Certo la debolezza rllevata è connessa al ritardi e alle Insufficienze maturate negli anni, in termini di azione politica. Ambedue gli aspetti vanno, tuttavia, a loro volta ricollegati alle caratteristiche dell'evoluzione a partire dagli anni ·so del movimento operalo nel suo insieme. Per sommi capi e molto schematicamente, si pub ricordare che la svolta operata dal movimento operaio (ci riferiamo soprattutto alla Cgil e allo stesso Pci) alla fine degli anni ·so. quando condizioni di fabbrica e salari si sono riproposti come temi centrai! nelrazlone, avrebbe potuto non avere come corr·spett vo il sostanzia1e e progressivo abbandono di una llnea mcrldionalistica se non fossero stati nel frattempo accumulati ritardi pesanti nel1'elaborazl.:me di proposte politiche adeguate alla situazio,e che maturava nelle campagne. e in particolare nelle campagne meridìonali, e alle contraddizioni che si andavano esasperando nel centri urbani del Sud. Il problema del Mezzogiorno, forse perché troppo si contava sulle possibilità di Imprimere una svolta alla politica meridionalista del nuovo gruppo posto alla testa degli organi meridionalistici e capeggiato da Giulio Pastore. veniva soprattutto analizzato e dibattuto In termini di valutazione tecnocratica dei mezzi d'Intervento predisposti e di critica al carattere centrallzzato del controllo e dell'uso di tali mezzi. Il contributo rilevante alla reimpostazione della questione meridionale che Il movimento operalo. sotto la guida dl DI Vittorio, aveva fornito negli anni del dopoguerra e nella prima parte degli anni ·so, si era troppo cristalizzato, aveva perduto i contatti con l'evoluzione delle condizioni reali: si era finito cosi inevitabilmente per giocare di rimessa. quasl In ogni occasione, e soprattutto per porre una fiducia davvero eccessiva (anche a prescindere dal senno del poi) sulla capacità delle forze al governo di giungere ad un assestamento delle strutture economiche e sociali nel Mezzogiorno, magari anche a costo dello spopolamento di molte aree. 2. Le esplosioni di collera popolare, cosi come l'adesione generalizzata di •operai e contadini e braccianti del Sud alle lotte sindacai!, hanno dimostrato che non solo un assestamento non è stato raggiunto. ma a11'esploslone di contraddizioni vecchie e nuove si è affiancato l'emergere di profondi processi di disgregazione e degradazlone degli equlllbri polltlcl e soclall, di sfllacclamento dell'Ipotesi lnterclasslsta predicata dal ceti dominanti e sostenuta come base di appoggio del blocco clientelare. Se clb è vero. un'anallsl pili dettagliata va fatta per comprendere come questi fattori abbiano variamente giocato. Il risveglio del Mezzogiorno pub essere sostanzialmente rap30 - portato alle lotte generali promosse dalle confederazioni sindacali nel ·sa e nella prima parte del 69: per le pensioni e per l'eliminazione delle 4 zone • salariali. Per la prima volta dopo molti anni, in esse si realizzano un momento concreto di unificazione del movimento a livello nazionale e la crescita di un forte potenziate politlco tra le masse meridionali. E' l'occasione per uno sforzo di rinnovamento e di ridefinizione della linea complessiva che faccia di queste lotte li punto di partenza per il superamento delle deacienze e del ritardi maturati fin dalla seconda metà degll anni 'SO? (Non è inutile. sotto qucs~o profilo, richiamare le incertezze e le polemiche attraverso le quall si arrivò, all'interno della Cgll. a definire l'azione per l'elim!nazlone delle 4 zone •, né è Inutile ricordare che I rappresentanti delle organizzazioni tocai! meridionali e di alcune categorie furono pili sensibill del resto dell'organizzazione rispetto ad un obiettivo che poteva rispondere concretamente ad esigenze e aspirazioni che tendevano a porsi in modo sempre piU espllclto). Posta in termini categorici. questa domanda non può però trovare una risposta esauriente. A chi chiedono delle risposte le masse m?ridiona!i? Oi_rettamente o Indirettamente su questo tema si è molto speculato. A partire dal citato dibattito parlamentare 4 dopo Battlpaglla • è già chiaro, tuttavia. che le espressioni della protesta giustificano le pili svariate attrlbuzloni: ciascuno legittimamente può pretendere che a fui si chiedano queste risposte (nella misura In cui sia In grado di darle - vorremmo aggiungere - e nessuno. sinceramente. appare in grado di farlo). In realtà. nessuna risposta concreta viene a sedare o a orientare questo fermento. Perché le forze di governo non r~- scano a sedarlo, è surficlentemente agevole vedere: I vlncoll determinati dalla loro polltlca nazlonale e Internazionale. o determinati dalla gestione degll strumenti d'intervento, soprattutto la Cassa). non consentono rapide svolte, nta. al contrarlo, ogni tentativo, effettivo o apparente che sia, di operare una svolta scatena notevoli reazioni non sempre controllabili. Perché le forze dell'opposlzlone non riescano a orientarlo, è meno agevole vedere: in buona parte per I ritardi dl elaborazione e per l'Indebolimento della stessa organizzazione. Al dr là del ritardi e delle debolezze specifiche le drammatiche con1raddizlonl da cui nascono le nuove ed eterogenee fonne dell'esasperazione del Sud, si sono proiettate nelle organizzazioni della sinistra che hanno assistito. abbastanza Inermi. alla divaricazione del movimento: da un lato, le rivolte urbane lasciate In preda di quei blocchi cllentelarl reazionari e para-fascisti che si sentono oggi sempre plU nettamente condannati alla llquldazlone nell'ambito dei loro stessi partiti o gruppi: dall'altro lato. l'adesione P!ena, e estremamente vitale
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