giovane critica - n. 28 - autunno 1971

La critica vincente dell'ignorantismo La sistematica distruzione delrlndivldualismo. nella quale si è prodigato con pratica assidua specialmente il gruppo dirigente milanese di • Lotta continua •, ha finito col dar rillevo inevitabilmente ad alcune conseguenze retrospettive di quello che io chiamo l'ignorantismo, cioè la scelta tutta studentesca e intellettualistica dell'ignoranza con cui a tanti, anche per un complesso d'inferiorità, è parso di potersi negare alla divisione del lavoro che nel sistema capltallsta sembra pnvllegiare sempre più. come serva dei padroni, la cultura: e, al di là di tate negazione - commisurata anche alla diffidenza operaia verso l'intellettuale servo dei padroni - sublimare la violenza del fare, l'attivismo, lo scontro. Invece. è proprio dalla componente operaia di • Lotta continua • (quella che ora pi(J conta. per volontà del numero ristretto d, Intellettuali militanti che, di fatto. hanno diretto • lotta continua•), che viene reclamata l'esigenza di saperne (e quindi di riflettere e studiare) di plU: non astrattamente. ma In rapporto con la necessità di dare delle risposte vincenti - come analisi e previsione - in fabbrica e nel quartiere: non con mentalità libresca, ma derivando la riflessione polltlca dal fatto e da1 fare con un recupero Inevitabile e necessarlo della storia e della teoria, e quindi della capacità e dell'interesse di leggere e discutere anche il libro, la rivista, Il glornale altrui per saper identificare gli amici e i nemici. per saper comprendere le contraddizioni proprie (nel proletarlato) e quelle dei nemici. Se riferita al convegno di Bologna, questa esigenza dovrà superare ancora non poche difficoltà per affermarsi, e certo non si affermerà per via burocratica: la burocrazia (che è pure presente In • lotta continua ., in quelle situazioni pi(i o meno morte. dove si sono cristallizzati piccoli gruppi dirigenti rendendo asfittico, litigioso, gruppistico l'Impegno politico locale) è la sua negazione nel termini perché tende a lstituzlonallzzare l'Intelligenza polltlca come lntelllgenza polltlca leaderistlca, escluslvista e autoritaria o la sua scimmiottatura. e a dire rapidamente • signorsi • a ogni decisione che venga dal centro salvo poi sabotarla nella pratica tutte le volte che essa sia in contraddizione con il suo potere. La burocrazia ha bisogno dello spontaneismo (o del Rlovlmento di opinione) per affermarsi e prosperare. l"organizzazione veramente rivoluzionarla ta spazza via perché non si ha organizzazione rivoluzionarla senza una partecipazione di massa al processo di emancipazione degli sfruttati. Sotto questo aspetto, • lotta continua • ha maturato ed effettuato a Pavia una grossa svolta. che è conforme all'affer• mazione della strategia politica di lunga lena condensata nel programma del • prendersi la città •. Essa batte in breccia anche 32 l'avanguardismo lnsurrezlonaUsta del • tutto e subito ., che ha la propria matrice ideologlca in • Classe operala • di non antica memoria Va da sé che nel • tutto e subito •. l'Ignoranza presuntuosa dei militantl - Firenze docet - si picca di fare aggio sulla rlvoluzione, ed è sublimata dagli strepitosi giochi dialettlcl (pl(i che altro verbali) sulle ceneri di Marx del capi • pensanti •. resi per lo pili rivoluzionariamente frenetici dal processo d"ldentificazlone del proprio cervello con la Storia che, per essere tale. ha bisogno di strepitosi risultati· e del tutto Intolleranti verso il realismo e la saggezza di un Lenin. di un Mao Tse-tung. di un Ho chl-mlnh il cui pensiero, neanche a dirlo. si fonderebbe su situazioni arretrate rispetto a quella dell'Occidente capitallstico dove, dati I rapporti di produzione maturlsslml, Il comunismo sarebbe, si può dire, li dietro l'angolo di casa. L'operaismo e gli intellettuali 11 fatto che negli organi dirigenti di • Lotta continua • gtl operai siano In netta prevalenza (quegli operai!) garantisce che !'esigenza dl saperne di pili sarà affermata ricorrentemente perché essi hanno da fare I conti tutti I giorni con concrete situazioni di lotta e con problemi reali. Per soddisfare tale esigenza. pero. a me pare che si sarebbe dovuto tener conto di pili del fatto che la divisione del lavoro è una realtà non superabile né lntenzlonalmente né rapidamente; e che se 6 assolutamente necessario che gli educatori siano educati. è tuttavia ugualmente necessario averli questi educatori, Impegnando di piU negli organi dirigenti intellettuali mllitantl o disposti a diventarlo. Anche per evitare In separata sede una ennesima politica tutto sommato particolare nel confronti degli Intellettuali e del loro ruolo. Una cosa. Infatti, è una direzione politica operala e un'altra cosa è una direzione politica operaistica. In una direzione polltlca operala !'avanguardia politica operala è prevalente. In una direzione politica operaistica è prevalente Il numero degli operai, che fanno da copertura a una direzione effettiva dl alcuni Intellettuali. In una direzione politica operala conta la qualità Intellettuale del mllltanti che ne fanno parte In rapporto alle lotte delle quali e per le quali tanto pl(i e tanto megllo si può sapere quanto pili ad esse si partecipa. Ho l'Impressione che un leggero residuo di operaismo abbia fatto velo, nella formazione degli organi dirigenti di • Lotta continua •. alla esigenza fondamentale di qualificare meglio teoricamente la linea politica e di generatlzzarne al massimo la formazione fra tutti I compagni per una sua realizzazlone omogenea a livello di massa. Non condivido Invece la critica dl chi ritiene che sarebbe

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