giovane critica - n. 27 - estate 1971

In Italia non si è possibile perché non sl vince opponendo al riformismo scenico e autoritario. del Pcl che prlvilegia già in slipendi e posizioni una miriade di capi e di funzionari, avanguardie tune esterne che non sentano il legame con le masse come un rapporto comunista che già sin d'ora si ca-. mincia a vivere nella lotta, nei rapportl con te masse, nel rapporti con i compagni all'interno dell'avanguardia. Il documentario di lvens queslo mostra soprattutto, un rapporto comunista fra 911 uomini durante la rlvoluzlone ar. mata. Il film è didascalico quando mette per scritto pensieri, proponimenti, parole d'ordine: ma poi diventa semplicemente umano quando mostra I laotiani e il partito armato al lavoro. in guerra, durante l pasli. nelle feste, quando cioè mostra praticamente che, pur vivendo ln condizioni di tanto grande miseria. elementari. si comincia in pratica a superare la divisione del lavoro, e l'egua9Hanza comincia a dlventare un com• portamento di vita, una condizione morale. Sotto questo aspetto questa lezione, che si svotge in codlzioni • strutturali • tanto diverse dalle nostre, tuttavia ha valore anche per noi: è un aspetto della • rivoluzione culturale • che è necessario assumere se si vuole diventare comunisti e fare una rivoluzione comunista. Il motivo pili Importante per cui I gruppu• scoli hanno fallito o stanno fallendo nel loro Intendimenti politici sta, secondo me, nel fatto che nella pratica, di cui il linguagglo conseguen1e è il riflesso condizionato. non vl è traccia di simile rapporto, ma il pili delle volte vi è solo la supponenza avanguardlstlca, poco importa se meramente ideologica o se anche attivistica, di porsi dall'esterno come nuova classe dirigente, con una conferma immediata, invece, al livello intellettuale, pratico e morale, della vecchia divisione del lavoro. Cosa significa quel ec prendersi la città ,. da te, caro Giampiero, non condiviso? Ai corsi al quali ho accennato si è discusso della parola d'ordine • prendiamoci 'la città •. Si è arrivati a chiarire che si tratta di una parola d'ordine strategica, che presuppone quindi un impegno di lunga lena anche se si può e si deve prevedere che. lungo quella strada, i padroni e le loro forze armate eleveranno o eleverebbero presto I loro cavalli di frisia. Quella parola d'ordine pare conforme alte condizioni oggettivo della lotta nei paesi di capltalismo avanzato ivi compresi i paesi dell'est europeo, come del resto la Polonia ha dimostrato recentemente ed esemplarmente con I fatti. Essa è scelta contro l'ipotesi insurrezlonale, che ha visto fallire Il • maggio • francese (anche se tale ipotesi non è mai da esclu46 - dere del tutto), e contro l'ipotesi della guerra di popolo nelle campagne. Ma che cosa significa. In pratica .• prendersi la città•? Signlflca partire da bisogni che si sono manifestati In masse proletarie, con la coscienza che tali bisogni non potranno mal essere soddisfatti come si deve dal sistema nel quale vlvla• mo. Con la coscienza, cioè, che tutto ciò che viene prodotto, la ricchezza sociale. altro non è se non il frutto dello sfruttamento del proletariato. e che quindi la ricchezza appartiene al popolo. 11 problema non è solo quello di distribuire ogni tanto pili equamente tale ricchezza (riformismo). cosa del resto impossibile perché il di pili che ricorrentemente riesci a strappare, ti viene subito o poco dopo tolto nuovamente dai padroni, con la protezione dello stato; ma quello d'impadronirsi di ciò che ti serve e di cominciare a gestirlo a modo tuo. sapendo anche che Il modo ln cui la ricchezza sociale è stata usata dal padroni e dai loro burocrati è novanta• nove casi su cento un brutto modo. un modo Incosciente, un modo brutale: ai padroni interessa soltanto star bene loro, e le cosiddette • megalopoli • altro non sono che Il risultato immondo del loro egoismo. della loro mancanza di coscienza e Interesse sociale. · • Prendersi la città • significa cominciare a prendersi quello che c'è ma con il proposito che in futuro, quando si avrà Il potere di disporne completamente. buona pa;te di quello che c'è (megalopoli, poli di sviluppo. rapporto clttMrafflco. rapporto cluà-campagna). andrà distrutto e ricostruito secondo una misura umana e non del profitto. Il • prendersi la città • comporta una successione di atti • violentl • per il padrone, di giustizia reale per il proletarlo. Il fatto importante è che si occupano delle case di cui si ha bisogno e ci si rifiuta di pagare l'affitto; se si usano allo stesso modo trasporti e supermercati affermando, quando ce n'è Il bisogno, nient'altro che il diritto alla vlta. non solo si compie un atto di giustizia antirlformlst1co. nel confronti del sistema. ma anche e forse soprattutto un atto di violenza contro se stessi, contro le vecchie abitudini mentali. legall• tarle, ed è precisamente questo atto di violenza la base ne• cessaria per la nascita e la crescita di quel dualismo di potere, tutto esterno al sistema e alle sue istituzioni. da cui dipende l'esito della rivoluzione. la stessa cosa. volendo esempllficare di pili, avviene nelle fabbriche, nelle scuole, negll uffici. dovunque. Quello che conta è che masse crescenti di uomini neghino gli antichi rapportl di subordinazione, di au• torltà, le stesse condizioni In cui si svolgono Il lavoro e lo studio, e a questo modo, pure restando all'Interno della pr~ prletà borghese e statale della ricchezza sociale, comincino ad appropriarsi di quella cosa fondamentale che è Il potere

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