giovane critica - n. 27 - estate 1971

vocò pertanto una riunione congiunta di tutti gll esponenti politici e slndacall della sinistra: nella riunione fu stabilito di Indire per il 4 mano uno sciopero di protesta da attuarsi con una sospensione delle attività lavorative della durata di dieci minuti. Si trattava di una manifestazione avente eminentemente un carattere di avvertimento al Governo Badogllo e agli alleati che lo sostenevano: la volontà della grande maggioranza degli Italiani non poteva essere plU a lungo disattesa. Anche in questa occasione Il Pcl tentò di nascondere li ruolo de{la manifestazione. Nell'editoriale dell'Unità n. 13, dedicato tutto allo s-clopero del 4 marzo. la Cgl non fu neanche citata fra 911 organizzatori della manifestazione. l'importanza della decisione adottata fu subito colta dal Governo e dagli alleati: questi non solo proibirono la mani• festazione, ma ordinarono numerosi arrest1 di dirigenti antifascisti. le pressioni esercitate dal Governo ebbero successo. In quanto I partiti antifascisti revocarono lo sciopero, indicendo In sua vece un comizio di protesta per Il 12 marzo. Di fronte al completo cedimento del partiti, la Cgl, mentre invitava I lavoratori a partecipare al comizi che si sarebbero svolti il 12 marzo a Napoli e negli altri centri. non rinunziò peraltro a fare effettuare la già proposta manifestazione di sciopero. assumendosi essa sola la direzione della stessa, e le responsabilltà politiche che tale scelta Implicava. Ciò fu dovuto in modo essenziale al gruppo dirigente classista, che faceva capo ad E. Russo, Il quale dovette, fra l'altro, far fronte In modo adeguato a11'a11ineamentodel Gentili e degll azionisti alle posizioni legalitarie del tre partiti antifascisti. la direttiva politica detta Cgl fu largamente attuata. nonostante che Il Pcl Insieme con gll altri partiti. tentasse lnutll• mente di far leva, al fine di far falltre lo sciopero, sul profondi sentimenti antinazistl che Il popolo meridlonale nutriva, presentando tale iniziativa, quale disturbatrice della produzione che doveva servire per vincere la guerra contro I tedeschi e I nazisti. I lavoratori di Bari aderirono compatti allo sciopero, ed In tutta le Pugile si registrarono percentuali altlsslme di adesione alla manifestézione. A Napoll lo sck>pero si attuò a Castellammare, dove scioperarono al 100'¼ I 2400 lavoratori del Cantieri Navali, all'ltva di Torre Annunziata, nel Cantieri Navali di S. Giovanni a Teducclo, oltre che in molte altre fabbriche. dlslocate sia In z:one centrall. che In z:one della periferia della città•. Questo indubbiamente fu Il punto più alto di pressione che la classe operaia meridionale riusci ad esercitare .sol Pcl al fine di splngerlo a cambiare la linea politica collaborazlonl• sta che ormai sembrava avere del tutto accettata. la eluse operala scelse di esercitare questa pressione attraverso l'organlzzazlone che essa riconosceva, non solo qua66 - le sindacato di c4asse. ma quale avanguardia politica, perché rn grado di mettersi alla testa delle masse lavoratrici, di recepirne le esigenze, di orientarle in senso rivoluzionarlo, non distaccandosi mai dai concreU bisogni della classe lavoratrice, che sono il momento Iniziale di ogni successiva e plU vasta azione. 01 fronte ad un episodio cosi Importante, di tanto rilievo e significato politico, l'Unità fu costretta a riconoscere, che nonostante le direttive Impartite, lo sciopero era avvenuto, ed evitando di menzionare la Cgl. adduceva, come giustlflcarlone presso gli alleati della disobbedienza degli operai alle dlret• tlve del ~i. che • il contrordine ~ non era arrivato In tempo". la dimostrazione del 4 marzo allarmò anche I partiti di destra, che all'approsslmarsl del comizi de1 12 marz:o. Intensificarono i loro attacchi e le Intimidazioni. concentrandoli soprattutto verso la Cgl, che si era dimostrata forza In grado. non solo di contestare le Incongruenze del Pcl. ma di dirigere Il movimento operalo e popolare. In parttcolare modo lo sciopero del 4 marz:o allarmò le autorità alleate ed Il Governo che alternarono le minacce al tentativi di diversione, tra I quali va ricordata la missione affidata dal Governo a Vito Reale e Philipson (e che ebbe esito negativo), di proporre ad Enrico Russo la disponibilità di Badoglio per la partecipazione al Governo di esponenti slndacali li, Si arrivò cosi in un'atmosfere arroventata al 12 marto. A Napoli si stabili un vero e proprio stato d'assedio, con I principali nodi viari Interrotti per ordine delle autorità alleate, che fecero circondare dalla polizia anche la Galleria dove si sarebbe dowto svolgere Il comizio. Questa volta l'Uniti fu costretta a menzionare la Cgl. e a riconoscere pubblicamente Il suo ruolo nell'organizzazione della manifestazione: gli operai Infatti parteciparono alla manifestazione come aderenti alla Cgl. Il discorso di Russo si differenziò nettamente da quello degli altri oratori (Spano, lizzadrl e Cianca) per una anallsl più corretta del fascismo, e della sua genesi economica e sociale, per un diverso modo di concepire le concentrazioni antifasciste negando la posslbllltì di far blocco con la borghesia, qualora si voglia giungere a aoluz:lonl rlvoluzlo,..le per la classe operaia". Ourante la menlfestazlone fu rllanclata l'lnizletlva del referendum popolare, che avrebbe dovuto concludere positlv• mente la crisi politica e lstltuzlonale italiana. ed aprire, se- '9 L°Uflhl ed. mer, n. 14 marzo 194C. ·-- SI L'~mento ml • atato raccontato dal prof. VIiione. s.J ..._..,. Sindacai!, n. 7, 111 aprile 194C,

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