giovane critica - n. 27 - estate 1971

vello produttivo bassissimo non compensato dal basso salarlo 1t: peraltro In Marx la caduta del saggio di profitto. non avviene solo per l'aumento della composizione organica del capitale ma per Il gioco della concorrenu e della caduta dei prezzi in simbiosi col primo elemento ". Attualmente essendo bloccata la caduta dei prezzi {che anzi lievitano verso l'alto) •• uno degli anelli di mediazione necessari della legge è saltato. A questo punto cl si potrebbe obbiettare che proprio l'esperienza del meridione italiano pre-unitario (1824-1860) prova come un paese povero possa amrare aliquote ingenti di capitate straniero allraverso una politica doganale e di incentivi (le stesse dogane sono un incentivo perché permeltono prezzi e profitti assai alli). Ora, però. il fenomeno borbonico avveniva nell'epoca del capitalismo ottocentesco e non in quello degll oligopoli. A quell'epoca i fenomeni pre-imperiatistlci (ad es. la questione dello zolfo siciliano ed il conflino commerciale tra Napoli e Londra) esistevano senza dubbio, ma i grandi Imperi non si erano consolidati (ciò avverrà nella seconda metà dell'ottocento) sicché i rapporti di forza e la situazione economica erano diversi. Quando un paese povero si chiudeva nella cintura doganale, per conquistare il mercato occorreva agire dall'Interno (Investire in loco) e le dogane ripetiamo favorivano profitti assai alti. Oggi una sfida doganale all'imperialismo non è seriamente pensabile ed inoltre i1 rapporto salari-produttività e spesso assai piU conveniente" nei paesi ricchi che in quelli poveri dove la scarsa quallflcazlone della forza-lavoro è. assai piU che In passato, un freno agli Investimenti dato l'enorme sviluppo tecnologico che ha valorizzato questo elemento (la qualificazione)•. Attualmente Inoltre lo svlluppo industriale esige enormi Investimenti per rompere il cerchio della povertà. questi investimenti potrebbero essere trovati alrlnterno espropriando le classi ricche e centralizzando la proprietà 1' ma è chiaro che 1e classi domlnantl del paesi poveri non vogliono questo. GH incentivi economici per attlrare capltale straniero non bastano plU (lo SI è visto). una sfida democratico borghese all'imperialismo (planlflcazlone • democratica • all'Indiana, espropriazione delle proprietà straniere) richiederebbe u 1 vasta mobilitazione di massa che in un mondo caratterizzato ..alla presenza Incisiva della ri• voluzlone socialista (la Cina ed il Vietnam sono pur sempre qualcosa) appare pericolosa e suicida. Ciò spiega Il fallimento di tentativi come quello Indiano 11 blt e la rassegnazione delle borghesie naztonali a sopravvivere come classi prlvlleglate di secondo grado all'ombra dell'Imperialismo. Anche dal punto di vista politlco è difficile opporsi alla legge della perequazionesperequata del tasso di profitto a llvello mondiale. Ouanto sosteniamo non è minimamente smentito da alcuni recenti rlllevl relativi all'Amerlca latina secondo cui gll lnve26 - stlmenli del capitale metropolltano per quanto In costante diminuzione (relativa non assoluta) tendono a creare delle Imprese con un'alta composizione organica del caplta1e (migliorando il rapporto industria-agricoltura a favore della prima) il che dovrebbe portare alla occldentallzzazlone, non solo economica ma politica di quei paesi"- In realtà è normale che il capitale monopoflstlco investa al suo livello creando imprese di dimensioni . notevoll anche nei 16-Jalée, le piltege cii. pag. 110. Un accenno, peraltro assai :uggevole, a1 diverso tasso di profitto tra paesi ricchi e poveri ed al diverso modo In cul 01,)erala legge della perequazione del tasso di profitto anche in Sweezy e Magdoff. Note sulle società HiOMrie multinazionali, In Mon1hly Revlew ed lt. 1970 n. 1-2. pag 2 Assai interessanll sono anche I rll1evl di Celso Furtado (La formazione aconomica del Breslle, Tormo. 1970, pag. 293 segg.) sui d1vers1 l1velh di profitto e produttività e sul movimenlo d1 capitali; egli però non spiega perché non operi la legge della perequazione del tasso d1 profitto u V. Marx. Il capitale, 111, Roma, 1965, pag. 27S-281. Il ragiona• mento di Marx è assai semplice: l'aumento della composizione organica è compiuto dal capltallsta•innovatore per aumentare (in massa e, si noti, in sa90!0) I suol profitti e ciò In un primo 1empo avviene. In seguito. però. la generatluazlone dell'innovazione a tutto H se1to,e e la concorrenza fanno cadere preu1 e profitti. Non entriamo per ora nel mento del ragionamento di Marx epperò ci sembra chiaro come la concorrenza sui prezzi sia un anello intermedio essenziale per l'operare delta le90e (In senso analogo v. Gramsci. Il materiaUsmo storico e la fllosofla di Benedetto Croce, Torino, 1966, peg. 212). 1 • la cosa è nota (v. Baran e Sweezy, op. clt. peg. 51 segg.), Gli economiSII borghesi parlano eufemisticamente di • rigidità • del prezzi che non cadono più (v Sy1os labmi. op. cit pag. 141), E' da notare che eccezionalmente si hanno r1torn1 della concorrenza sul prezzi come nel caso delta lotta per impadronirsi dell°Ades,te brasltlana (v Galeano, la denazlo1111lluazlone6ell'lndustria In Brasile, In Monthly Review, 1969, n. 12, pag. 5 rew. a pag. 71. però sono eccezioni tanto è vero che i prezzi rimasero rigidi anche durante la crisi americana del 1957 (v. Sylos lablnl, Economie capitallstlche ed economie pianificate, Bari. 1960, pag. 124•1.:5). 19 V. Bettelhelm. op. loc. ult. clt. ~ A tal proposito Emannuel (op. clt. pag. 174) segg, propone Il concetto (ripreso anche da Samlr Amln. di composlzlone organica del lavoro alludendo al rapporto tra lavoro tecnico-quallflcato e non qualificato Ora, però, è da notare che 1a composizione organica del lavoro 11 cui livello !alto) è fondamentale per la difesa del saggio di profitto è elevata proprio In quei paesi che hanno una notevole composizione organica del capitate. llbls V Chatlopadyay, C8pl1allsmo di stato In India, in Monthly Rewiew, ed. Il., 1970, n. 4•5 pag, 6 s~g. 21 La cosa è ammessa anche dagli economisti borvhesl. v. Bronfenbrenner. li • mito • (MIia confisca nello sviluppo economko, In Agarwala e Slngh. l'~I• d.l paesi sottosviluppati, Milano, 1966, peg. ,1.43 s~g. 22 V. Laclau, A,ventln.1. Lai strete9la Imperialista e le crisi (Ml "'89QIO 1919, In Monthly Rewl•w. ed. lt. 1971, n. 1-2, pag. 25 s~g. Laclau ipotizza che l'!mperlallsmo possa creare nell'Amerlca Latina un regime • occidentale • (parlamentare) e con un accettab!le livello d·occupazlone. Ouanto scritto nel testo va In senso del tutto opposto.

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