giovane critica - n. 27 - estate 1971

acC1Jmulanodi meno e non possono adeguatamente modernizzarsi e conceotrarsl por1andosl al llvello di monopoli che attraverso gll scambi diseguali • sfruttano • le sl'esse piccole Imprese e ne Indeboliscono le capacità di accumulazione. Si ha cosi un circolo chiuso. Lo st1u1so fenomeno awlene per l'agricoltura dove la concentrazione della produzione prosegue ad un ritmo enormemente inferiore a quello dell'Industria,. sicché la posslbilltà dl organizzare cartelli sono poche o nulle. Il prezzo del prodotti agrlcoll, dunque, è ancora un prezzo ottocentesco e concorren• ziale (alludiamo qui alla concorrenza perfetta) mentre invece i prezzi dei beni industriali sono in misura prevalente prezzl di cartello che divergono (per eccesso) dal valore del prodotto. i1 che determina l'lstaurazione di uno scambio dlseguale tra agri• coltura ed industria Mn conseguente sperequazione dei tassi di profltl.> 11. E' a1tresl evidente che le Imprese piccole e medie (sia agricole che Industriali) non hanno I capitai! enormi per operare una combinazione (!'acquisto di una grossa partecipazione all'ollgc,poliol: dopo li 1929 le grandi holding industriali e commerciai! sono diventate anche delle grosse società finanziarle che controllano direttamente o Indirettamente la banca, la borsa e la formazione del risparmio 11 ; Il movimento del grandi capltall è tutto nelle loro mani. SI può dire pertanto che nell'attuale sistema la legge della perequazione possa operare solo nel rapporti tra settori (o paesi e zone) già relativamente avanzati e ricchi poiché la cartelllzzazlooe o la combinazione non sono strumenti perequativi pratlcablll dal paesi o dal settori poveri. E' accaduto, quindi. che I paesi che alla fine del XIX secolo o all'inizio del XX costituivano la metropoll del capitale. nel mo• mento in cui si delineava la dominazione degli oligopoli si sono trovati In una situazione di netta prevalenza nel confronti del paesi caratterizzati da una maggior presenza dell'agricoltura o da modeste attività Industriali (In genere colonie o seml,<:olonle) sicché si è determinato a livello mondiale come fenomeno Or• ganlco una sperequazione stabile del tassi di profitto e de11'accu• mulazione: g11 ollgopo11 hanno unificato II mercato mondiale, ma ciò è stato realizzato attraverso la modifica profonda della legge della perequazione del tasso di profitto (che attualmente funziona. ma solo tra I •ricchi•). Mentre l'arretrateua di molll paesi del XIX secolo era dowta al loro stadio precapitallstico, l'attuale arretratezza è 1a conseguenza del modo con cui gll oligopoli hanno unificato il mercato mondiale e de1 tipo di meccanismo e di accumulazione aperequata che hanno Imposto. Da molte parti al continua a parlare di un saggio di profitto mondlalt unico" e della veneranda legge della caduta tenden• ziale del tasso di profitto" in base alla quale il capitale dovrebbe fluire verso le zone a composizione organica piU bassa (i paesi poveri). Quanto al primo dogma (lndlmostrato come ogni dogma che si rispetti) ci limitiremo a notare che senza dubbio oggi una anallsi compJrata dei tassi di profitto va incontro ad ostacoli enormi e dlfflcllmente sormontabili !le grandi Imprese hanno mille ed un motivo - politico. economico, di evasione fiscale - per nascondere I loro profitti reali come notoriamente accade) 11 ma se sono esatti i rilievi dianzi fatti apparirà evldente come il sistema oligopÒlislico presenti necessariamente un agire anomab della famosa legge della perequazione. Quanto al secondo dogma esso contrasta col movimento reale del capitale con cui, Invece. ben si accorda la rilevazione di Jalée: nella fase attuale di elevallssimo sviluppo tecnologico Il capitale trova nel paesi poveri una forza-lavoro per nulla qualificata e con un li• 10 Un processo di centralizzazione della proprietà ln agricohura può esistere (v. Oaneo, Agricoltura e sviluppo capitalistico in Italia, Torino, 1969, p. 98 seg.) ma procede ad un ritmo HUI lento poiché è evidentemente possibile allo st.ito attuale della te<:nka concentrare a Torino 1'80.,_ della produzione granaria nazionale. Il che determln• tra agricoltura ed Industria un fenomeno di scambi diseguall (v. Sy,los lablnl op. clt., pag. I"'). Il Il fenomeno è noto e si è verificato In Italia con partlcolare durezza, v. Pace, Capitale monopollstlcoe rapporti di mercato tra ~ri• coltura ed allrl sett~I, In Critica marxista, n. 1-2. 1970 pag. 129 segg U Negli Usa (19651 Il rlsp•rmlo del privati è stato di 23 miliardi di dollarl contro glt 83 delle grosse Imprese Industriali e commer• ciel!, nel 1962-64 il tnso di autofinanziamento è atato del 99,3¾ ed ha ragolunto ltvelU elevatlssiml anche In altri paesi avanutl {v. Jalée, lmp6rlallsme clt. pag. 129). Peraltro anche a voler negare che dopo Il 1929 Il rapporto Wnca•lndustrla si sla rovesciato è fuori dubbio che la grande banca non ha Interesse • concedere prestiti a plccoll Imprenditori poco solidi e solvlblU. Il Alla tendenza ell'eguaglianza del tassi dl profitto sia pure con elcune precisazioni sembra credere anche Emmanuel(l'échange lné91I, Parls, 1969, pag. 94 segg. e 118 segg.). 14 De ph.l parti si Insiste sul fatto che gll investimenti esteri rendono di plU di quelli nazionali del paesi avanzati. Cosi Emannuel nota (op. cli. pag. 941 che nel 1955 gll Investimenti esteri Inglesi rendevano Il 10, contro re~ nazionale. Ora. perb, lo rlpetlemo. questi esempi non provano nulta e sono devianti poiché si dimentica che gtl Investimenti esteri vanno In set• torl del paesi poveri eccezlonaUe prlvlleglatl (assel spesso si tratta del settore estrattivo): si commette cioè l'errore di paragonare un livello medio con una • punt• •. IS E' noto che, con Il New-Oeal, le compagnie amerlceno hanno reeglto affaumento dette lmpotte dirette (sopratutto dopo 11 19411 con una poderosa tendenza all'evasione fiscale (v. Kolko,Ricchezzae potere negtl Stati Uniti, Torino, 196A). - 25

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