giovane critica - n. 27 - estate 1971

tlti tengano costantemente presente che l'unità va attuata non solo nei fini, ma anche nei mezzi, che presupposto della concordia tra chi è in gara e lotta per le idee, è certamente una tregua in tale gara e in tale lotta ( ...} Una siffatta tregua non può limitarsi soltanto a quei punti in cui è raggiungibile un accordo. e va Invece necessariamente estesa a quei campi In cui un accordo non può raggiungersi•". Con la politica Inaugurata da Togliatti le contraddizioni entro cui si inviluppava Il Pci (tra vertice e base, tra ossequio agli interessi dello s•ato sovietico e politica di classe), furono risolte nel senso di un ripudio esplicito di ogni istanza autonoma e classista. e di una totale acquiescenza delle forze rappresentanti la classe operaia alla politica delle sfere di in• fluenza. Il Pci trascinò con sé tutte le forze di sinistra, anche quelle rlluttantl, e venne meno ad ognl impegno di azione rivoluzionarla, rinunciando anche del tutto ad un Impegno di rinnovamento democratico che non rientrasse nel programma concordato con le forze conservatrici. Queste avevano infatti già dimostralo a quale loro orientamento occorreva andare Incontro allorché la Democrazia Cristiana, coerentemente con l'atteggiamento negativo assunto durante il mese di marzo nel confronti delle Iniziative di lotta avanzate che. come abbiamo visto. avevano interessato larghi strati popolari. provocando un allineamento a sinlslra del Pci. dichiarò di prendere atto con viva soddisfazione della ripresa del rapporti diplomatici tra l'Urss e l'Italia. quest'ultima rappresentata da Badoglio. Fino ad aprile tt Pci. pur praticando una politica rinunciataria e dllazlona1oria. era stato costretto dalla pressione Interna ed esterna ad atteggiamenti ambigui. nel tentativo appunto dt muoversi su due staffe. Nel giro di pochi giorni. dal 28 marzo, giorno del rientro In Italia di Togliat1i, In cui egli rilasciò le ben note dichiarazioni al glornallsti, forte solo del mandato sovietico. senza consultazione alcuna degli organi dirigenti del partito e della base. furono ridotte al silenzio le voci dissenzienti che ancora si levavano e portato tutto il partito In prima linea iiella lotta • per il bene e !'unione della Patria•'"· Ancora una volta il problema della vita democralica all'interno del partito si dimostrava problema di fondo e prellmlnare ad ogni altro discorso. Nello schleramen10 di sinistra napoletano. la Cgl era rimasta l'unlca In grado di mantenere coerentemente la propria linea polltlca. Lonlana da ogni settarismo e pedanteria dottrl· narla, la Cgl rifuggiva dal fascino dl una verità rivoluzionarla Intesa .solo quale Interna coerenza fra le proposizioni di un programma rivoluzionarlo. Essa era riuscita, tra dlfflcohà non Indifferenti e pur con del limiti dovuti alla sua funzione Innanzitutto sindacate. a realizzare l'unità rivoluzionarla della classe 68 - lavoratrice: aveva sfldalo la condanna del Pcl su di un programma rlvoluzionario ed attingeva I suol obbiettivi non da un'as1ratta volontà rivoluzionarla, ma dal bisogni reali e dalle esigenze delle classi lavoratrlcl, consapevole che la rivoluzione si fa solamente attraverso l'esperienza rivoluzionaria delle masse stesse. E ciò fu perfettamente chiaro a Togliatti. che svolse nei confronti della Cgl un'azione che teneva conto di questa realtà. Il Consiglio Nazionale del Pcl. convocato appunto due giorni dopo la venuta di Togllatll. sanci gli indirizzi resl glà pubblici da Togliatti il 28 marzo". Nella risoluzione politica adottata al Consiglio Nazionale si confermava la politica di unità nazionale, non solo con le forze democraliche. ma anche con • le forze nazionali •, con ciò smentendo la polltlca di unità con le sinistre che proprio nella prima metà di marzo. al di là del volere dei dirigenti comunisti. era andata assumendo sempre piU la funzione di linea s1rateglca del Pc\. La risoluzione riconosceva che In Italia i1 potere discendeva dalla • Investitura regia • e pertanto occorreva formare un governo transitorio di guerra con • le forze nazionali •, mortificando in tal modo financo le Istanze lstituzlonali e democratiche che. sia pure con I llmltl di C\Jl si è parlato. avevano allmentato Il dfbaltito politico fino ad allora. La risoluzione mortificava del pari tutte le is1anze di rinnovamento democratico dell'eserclto italiano e dichiarava senza'altro che lo sforzo di guerra dell'Italia doveva attuarsi attraverso I canali del regio esercito, comandato In quel periodo dal maresclallo Messe (fino al giugno del '43 agli ordini di Rommel). Infine sl premurava di rassicurare ancora una volta tutte le forze politiche conservatrici e reazionarie. sul carattere non pericoloso del Pcl. al punto di non Introdurre nemmeno una volta. tanlo per salvare la forma, Il termine soclallsMo tra gli obblett1vl che l'azione politica del Pcl Intendeva perseguire: lall obiettivi venivano Individuati nella •resurrezione•". Accanto alla rlsoluzione polltlca, venne adottata dal Consiglio Nazionale del Pcl una mozione sindacale molto significativa: con questa risokJzlone il sindacato viene svuotato di ogni contenuto classista. Il suo Intervento viene limitato ad un llvello puramente assistenziale e 1a proposta di una associazione di aiuto pubbllco altera profondamente la concezione marxista della funzione del sindacati. Quest'ultima proposta si ll Il Popolo n. 12. 1. eprlle 19«. 5' Dichiarazione formulata dtl Contlglio del Ministri Il 2 aprile In Il Com....,lsmo ltalitno, clt. pag. 227 S7 Enrico Ausso era stato Invitato • partecipare al Conslglio Nazionale del Pcl ma aveva abbandonato I levorl per protesta. 55 Risoluzione votata al I Consiglio Nezlonale del Pcl, 30-31 marzo ne Il Comunismo Itali.no, cli. paoo. 224, 225. m.

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