddizioni • In seno al popolo •: Insomma. ritengo che le posizioni sbagliate. e che tali ostinatamente si rlvellno e si conservino, dovrebbero un po' alla volta emarginarsi e quindi escluderal da ff, se la cor•

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