lare l'ascesa del prezzi o meglio di essere costretti, per con• trollarla. a drastiche misure di contenimento economico tali da portare a un incontroirabHe rulusso produtt1vo con evidenti riflessi anche nell ordine sociale. Non si tratta qui di un volgare spauracchio padronale contro gll operai. A un certo saggio annuo di lnflazlone del prezzi l'operaio avverte la decurtazione grave del salarlo reale. e a ogni idea di contenimento antinflazlonlstlco egli sente il pericolo per Il posto di lavoro suo o di qualcuno del suo nucleo familiare. Nel ~ i rilevanti aumenti salariali conquistati con le lotte contrattuali si tradussero in una magglor domanda di abitazioni e di prodotti alimentari plU pregiati (carni, zucchero). In settori cioè in cui la speculazione sulle aree fabbrlcabili. la rendita fondiaria, Il capltalismo agrario e il monopollo Industriale rendevano permanentemente rigida l'offerta, col corteggio di aumenti senslblll dei prezzi, disavanzo nella bilancia del pagamenti e politica recessiva con caduta dell'occupazlone operala. E nel 1969-,70gll operai hanno sperimentato l"aumento del prezzi prima'""ancora di avere l'aumento dei salari e sperimentano oggi Insieme Inflazione e recessione, aumento del prezzi e caduta deli occupazione. ~ di verificare come la classe operala ha risposto, e come può rispondere, alla sfida del prezzi e dell'occupazione. fermiamoci un momento sul ruolo che le teorie capltallstlche dell'Inflazione hanno avuto negll ultimi decenni nel confronti delle rivendicazioni operale. la teoria originarla è quella che attribulsce l'Inflazione a fattori monetari e creditizi! e quindi In primo luogo alla politica d1 spesa dello Stato e a la politka di credito del sistema bancario. Si denunciano errori, eccessi, Imperfezioni nella gestione della spesa pubblica e del credito bancario e elimina quindi In partenza ogni I tesi che la ul la s onsa t in z ne stia nella roduzlone, nell'impresa capitalistica. 01 fronte a un eccesso di segni monetan in circolazione cosa possono fare gll operai e 1e loro organizzazioni? Al massimo protestare, ad un gene. rico livello politico. contro 11 governo, magari per cambiare Il governo, ma senza chiamare comunque In causa I padroni che non c'entrano: ma, soprattutto rassegnarsi alte misure di risanamento. eh ristabiliscono l'e uillbrlo bloccan o la dinamica salariale. spesso tagliando I salari esl• stenti. sempre riducendo i occupazione e quindi I redditi di lavoro. Esclusa la responsabllltà delle Imprese !'inflazione a are come una ca am t naturale, e necessario a are Il suo rime lo, a n uz e e a spesa, la restrizione el ere ito, la caduta dell'attlvltà. Questa teoria monetarla e quantitativa dell'lnflazlone ha peraltro perso terreno anche perché l'unico rimedio che essa à In grado di offrire alla lnflazlogg è Ja recessione, cioè una 4soluzione che agli occhi del grande capitale appare pericolosa. economicamente e socialmente: economicamente, per ti timore di mettere In molo un meccanismo cumulativo e lnar;establle di riflusso economico. con nello sfondo l'angoscia del 1929; socialmente perché il diritto al lavoro à dlventato una conquista della coscienza di classe incomparabilmente plU solida che in passato, al punto da rendere improbabile la sopportabllltà di un alto livello di disoccupazione. E sul piano delle teorizzazioni si è ammesso sempre plU estesamente che l'aumento della circolazione monetarla e ere• ..dW1!L col conseguente aumento dei prezzi non è deciso In modo autonomo dal governi, dalle autorità monetarle e dal sistemi bancari, ma è provocato dalle grandi Imprese+ che nel mercato oligopollstlco possono • amministrare • prezzi e quantità vendute, ed è concordato dalle autorità politiche con quelle grandi imprese. lo Stato rende possibile l'attuazlone delle scelte capltallstiche, le asseconda e le accompagna con le proprie misure ma non le determina. Nessun trasferimento degli aumenti salariali sui prezzi sarebbe possibile senza Il conc<.i?SOdellb Stalb Ché Pr0p6mona la clrcolazlone monetaria e bancaria ai nuovi livelli di prezzo: senza l'Intervento statale l'aumento del salari si tradurrebbe In riduzione del profitti; ma l'elemento motore dell'Inflazione rimane comunque nella produzione e non nel sistema monetario e bancario. E lo stesso vale per quella che altro non è che la seconda faccia dell'Inflazione. cioè le politiche antinflazionistiche. la tesi che ha per qualche tempo occupato Il posto della vecchia teoria monetaria e quantitativa è quella dell'inflazione da domanda, che vede nell'inflazione Il risultato di un eccesso d1 domanda che non trova rispondenza sufficiente nella offerta. Che In questa teoria vi siano elementi di verità rlsutta dal fatto che In ogni processo Inflazionistico si manifesta anche uno squillbrlo fra domanda e offerta di merci. Ma la teoria non definisce il rapporto causale dell'inflazione. Essa slè"'ar. fermata nel secondo dopoguerra, In un periodo di Impetuosa crescita delle organizzazioni sindacali e mal nasconde la sua flnalltà profonda, che è quella di 'responsabilizzare' Il mondo del lavoro, per contenerne le ilchleste nel hmltl di compaH. bllità con lo sviluppo 'equilibrato' dell'economia, per ottenere una pianlflcazlone sindacale del salari nel quadro del parametri fissati dal capitale e quindi una lstltuzionallzzazlone del sindacato In funzione della stabilltà del sistema. Infatti fra I possibili tipi di domanda Il cul eccesso può produrre Inflazione (domanda di beni salarlo, domanda di beni di Investimento, domanda di beni di consumo agiati) .!L.! tacitamente ammesso che la sola rilevante ai fini de11'lnfl► zione fosse quella der1vante dall aumento del salari. E ro rio in ragione di questa d,L
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