giovane critica - n. 27 - estate 1971

come una realtà organica ed ineliminabile, né la cosa deve meravigliare poiché il sistema si è sempre sv\Juppato attraverso contrasli mediati e ricuciti e di cui hanno fatto le spese le classi subalterne" Le contraddizioni del capitalismo permangono (anzi nell'attuale fase appaiono acuirsi) e con esse le tensioni che esplodono in crisi economiche e sociali. Quanto alla funzione dello stato (e della sua Industria). essa si esplica nel seguenti modi: 1) crea una forma giuri• dico-politica in cui possa esplicarsi l'anarchia del capitale; 2) Interviene per mitigare gli effetti dell'anarchla del sistema (ad es. dopo la crisi): 3) media I conflitti tra settori capitalistici favorendo accordi (sempre però sulla base del profitto): 4) in• terviene per trasferire le contraddizioni del sistema ad un nuovo livello o per mitigare gli attriti: 5) interviene per creare il consenso a vantaggio de! sistema stesso: 6) allorché esistono plU alternative dl sviluppo può spingere Il mercato in un certo senso. Nella specie (sottosviluppo) il massimo sforzo che lo stato e la sua Industria possono fare è il passaggio da un sottosviluppo stagnante ad uno dinamico (notevole tasso di sviluppo della zona povera, inferiore, però, a quello della zona ricca sicché il divario relativo si allarga), e ciò avviene quando Il ristagno non è plU funzionale allo sviluppo della zona ricca e diventa fonte di tensioni socio.politiche troppo pericolose a livello nazionale. L'industria pubbllca, infatti, che ha alle spalle Il sostegno economico dello stato può investire con una certa tranquillità senza preoccupazioni immediate di profitto 11 che le apre delle prospettive in parte diverse da quelle della impresa privata. Precisiamo subito: noi siamo contrari alla ideologia dell'impresa pubblica che agisce (o può in prospettiva agire} per fini Indipendenti dal capitale. In questo sistema lo scopo degll enti economlcl statali è quello dl attenuare gli squilibri del sistema stesso, • razionalizzando • nel ristretti Umili del posslbile; da qul all'anticapitalismo dell'impresa pubbllca (attuate o potenziale) c'è il mare della mistificazione. E' errato. però. ed è settario dire che l'impresa pubblica è identica in tutto a quella privata: le ferrovie Italiane sono passive e non sono un modello di perfezione; pure ad un certo punto un liberale ha dovuto na.i:ionalluarle e 'nessuno dopo vari decenni pensa seriamente a ritornare Indietro. La verità è che l'Impresa statale svolge una funzione distinta e specifica necessaria però a tenere in piedi Il sistema e l'Impresa privata l'Impresa statale, peraltro, incontra nella sua attività alcunl llmiti determinanti per cul essa non può da sola, risolvere il sot1osvlluppo ma al massimo renderlo dinamico. Questi llmltl sono: al In un sistema borghese la maggioranza della ricchezza è in mano ai privati che operano per fini Immediati e massimi di profitto; b) le spese di uno stato moderno sono enormi slcché esso dlfflcilmente può permettere che tutte e sempre 28 - le sue Imprese siano passive; cl le Imprese statali operano assai spesso con profondi legami col mercato finanziarlo (dominato dal criterio del profitto) e sono socie, In vari casi. di grossi oligopoli privati Il che le condiziona nel senso di una politica di redditività. Senza volerci dilungare su quest'ultimo punto (su cui ritorneremo in altra parte di questo lavoro) cl limiteremo a notare un fatto assai noto per chiunque abbia seguito la stampa meridionale e napoletana dal 1969 in poi•. L'Anic di Gela e l'Alfa Sud di Napoll hanno dirottato o dirotteranno le loro commesse verso le Imprese che offriranno loro prezzi pili competitivi e cioè non verso le Imprese locali, arretrate ed incapaci di fornire i servizi richiesti a costi e prezzi • economici •· Agli imprenditori locali dunque sono andate solo le briciole e si è vlsto chiaramente come. per Ironia della sorte, delle grosse Imprese ad alta composizione organica inserite In un contesto di sottosviluppo, generino attività ed occupazione in• dotta altrove acuendo la triste plaga dell'emlgra.i:ione. Anche per le Imprese pubbllche la redditività (profitto) è una Dea da cui non si può prescindere sempre ed in modo totale". Stringiamo l tempi e tiriamo le fila del nostro discorso. Espresse in forma sintetica le nostre tesi sul sottosviluppo possono riassumersi cosi: a) il sottosviluppo deriva, nell'attuale sistema ollgopotlstico, dal modo nuovo e sperequato attraverso cui opera la legge della perequazione del tasso di profitto; b) una redistribuzione del reddito pianificata a livello mondiale: - regionale • o nazionale che ellminl radicalmente gli squilibri non è concepib11e nell'attuale sistema. 29Ad esempio à stata compiuta una poderosa dilatazione del debito del consumatore che attualmente, proprio perch6 11 consumatore è oberato di debiti. à diventato un mezzo di espansione del mercato assai pericoloso tv. I lavori citati alla nota 26); espandere II mer• cato ed I profitti sulla pelle del consumatore Il qua1eoltre al debiti ed agli Interessi non Indifferenti "Subisce anche il peso dell'inflazione. non sembra piU una prospettive agevole e gll esempi potrebbero mol• tlpllcarsl, lO Per ciò che concerne Gela v. Hltten e Marchlonl. lndustrlallz, nziOne senta svlluppo. Gela: una storia meridionale. Milano, 1970, pag. 47 segg. e 91. Per ciò che concerne l'Alfa Sud la cosa à notissima, basta sfo• g11arela stampa napoletana, sc,prattutto Il Mattino (pagine economica) del 1969. 11 Una caso analogo a quello Indicato nel testo è quello della legge speciale del 1957 che faceva obbllgo alle imprese di stato di Investire almeno 11 40¾ delle loro risorse anche nel meridione: nel periodo 1957·63, l'aliquota degli lnvesttmentl destinata al sud da quel• la Industria à stata del 30,2¾ (I 3/4 del minimo previsto dalla legge). V. Libertini. Capitalismo modemo e movimento operalo, Roma, 1965, pag. 53-54.

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