giovane critica - n. 27 - estate 1971

bisogna riandare. però. alle scelte del Sindacato tra Il 1968 e Il 1969. Scelte non univoche e generali, ma prevalenti, oggi ancora sottoposte a tensione critlca del movimento sindacale, ma di decisiva influenza. Sarebbe limitato oggi sottolineare che allora erano notevoli gli elementl di spontaneità. Vi era assai dl pii.i: sulla traccia costituita dall'impegno classista della parte plU avanzata del movimento slndacale, una parte rilevante della classe operaia espresse una volontà di lotta e di cambiamento della propria condizione. mutuata per taluni aspetti dal movimento degli studenti, che andava oltre I limiti presenti negli orientamenti rivendicativi e di lotta del Sindacato, ivi comprese le organizzazioni sindacali piU avanzate e combattive. La risposta possibile della parte plu avanzata del movl• mento sindacale a questa pressione delle masse poteva collocarsi. nel corso della tradizionale esperienza di lotta operaia e rivoluzionaria, in una alternativa abbastanza definita. Sce• gliere una via Insurrezionale. cioè tentare di estendere II movimento rivendicativo, di esplicitarne I piU radicali contenuti politici e di portare la lotta dalle fabbriche ad un confronto frontale con le istituzioni democratiche. per una conquista diretta del potere nello Stato. Oppure scegliere una rapida generalizzazione del movimento rivendicativo, su parole d'ordine • orizzontali • tipiche a tal fine. come I salari e le 40 ore. fa. cendone la base per soluzlonl politiche di tipo • frontista • nell'ambito delle istituzioni democratiche. Che fosse possibile la prima via è davvero ben ditticlle sostenere. anche rispetto ai momenti piU alti della combattività operaia. Per il salto da forme di lotta di tipo democratico ad una insurrezione, con gli etementl di lotta armata che questa comporta, mancavano fattori indispensabili. dal contesto Internazionale all'Indebolimento organico del potere statale e dei suoi strumenti repressivi. dalla preparazione organizzativa alla radicalizzazione cosciente fino a quel punto della maggioranza della classe operaia. Non a caso. anche nel Maggio francese. c'era stata una soglia che nessuno aveva superato· quella precisamente di elementi di lotta con le armi. Ma è molto significativo, e positivo, che anche la seconda via non sla stata scelta. Certo. la presenza del centro-sinistra e la dlfficoltà di un rapporto unitario profondo fra soclallstl e comunisti, ne rendeva dlfficlle la proposta. Eppure. non dlmen• tlchlamo che. In riferimento alle grandi lotte del primi anni sessanta, nella prima fase del centro-sinistra. si era pure dl· scusso di Partito unico del lavoratori e della maggioranza del 510/odelle formazioni politiche dl origine operala. Ed una tale tentazione poteva a maggiore ragione pesare per !"ampiezza ancora maggiore delle lotte alla fine degli anni sessanta e per lo stato di maggiore difficoltà del centro-sinistra. anche dopo le elezlonl del 1968. 36 - Giocarono per una diversa scelta, particolarmente, due fat• tori. 11primo fu la consapevolezza del Pcl che la via da percorrere non poteva essere quella deflnlblle In termini di poli• Uca •frontista•: consapevolezza ben presente. In particolare, in tutto Il contesto dell'ultlmo Congresso del Partito, tenuto all'inizio del 1969, quando l'accento fu posto In alternativa sul concetto di blocco storico e sull'autonomia dei movimenti di massa. Il secondo fu il tentativo del Sindacato - ripeto, In una tensione critica rimasta acuta -, nello spazio di autonomia ad esso aperto esplicitamente dalla stessa volontà polltlca del Partiti operai, di svolgere un proprio ruolo nell'lndivlduare obbiettivi organizzativi. rivendicativi e di politica sociale alla combattività operala, che si manifestava con caratteri cosi avanzati. oltre I limiti del suo stesso programma organizzativo e politico. Vi sono molte ragioni per cui questa scelta del Sindacato, pure nel suo carattere ancora parziale e contradditorio, ha avuto una grandissima importanza. Il tipo di combattività operaia che cominciò a manifestarsi nelle lotte del 1968, e raggiunse Il plU alto punto nell'autunno del 1969 e nelle lotte dei mesi seguenti. aveva un carattere due volte orlglnale, In significativo collegamento con Il carat• tere delle lotte studentesche. Esso Investiva contemporanea• mente e con grande concretezza tanto le forme di organizzazione dei lavoratori nelle aziende e di conduzione delle lotte, quanto il tipo di rivendicazioni da sostenere. Si esprimeva l'esigenza di forme di organizzazione dei lavoratori molto plU dirette e piU capaci di assumere, momento per momento, la volontà di partecipazione per la lotta dei lavoratori. rhe non le Commissioni Interne e le stesse Sezioni Slndacall Aziendali. Queste erano rimaste un nucleo dirigente vitale. essenziale nella fase precedente dell'azione sindacate. che aveva resisti• to fn tutto il periodo di plu accentuata divisione fra I sindacati, ma che ora. sopratutto nelle grandi fabbriche, costituiva anche un llmlte per una parteclpazlol'l8 generale della classe operaia, In tutte le sue reali articolazioni, nel nuovo clima di combattiv-ltà. o·altra parte. la spinta rivendicativa puntava ad un salto salariale, come all'Inizio degli anni sessanta, e contemporaneamente ad affermare un principio nuovo di unità e di eguaglianza fra I 1avoratorl ed a concretare un Intervento operalo tale da modificare realmente le condfzlonl di lavoro. specialmente nell'Industria moderna plU altamente meccanizzata ed automatiuata. Nel fuoco della lotta. bisognava rispondere allora a due Interrogativi. Se si trattava dl una spinta occasionale e transi• torla nel movimento, oppure del comparire di un fenomeno nella classe operaia, con riferimenti lnternazlonall, non solo al Maggio francese. Se era posslblle rispondere all'esigenza

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