giovane critica - n. 27 - estate 1971

t :~~!:~«: 1 f~:r ~c_o:as::redalla descr~:toenn;a~~: ~ I o:i:tsee e ~I mi"rcit'o. la realtà Infatti consterebbe di numerosi (anche se non plU Infiniti) gruppi plU o meno organizzati. ciascuno In lotta contro tutti gll altrl oi,r la difesa feroce della sua quota di risorse e per accrescerla o Impedirne la diminuzione. In luogo di una classe operala ci sono dunque moltissimi gruppl° jperai con interessi non solo diversi ma opposti fra di loro. Tu puoi ottenere di star megllo ma a spese di quell'altro. Tu puoi lavorare se quell'altro resta disoccupato. Tu puoi fare lo speclallzzato se quell'altro fa Il manovale. E cosi via. E su questo assunto si è sblzzarrlta la sociologia che. quando non ha cercato di nascondere. seppellendola sotto montagne di schemi, la realtà di classe, quando anche ha colto elementi di verità è solo riuscita a rendere lnlntelllglblle quello che era ovvio. Un grano di verità vi è anche qui, accanto a una gros• solana menzogna. Contrasti fra gruppi e gruppi di lavoratori esistono certamente e sono le contraddizioni interne al movl• mento operalo, che sono però contraddizioni, momenti di chiusura settoriale e corporativa. proprio perché collegati e contrapposti a un'altra realtà, quella della coscienza unitaria di classe. Nonostante tutte le suggestioni corporative e le teorizzazioni sociologiche I lavoratori hanno dimostrato di saper resistere. con le loro lotte unitarie. alla tentazione di migliorare le proprie condizioni attraverso li sacrificio di qualche altro gruppo di lavoratori, di mlgllorare la condizione dello specializzato a carico del manovale, dell'uomo a carico della donna, e cosi via. Probleml esistono In materia e sono costantemente dibattuti, come problemi Interni a una classe. non come problemi di rapporti fra gruppi distinti. Grossolana menzogna è Invece quella che conflgura Il sindacato, o qualsiasi altra coalizione operala, come un mono il o uasl mono Ilo od oli o Ilo nel mercato 3W concorrenza lm rfetta. Il mono lista decl e quanto ven ere del suo prodotto e Insieme ne dee/ e I prezzo. a coalizlone operala pub negoziare il prezzo della forza lavoro ma non pu(> decidere la quantità che ne viene offerta. (Le poche eccezioni offerte dalle esperienze restrlzlonlsUche del slndac11llsmo anglosauone, confermano la regola). E ..:lò QAt. la sernol!ce re· glone che la coallzlone operala non è la rappresentante mercantile del fattore roduttlvo forz•lavoro, ma è un'es resslone po itlca della ciane operala, c9n e su contra dizioni Interne ma anche con la sua coscienza unUarla che non le derJya da J.!na componente ldeologlca esterna e contrapposta (o sovrap. poata), ma che cre1ce con la sua stessa esperienza di lotta. Le contraddizioni Interne 1ono lnellmlnablll fin tanto che Il aindacato • concepito. solo come organltzatore della vendita dl un 'fattore di produzione· commlsurabile con gll altri fattori e per clO stesso parte del capitale e soggetto alla sua legge. la forza lavoro, non come astratta categoria economica ma come concreta classe operala è anche il soggetto di tuttoll ~roduttlvo, è dentro il mercato ma per contrastare le sue leggi. Per questo la lotta operaia è ad un tempo un dato oggeitlvo, Indotto dal processo del capitale, e una espe, rienza rivoluzionarla. Ma ne li ultimi decennl e specie dopo la seconda guerra arlo e rezzi, fra salario e occunuovi. venuto n nmo ano ro ema non e m azione an Ica e gaoppante. che distruggeva tutto o quasi tutto Il valore di una moneta In seguito a sconvo!glmentl bellici o politlcl e a sua volta apriva la via a nuovl sconvolgimenti, rivoluzionari (come In Russia) o reazionari (come fn Germania). l'inflazione del secondo dopoguerra nel paesi capitalistici industrializzati è una infrazione moderata e strisciante. che si è accompagnata a uno sviluppo economico senza precedenU, solo mtèrroitO da poche e brevi soste, al punto che l'Inflazione appare come uno strumento dello stesso sviluppo. Per avere un'Idea dello sviluppo delrultlmo periodo basti pensare che l'Insieme del sei paesi plU lndustrlalluatl dell'area capitalistica (Usa, Gran Bretagna, Giappone, Germania federale, Francia e Italia) ha registrato fra li 1955 e 111964 un saggio medio annuo di aumento del prodotto nazionale lordo del 5.5°/o, mentre negli ottantacinque anni precedenti (dal 1870 al 1955) il saggio medio annuo di aumento era stato del 2,3°•1. Per l'Italia il progresso è ancora plU senslblle di quello medlo perché si passa, nel due periodi considerati, dalrt,6% al 5,7¾ di aumento medio annuo. l'altro dato molto Importante degli ultlml quindici anni è che per tutti I paesi, salvo che per la Gran Bretagna. le esportazioni sono cresciute ad un saggio medio annuo superiore a quello del prodotto nazionale lordo, ciò che Indica, nell'area capltallstlca industrlallzzata, una modlfi• cazlone strutturale delle forze produttive omogenea, nel senso di una minore elas11cltà dell'offerta Interna rispetto alle variazioni della domanda interna verso l'alto. Il compiacimento capltallstico per gli splendldl rlsultatl produttlv . r I r ea aver finalmente trovato li modo di ren ere compatibl J svlru e stabllltà attraverso un moderato aumento dei preul atto a sostenere costantemente la oman a (In lezione strisciante), si è senslbllmente raffreddato negli ultlml due-tre anni (a partire dal 1968,.69] quando i, è verlilcato che Il "'saggio medio di aumento del prezzi. che nell'ultimo ventennio si era mantenuto fra 1'1 ¾ e 11 2%, è salito sopra il 5¾. E' sorto quindi un acuto ~ quello di non potere control- -3

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