giovane critica - n. 27 - estate 1971

Il compagno Gfoia, un operaio non pili giovane di una grande fabbrica milanese Un legame autentico con situazioni proletarle è difficile. Non ml riferisco alle manifestazioni, al cortei. alle feste nelle quall si è tutti proiettati verso una esibizione esteriore che rendono facili Il rapporto Interno. l'Impegno, talvolta la gioia vera e propria; ma al lavoro dl tutti I giorni, alla ricerca e alla definizione di una politica generale e alla sua applicazione particolare. Il compagno Gioia è un operalo non p!U giovane di una grande fabbrica milanese. E' un merldlonale che ha capito Il nord e questo è servito a fargli capire anche Il sud. Ha una vitalità e una esuberanza eccezlonall. e queste doti o condizioni non sempre lo aiutano ad avere li senso della misura con se stesso e con gli altri nel t'apporti spiccioli. Ma quando Interviene sul problemi polltlcl, il suo Intuito è qua.,I sempre perfetto. ed egli si rivela un dirigente In quanto compagno. Questo è posslblle perché Il suo legame con I compagni di lavoro e con le masse In generale è autentico. Quando egll parla, li suo pensiero è là. al suol compagni, a quello che gll ha detto. a quello che lui ha capito di loro, a quello che dovrà dire loro !'Indomani. Anzi, siccome la sua foga espressiva è notevole. spesso ho l'impressione sentendolo che Il luogo di riunione si popoli del suol compagni operai, e che la loro presenza sia al tempo stesso entusiasmante e condizionante. Non ho mal sentito il compagno Gioia. nonostante. ripeto. l'esuberanza e la violenza del suo temperamento, fare discorsi che significassero In qualche modo una fuga in avanti, dell'awenturlsmo. Ma non l'ho mal sentito neppure assumere posizioni codiste. Nella sua fabbrica c'è l'avanguardia e rautonomla si è espressa nel fatti. Questo è Il suo punto di partenza. E per lo sviluppo di questa autonomia ma pili ancora per la sua generalizzazione nella città, In altre fabbriche, nel quartieri, nel paesi. egli ha sempre considerato fondamentale Il ruolo degli studenti e per questa ragione degll studenti critica spesso l'Indeterminazione, la capricclosltà, l'lnstabllltà. Il compagno Gioia non è mal un compagno • esterno •. A differenza di altri operai, non ha trasferito se non In p11rte I propri Interessi nell'avanguardia assumendone modi di vita e comportamenti, ma al contrarlo sta condizionando, e tatvolta duramente, tall modi di vita e comportamenti, a quelll della fabbrica nella quale vive e resta Immerso. come fonte prlnclpale della sua forza e Intelligenza politica. della sua ateua moralità proletaria. aenza le quali diventerebbe un • pover'uomo • come ce ne aono tanti o un ennesimo caporione. li creaclta dell"avanQUardla. del partito à tutta dentro quHto rapporto, che t · un rapporto nuovo perctHI, se si dlf• fonde. può significare che nessuno fregherà plU gll operai. nessuna avanguardia resa prima o poi aristocratica e privilegiata dalla divisione del lavoro riuscirà a Imporsi. Finché compagni come Gioia resteranno operai, Interni alla fabbrica, e nello stesso tempo saranno I dirigenti dell'avanguardia. allora c'è da sperare che finalmente si affermi un'avanguardia nuova, necessaria. sulle meste ceneri della burocrazia stall• nlana e socialdemocratica. e anche su quelle della supponenza ideologica di tanti gruppuscoll e movimenti, completamente, anzi cosmuzlonalmente esterni a qualsiasi realtà umana, compresa la propria. Il suo compagno di lavoro e di lotta MIile ha analoghe qualità. in una cornice meno esuberante. Fra Sarzana e Carrara vi"e un altro compagno, un giovane insegnante di estrazione proletarla. che pure avendo una for• mazlone e una posizione completamente diversa da quella di Gioia e di Mille. pure avendo sempre mllltato in avanguardie, tuttavia ha la loro stessa mentalità. un modo analogo di pen• sare e di agire. Questo compagno è chiamato Celè. nella sua zona, e questo anche per me è il suo nome. Sono stato a casa sua recentemente. e in una riunione rlStletta si è parlato della crisi attuale, dei suoi riflessi nella zona, della posslbllltà di applicazione di parole d'ordine dettate al Nord, come conseguenza lineare dello sviluppo dell'autonomia operala daU'au1unno • caldo • a oggi. Quando Il compagno Celè Interveniva. la stanza si popolava della gente della sua zona, operai di plccole e medie fabbriche. contadini. artigiani, piecoli bottegaJ. donne casallnghe. E' una zona povera, e la realtà politica deve fare I conti con questa gente. e non passare astrattamente sulla sua testa. Il • che fare • per formare un'avanguardia legata a questa gente. carne della sua carne, pesce di questo mare. era la preoccupazione costante di Celè contro tutti I discorsi tendenti alle azioni avanguardlstiche esemplari, magari, come Intento. ma del tutto astratte perché non puoi pretendere di soddisfare a modo tuo esl• genze e bisogni non accertati oppure non ancora rlavegliatl verso soluzioni di massa. Slamo un popolo di 54 mlllonl di abitanti, e certo l'esempio di tre soll compagni può fare sorridere. Secondo me, Invece. è Importante perché questo esempio è operante e perché esso è circoscritto nel llmltl della mia eSperlenza che ha altre frecce al proprio arco ma che comunque fa presumere. essendo comunque limitata, che cl siano altri comp• gnl come questi tTe, e ce ne sono certamente molti (lo so con sicurezza) che a questi tre si stanno awlclnando. Ecco, queste sono le cellule umane di un posslblle nuovo partito, che sia realmente nuovo nella pratica stessa di diventarlo. Se un partito non sarà fatto con uomini come questi, non sarà un partito nuovo; e senza un partito nuovo. la rlvoluzlone - 45

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