giovane critica - n. 27 - estate 1971

capitale privato può avere Interesse di regola a creare Imprese con una produllivttà media Inferiore alla propria: 11grande monopolio agisce a livello di monopollo. Rimane la grande azienda statale. Anch'essa, però, è in larga misura condizionata dai criteri di profitto e si muove spesso {anche se non sempre) per fini in tutto analoghi a quelli del monopoli privati. La trasformazione poi della grande impresa statale in una corona di medie e piccole imprese è un assurdo (che nessuno propone) poiché la grande impresa di Sl'ato ha svolto (proprio perché di vaste dimensioni) una funzione pilota nello sviluppo economico Inteso. ovviamente. come sviluppo capitalistico, aprendo la strada spesso agli ollgopoli privati, ed osando azioni o speculazlonl che essi non avrebbero potuto'· Il problema fondamentale (l'occupazlone) rimane. quindi. insoluto ed Insolubile all'Interno del sistema capitallstlco. SI potrebbe però obbiettare che il provvedimento governativo contiene un elemento nuovo: la politica del disincentivi che dovrebbe far nflulre I capitai/ verso Il Sud. Ora, però. è veramente Incredibile che del razlonallzzatori e dei tecnocrati di un certo rilievo intellettuale possano credere all'efficacia di simili rimedi che tendono a far funzionare un'economia capitalistica secondo un cr1terio diverso da quello della ricerca del massimo profitto. A tal proposito, In una recente Intervista all'Espresso. Emanuele Dubino. presidente dell'Assolombarda, ha criticato la parte del provvedimento relatlva al disincentivi notando che le Iniziative contrastate o impedite al Nord non è detto debbano trasferirsi al Sud•. Ciò, in termini molto poveri. significa due cose: o mandiamo i soldi all'estero dove si guadagna di pili (e resperlenza italiana degli ultimi anni significa pure qualcosa), o ce li tenia• mo a casa. Contro un simile tipo di minaccia lo stato borghese è del tutto indifeso, poiché ad essa si può rispondere solo colpendo alla radice proprietà privata e profitto. L'esperienza dimostra perb che lo stato borghese rinfodera subito le sue velleità riformatrici 1 • Ma c"è di piU: non soltanto esistono ostacoli oggettivi insormontabili per il raggiungimento degli obbiettivi • riformisti • ma anche da un punto di vista soggettivo la Confindustria, al di là delle affermazioni propagandistiche. è cosciente di avere pili che mai bisogno di un Sud subalterno e sottosvlluppato. In un recente dibattito televisivo tenutosi all"inlzio del febbraio 1971 (rubrica A-Z) sulla questione merldlonale cul hanno par• teclpato economisti polltlcl. confindustriali e sindacalisti è emer• so un dato agghiacciante: nel 1970 sono arrivate a MIiano dal Sud 220 persone al giorno (quasi 75000 In un anno). Per una città Intasata come MIiano è stata una cosa di una gravità estrema. Non par dubbio che sia Iniziata la terza grande ondata di 22 - emigrazione del dopoguerra. e una delle cause (o delle con• cause stlmolantl del fenomeno) è stata la propaganda svolta dagli Industriali al Sud (anche con manifesti murati) con cui si Invitavano i lavoratorl merldlonall ad andare al Nord dietro promesse vaghe ed Imprecise di assunzioni. la giustificazione dl una simile iniziativa, che ha trasformato mlgllala di sottoccu• patl merldlonali ln disoccupati, si fondava sul fatto che le rldu• zionl di orario decise In seguito all'autunno caldo richiedevano nuova forza-lavoro. Tutti sanno però che il padronato non ha rispettato gli accordi né ha assunto nuovi operai In concoml• tanza delle riduzioni non attuate (o almeno lo ha fatto In maniera parziale e !imitata). La giustificazione, quindi. di una slmlle iniziativa va ricercata altrove. nella necessità cioè del capitale di speuare l'insubordinazione operala. che perdura sorda e tenace pur dopo rautnno caldo: !"eterno ricatto del disoccupato che preme ai cancelll della fabbrica è l'arma che, ancora una volta, il padrone usa contro la classe operaia. Se, però, questa è una politica da cui risulta evidente come il sottosviluppo sia adesso pili che mal necessario al capitale è anche vero che una slmlle politica diventa sempre pili di una perlcolosltà estrema: I tecnocrati del capltale. pur col loro utopismo riformatore e velletarlo. hanno almeno Il merito di averlo capito. Guardando infatti la geografia del capitale internazionale è agevola capire come. di lutti I paesi avanzati. l'ltalla sia Il piU contraddittorio quanto al livelli di sviluppo. Il mondo sottosviluppato rappresenta senza dubbio la maggioranza del mondo capitalista ma all'Interno dei paesi ricchi esistono grosse sacche dJ sottosvlluppo (ad es. la regione degli Appalachi negli Usa) che, però. sono pur sempre almeno attualmente delle sacche. In Italia. Invece. sono le zone sviluppate a star diventando una sacca sempre plU ristretta nel sottosviluppo: oltre al Meridione ed alle isole. In• fatti. anche Il Lazio (escrescenza burocratica di Roma a parte). una larga parte della dorsale appenninica centrale, molte zone della Lombardia (ad es. Mantova). le valli del Cuneense che 5 Ovviamente. senza arrivare all'assurdo di • distruggere • gll es• nnzlallulml (per Il sistema) oligopoli stateli si potrebbe chiedere al capitate statale di Impegnarsi nel costruire una rete di medie lmpres~. A parte, però, che assai spesso anche le imprese di stato non prescln• dono da criteri di profitto, lo sforzo economico enorme richiesto In questo settore costringerebbe l'Industria di stato a mutare natura e ad abbandonare la sua attuale funzione per spostare altrove la sua attlvltii, cosa assurda. la presenza di una forte industria ollgopollatlca di stato essendo necessaria per II capitala. 6 1/. L'Espreuo del 14-2-71,supplemento economico pag. 3. 7 L'esperienza rooseveltlana è Indicativa: Roosevelt ten1ò con una robusta riforma fiscale di redistribuire Il reddito. ma la borghesia reagi con una massiccia politica di evasioni. alcch6 Q9gl la distribuzionedel reddito non è mutata rispetto all'lnlzlo de1 secolo (v. Kolko,Rlccheaa e potare nagll Stati Uniti d'America, Torino 1964).

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