renderli non solo compatlbill con obiettivi compresenti di sv). luppo dell'occupazione e del Mezzogiorno e delle altre aree meno svlluppate, e nell'ambito delle categorie dell'agricoltura. la convinzione di dover confrontare I propri obiettivi con quelli del lavoratori delle altre categorie per identificare I punti dl convergenza e le modalità di azione comune necessari per In• laccare decisamente la solidltà del blocco contrapposto. E' maturata molto meno. pur nella ricerca presente di momenti di unificazione slgnlflcatlvl. la capacità delle organluazionl orizzontai! dl sostenere questi sfortl e di collegarli ln un'Impostazione coerente. Certo ritardi e dlfflcoltà vi sono stati In tutti I casi. Cosi. si b rlvelato Insufficiente l'arma del controllo dell'orario di lavoro come strumento da spendere a favore di un salto di qualltà nel processo di lndustrlalizzazlone delle regioni meridiona11e, d'altr, parte, sl è rivelata Insostenibile, perché non abbastanza chiaramente fondata sull'analisl delle condizioni reali, la richiesta della Federbracclantl di estendere la conquista delle commissioni per li collocamento a tutto il movimento sindacate J. Il dato fondamentale è costituito dal fatto che la polltlca delle riforme, per gli obiettivi enucleati e per la gestione delle lotte, non ha assunto li valore unificante che avrebbe dovuto rivestire. Se cioè è già necessario ammettere che nelrindlviduazlone degli obiettivi si è peccato di • nordlsmo • nel senso che si è finiti con 11concedere troppo spazio a rivendicazioni che si traducevano plU che altro nella copertura di alcunl drammatici bisogni scoperti nelle grandi aree metropolitane, asso1u• tamente insufficiente è stato lo sforzo di unificare le lotte esplose In numerose aree attorno a specifici obiettivi (trasporti. $cuoia. ecc.I, dimostratesi nelle regioni merldlonall non soltanto vitali ma capaci di coagulare molte forze. Ed a questo proposlto un aspetto particolare della divarica. zlone va ripreso In esame: quello delle sue connotazioni terri• torlali. Non è un caso che le differenti conformazioni che I con• fllttl soclali o l'esasperazione popolare assumono nel Mezzogiorno, siano geograficamente locallzzabUI In modo abbastanza preciso: là dove le organizzazioni operale e bracciantili hanno un peso maggiore e dove le lotte da esse Impegnate, nelram• blto di azioni nazionali di categoria o gruppo o a livello della fabbrk:a e dell'azlenda agrlcola, hanno profondamente Inciso sugli equlllbrl polltlcl e soclall, non si sono neppure avvertiti pericoli concreti dt 1oprawento (anche episodico e marginale) delle forze di destra; gll al margini di queste aree, però, Il con• trollo esercitato dall'ort1anluazlone di classe veniva a mancare e I pericoli lmpUcltl nella disgregazione delle cllentele ad emer. gere con notevole forza: 5 Per andare al fondo di questa differenziazione geo grafica, che pure appare in sé di chiara interpretabilità, • alcune considerazioni ulterlorl possono essere sviluppate. Le lotte operaie e bracciantili. nel Mezzoglorno ancor plU che nel resto del paese. si sono qualificate negli ultiml anni per la ricchezza del contenuti e per la loro precisa caratterizzazione In termini di attacco agli equillbri di potere consolidati nel luoghi di produzione (e fuori, com'è Il caso delle commissioni per Il collocamento conquistate dal braccianti). Nell'ambito delle categorre Industriali (lotte contrattuali, di gruppo e aziendali) i lavoratori meridionali hanno portato un contributo di fondamentale Importanza per la demistlflcazlone del modelli di organizzazione del lavoro In uso e per la conquista di traguardi rilevanti: dal controllo dell'orario di lavoro alla rlvalutazione della crescita professionale alla modifica delle condizioni dell'ambiente di lavoro. Insieme. hanno avuto gran• de sviluppo nel Mezzogiorno. e con connotazioni spesso plU autentiche e vive che altrove. le nuove strutture di fabbrica formate dal delegati e dai consigli. Per quanto riguarda I braccianti, i lavoratori meridionall si sono sempre, in questi anni, posti alla testa delle azioni dirette a garantire maggiore potere nelle aziende e sul mercato del lavoro (a cominciare dalle ricordate commissioni). Tentativi di Interpretare questa straordinaria combattività delle crassi lavoratrlcl nel Mezzogiorno sono stati effettuati: la si è ricollegata alle origini recenti di una classe operala meridlonale e al suo Inserimento In un apparato produttivo a tecnologia già notevolmente avanzata, oltre che alle tradizioni di lotta che Il Mezzogiorno ha espresso in molte occasioni In passato. Si tratta di spiegazioni certamente valide, per 1e categorie lndustrlall, ma parziali ed Incomplete. Altrettanto parziali ed incomplete sono. d'altra parte. altre spiegazioni. di natura pslcologlstica, che ricollegano la combattività del lavoratori meridionali alla generosità di coloro che nulla o poco hanno da perdere. del senza speranza. Tutte queste interpretazioni vanno corrette (anche se non si ha la pretesa di essere con ciò esaurienti) almeno con una constatazione generale: che le classi lavoratrici del Sud non sono rimaste. e non potevano rimanere. isolate nel processo di esplosione delle contraddizioni che ha caratterizzato Il Mez. zoglorno In questi anni. ma anzi sono state uno del motori ' Le CommlsslOfli COOlun•II pos,ono • ben diritto essere coo• slderate • Il contributo megglore dato negli ultlml tempi dli prole• tarlato agricolo 1111 ton• generale della classe operali • o come uno tra I m1gglorl (Mllltello. l• ton• delle cam~ne. in Probl•ml del SoclaUamo, 1969, n. 39): m1 ciò non comporta necessariamente che esse debbano divenire un obiettivo per tutte le reglOfll e per tutte le categorie. - 33
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==