paesi poveri. Ess~. però. rimangono un fenomeno di dimensioni relativamente (a livello mondlale) modeste. Non solo ma la presenza di alcune punte avanzate acuisce la dipendenza di quel paesi ed il loro sottosviluppo; infatti l'am, blente economico complessivo è tale da non invogliare Il reinvestimento del profitti sul luogo {mancanza di Imprese collaterali cui affidare commesse, servizi Inadeguati, mercato ristretto. potere polltlco Inefficiente e corrotto, acutissime tensioni sociali ecc.). profitti che come è noto ritornano nella metropoli mentre per contro la presenza di alcune grosse concentrazioni con ele• vata composizione organica distrugge le piccole imprese locali ad alta Intensità di mano d'opera acuendo il triste fenomeno della disoccupazione e dell'emigrazione"· Ouestl argomenti valgono in sostanza non solo per i rapporti tra paesi ricchi e paesi poveri ma anche per i rapporti del tutto analoghl tra zone ricche e zone povere di uno stesso paese e quindi possono spiegare adeguatamente Il fenomeno del crescente divario Nord-Sud (ln ltalla) nella fase del capltalismo oligopolistico. A questo punto chi ha studiato !'economia sul manuali universitari si porrà una domanda: un simile sistema intasando di Investimenti zone ricche ma ristrette non richiede periodici riflussi di capitai In quelle povere, pena la crisi? L'obbiezione è conceplblllssima anche da parte di molti compagni I quali sulla scia dell'Insegnamento di un Engels o di un Panzierl, sono abituati a pensare al capltallsmo come un sistema non anarchico ma organizzato, che non ha plU contrad• dizioni o che domina le sue tensioni neutralizzando le cause della crisi. Questa visione del sistema non è pacifica e uno de• gll scriventi ha avuto occasione di esprimere già la sua opinione aderendo alla tesi del capltallsmo comunque e sempre anarchico,. anche nella fase del monopoll (tesi con cui l'altro coautore di questo scritto è pienamente concorde). In questa sede. però. vogliamo notare come proprio il sot• tosvlluppo sia la prova del carattere anarchico del capltale, se per anarchia si Intende l'Incapacità del sistema dl controllare gll effetti delle sue contraddizioni. Fenomeni come le rivoluzioni cinesi e cubana o la guerra del Vietnam con le conseguenze sconvolgenti che hanno avuto nel mondo occidentale provano come certe contraddizioni sfuggano di mano al sistema e l'elenco potrebbe allungarsi u D'altro canto le recenti vicende dell'economia americana e l'lmpotanza de1 sistema davanti alle sue con• trlddlzlonl strutturali (che si esprlme polltlcamente nelle continue osclllazlonl dell'ammlnlstrazlone Nlxon) • provano come non tutto sia organlzzablle o razlonaltzzablle. Sweezy e Huberman scrivono che • ciò dipende da11acaratteristica eaaenzlale di. una società borghese ( ...) e cioè che l'Interesse predominante di ogni Individuo è e deve essere quel• lo di vigilare sui propri interessi il meglio possibile. Quel che accade alla società è la risultante di un numero Infinito di azioni dirette a fini egoistici. La mentalità del membri di una tale società { ...) è completamente dominata da una tale convlnzlone • n_ Egoismo miope? Certo ma In un sistema dove l'imperativo è il profitto sarebbe assurdo ragionare altrimenti. Tornando al nostro problema (la riorganizzazione equilibrata della produzione capitalistlcal ci sembra evidente che chiedere ai capitalisli di un paese come l'Italia. afflitto dal sottosviluppo. dl investire per 10-15 anni le loro risorse senza criteri di profitto {o con un bassissimo tasso di profitto) in nome di una ridistribuzione pianificata (nell'ambito del sistema) delle risorse. è as• surdo: I capitalistl non possono che essere quelli che sono anche perché la concorrenza internazionale divora chi non brucia Il proprio incenso sull'altare del massimo profitto. Ciò che è accaduto In Italia negli ultimi anni è indicativo: davanti ad una fuga all'estero del capitale il governo ha dovuto emettere obbligazioni con un tasso di Interesse piU elevato: Il capitale lo si trattiene solo ragionando In termini di denari. Ma ciò che riguarda l'Italia concerne ailche Il sistema mon• diale sul suo complesso: 11 profitto non è solo una cosa che riguardi Il capltallsmo !tallano, anzi la presenza della concorrenza internazionale e l'Intrico degli interessi nazionali e settorlatl rende u1oplca - a livel' mondiale - la prospettiva dJ una pianificazione internaz1ona1.". e quindi la possibilità dl una redistribuzione organizzata del reddito a quel livello. La disfunzione sviluppo-sottosviluppo sl configura, perciò, " Il caso del Meridione italiano 6 veramente Indicativo. Nel periodo 1960-69 la produzione industriale aumenta notevolmente; soroonc, o si ampliano alcuni colossi ad alta comp<>silione organica e. come ha dovuto ammettere melanconicamente Donai Cattln. l'occupazione nel• !'Industria subisce una lieve flessione Il che. tenendo conto dell'ln• cremento demografico, spiega Il perdurare dell'emigrazione. : 4 Su questo punto v. Carlo. La natura sock>-economica dell'UrH In Giovane critica n. 26 cap. I oota ,s. zs Un caso clamoroso di contraddizione che sfugge al controllo del sistema 6 quello delr•lterazlone dell'equilibrio ecologico che ha assunto dimensioni abnormi, Ignote al plu (un esempio: tra venti anni. oon vi saril piU faune Ittica nel Medlterr•neo ed I Jet stanno lettera!• mente distruggendo l'erla che respiriamo) e che minano al11 base la p<>sslbltltt di sopravvivenza di tutta l'umanltil. lift Sugli attuali tremendi problemi dell'economia americana. v. tr• gli altri: Sweezy e Magdoff, Note sull'lnflazlone e sul dollaro. In Monthl,- RevNlw, ed lt. 1970 n. 4-5. pag. I segg.: Sweezy e Magdolf. G.,..r,a • crisi. In Monthly Revlew, ed. Il. n. 7. 1970 pag. I se90.; Sweezy e Magdoff, La crisi della llquldllil, lvi n. IO. pag. 1 segg.; Klotz, lnflazk>ne, depresslon., claHe operala, lvi n. 7 pag. 10 segg.: Nicolaus. Chi ucckt.ril la mamma? lvi pag. 22 segg. n Hubormann e Sweez,-, T.orla della politica estera americana, Torloo 1962 pag. t4. • V. Kldron. Il ~lt1ill1mo occkt.ntlile nel dopoguerr•, B•rl, 1969 pag. 36 segg. - 27
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