giovane critica - n. 27 - estate 1971

ste quall patrimonio di pfccole minoranze, Interessate plU a mantenere la propria pureua Ideologica. che a stablllre valldl legami con le masse lavoratrlcl. A Napoli. nel frattempo la situazione diventava sempre pili difficile e contraddltorla. Agli Inizi di febbraio I territori dell'Italia liberata, finora sotto il controllo dell'AM.G.O.T. ". escluse le zone di battaglla, vennero rimessi al Governo Badoglio. che si trasferf a Salerno. In questa occasione la Giunta Esecutiva del Cln fece un proclama nel quale, In termini vaghi e nebulosi. si accen• nava aUa possibilità di uno sciopero fiscale. nel caso non fossero Intervenuti mutamenti nella situazione, e si Invitavano gli Italiani a tradurre In atto le loro aspirazioni. partecipando al referendum popolare che la Giunta stessa si proponeva di organizzare, affincM espllcltamente e direttamente Il popolo ltallano dicesse In che misura era disposto a tollerare Il Govemo det re e del suol compllcl u_ In pratica l'attività della Giunta si limitò al solo proclama, tanto che alla fine di febbraio, essa fu costretra a riconoscere In un documento I limiti della sua stessa azione e la crisi nella quale si dibatteva .._ I comunisti allora tentarono di sfruttare l'iniziativa del referendum. costretti ad un mutamento tattico, a causa delle pressione delle masse operale, che nell'ltalla liberata e a Napoll erano divenute minacciose, e trovavano un costante punto di riferimento nella Cgl. Infatti profonde agitazioni si verificarono In tutto 11 Mezzogiorno, e a Napoli In particolare. le rivendicazioni politiche del lavoratori furono messe In ombra e ridotte dal Pcl a pure rivendicazioni economiche: scriveva l'Unità: • Oltre l'agitazione del dipendenti dei pubblici srevlzl di Napoli, che assume ogni giorno di pl(J un carattere di grande vivacità, altre se ne sviluppano Impetuosamente nel Paese, fra gli lm• piegati dello stato, fra gll operai di diverse Industrie, fra I plocoll e medi commercianti. Esse pongono. per Il fatto stesso che esistono, un grave problema polltlco. quello di farle ces• aare, afflrteh6 la calma continui a regnare nel Paese, affinché ala mantenuta la pl0 satda unità del fronte Intero. n&lla lotta armata contro l'Invasore tedesco. Come dunque comportarsi di fronte a queste agitazioni? Due soll atteggiamenti posslblll ealatono: o negare ogni fondamento di giustizia alle rivendicazioni del l1VOratorl, ed Imporre loro Il permanere delle condizioni attuali, o riconoscere la necessità di migliorare le loro condizioni ( ...] Soltanto In questo modo si potrà evitare che le lg.ltailonl attuaU 11 eatendano. Soltanto In questo modo coloro che reg90no le aortl del noatro paese potranno evitare la gr• vlaalma ,.. ponublllt•. Che Il permanere di queate agitazioni comporta."· Agitazioni molto Importanti si verificarono alla Navalmeccanica, al Volturno ed in altrl stabllimentl di Napoli e della provincia. oltre ai molti luoghi dell'lralla liberata, • che solo la presenza del comunisti e degll altri antlfasclstl riesce a mantenere pacifiche• ... In questa situazione, nella quale i comunisti svolgevano ch1t1ramente un'azione •antincendio •. che li squalificava di• nanzi alla massa degli operai, Il Pcl tentò di riprendere quota. lanciando l'Idea del referendum che consentiva loro, Innanzi tutto. di deviare l'azione degli operai ed In secondo luogo, ma non per questo meno Importante, di riprendere almeno In parte una funzione di guida e di primo piano nel confronti delle masse lavoratrici. Queste furono le ragioni che spinsero I comunisti ad avvertire dalle colonne dell'Unità coloro I quali temevano una pacifica dimostrazione di massa. quale una consultazione popolare che: • rischiano di trovarsi di fronte a manifestazioni molto meno paclfk:he, nel corso delle quali, tra l'altro, le forze militari alleate potrebbero vedere alterata o compromessa la loro fl. slonomia di eserciti liberatori • "- Ma nella prassi il Pcl rivelò ancora una vol!'a la sua Incapacità nel portare avanti persino le iniziative di democrazia avanzata. nell'ambito dello stesso sistema borghese. Adottò una tattica dilazionatoria, In vista del mantenimento dell'unità con le forze conservatrici (anche se antifasciste), contro cui si batteva la classe operala di Napoll e di tutta l'Italia llberata. In questa situazione, che vedeva una crescente attività ed organizzazione del partiti di destra e del Governo, e dall'altra parte una crescente mobilitazione di larghi strati popolari su di un terreno di decisa lotta di classe, l'elemento che deter• minò l'esplosione della crisi politica latente, e nel contempo fece assurgere la Cgl alla direzione, anche a llvello politico, del movimento popolare. fu dato dalle reazioni che In tutta l'Italia liberata suscitò Il discorso di Churchlll del 22 febbraio, noto come 11 discorso • della caffettiera •. Una prima Iniziativa dl protesta fu proposta alla Cg\ dal tre partiti di sinistra, su di una piattaforma elaborata In chiave azionista. Ma la Cgl chiari che spettava ad essa stablllre gll obbiettivi e le modalità di lotta del lavoratori comportanti sospensioni dal lavoro, s-cloperl o manifestazioni analoghe. Con- ,.. Commissione Alleata di controllo che •vev• limitato fortemente I poteri del Cln. 4SL'Unità ed. mer. n. 11, lebbr•lo 19-44. 46 Puqu■le Schi■no La Reslstenu ~ napo~. E.E.S.8. 1965, ~- 106, 47 L'Unità ed. mer. n. 12, febbr•lo HM4. 41 L'Untdi ed. mer. n. 11 febbr•ol 19-44, ·-· - 65

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