Se l'Inflazione strisciante, o l'inflazione plU acuta accompaQnat; o Seguita •'da misure recessive, sono I mezzi col quali SI fanno pagare sempre e soltanto al lavoratori le conseguenze delle osclllazlonl economiche, I lavoratori non possono limitarsi a protestare con generiche prese di posizioni politich~ ve.r.so Il governo dopo che I prezzi sono saliti, dopo che l'occupazione è diminuita. Una lotta sindacale Inquadrata In una simile prospettiva non è più solo una lotta sindacale. ma richiede la presenza impegnata dei partiti politici. SI tratta di sapere se si vuole attenuare lo scontro oppure radicalizzarlo: in ogni caso vi è un prezzo da pagare. E' su queste cose concrete che si misurano la vo27 • ~ •' < . . . .:~ dalle fabbriche e quindi a compromettere lo stesso ~uo primato rlspett~- alle lotte eConomtche.. :. . . . . . - La difficoltà sia nello' scoprire nelle lott~ di massa gli elemenÌI politici che già. vi sono presenti, anche se non espliciti, e poi n~I ricondurre le Istituzioni politiche operale dall'astrazione parlamentare al concreto delle lotte sociali. In ogni lotta di massa gli embrioni politici, e spesso assai più degli embrioni, sono riconoscibili ad occhio nudo. Non cl vuole molta fantasia per Interessare Il movimento ai problemi del prezzi é quindi dell'Inflazione. Il punto; decisivo è quello di partire dalla condizione ope- . raia, dal bisogni degli operai, e non •dalle cosldette esigenze .:.5. generali dello sviluppo economico. Il punto decisivo è quel· lontà e la capacità di superare la separazione fra economia e politica che sta alla base della subordinazione delle lotte economiche alle compatibilità poste dal sistema giovane lo di stabilire come· obiettivo ,_ preminente, che assorbe tutti gli altri, quello della difesa del salarlo reale e dell'occupaziosociale. critica ,, rie. Il punto decisivo è infine di portare l'urto politico a un rapporto diretto col capitale, scontandone la molto maggiof In dall'inizio di una sua organizzazione politica e sindacale rnoderna. ESTATE 71 cioè a ~artlre da circa 80 anni fa, la classe operala si è vista costretta In una delimitazione di competenza, che dava al sindacato le rivendicazioni Immediate e al partito le competenza politica, vista come parlamentarismo e propaganda. Su questa separazione Il sindacato è stato depoliticizzato" diventando praticamente una Istituzione stabilizzatrice, e Il partito operaio si è praticamente rassegnato, nonostante le sue_dichiarazioni in contrarlo, a farsi estromettere dalla produzione, re durezza. Le lotte degli ultimi anni hanno Imposto più che per Il passato la presa di coscienza che si è arrivati alla necessità di un·a scelta che è tutta politica e che non si definisce attraverso scatolonl Ideologici (rivoluzionarismo, estremismo, opportunismo, riformismo, Integrazione, contestazione eccetera) ma. attraverso atti molto concreti. Vittorio Foa
Alcune indicazioni per una lotta politica sul salario 1 periodi che succedono a lm ortantl sono cara er zzatl a sere r ess on su a efficacia dell'azione rl08kd1Eat1CÙau.esto è accaduto dopo le conqulsfedel 196219€3. 4Uesfo succede adesso. dopo le conquiste del contratti 196g.7o. La rlfesslone nasce dalla presa di coscienza, che • oper•I• prima che sindacale, di una erosione di gran parte delle conquiste, di un rapido recupero daparte del capltallsta degli aumenti salarlall strappati dal movimento. Gtl operai si accorgono subito, per l'Incidenza che ha sul bllancl famlllarl, dell'aumento del prezzi del beni da loro consumati e sono rapidamente portati a mettere In discussione una strategia chè abbia di mira solo l'aumento del salari mone1ari senza preoccuparsi della salvaguardia del salari reali. Certo, la messa In dubbio dell'efficacia dell'azlone sala• rlale è so rattutto un loglco strumento d1 pressione padronale, e lo è rimasto anc e opo e e s va uta o e e una omanda sostenuta è Indispensabile per la continuità dello sviluppo produttivo e quindi del proflul. Ma Il dubbio sorga In modo ricorrente all'Interno del movimento operalo, come una delle sue contraddizioni e non certo con Intenti opportunistici. E sorge, prima che da rlftesslonl teoriche. dal fatti concreti, dal• !'esperienza della vita quotidiana. E' probttblle che per riuscire a superare quella contraddizione, per riuscire a battersi efficacemente Insieme per Il salarlo nominale e per quello reale, tla neceHarlo proprio antllzzare Il processo di recupero pa• dronale degll aumantl Hlarlall, per affrontarlo In tutta la sua compla11IU1. E questo aoprattutto In vista delle future, e non lontane, acadenze dal contratti di categoria. Par parta loro I capltallatl hanno tempre razlonallzzato e teorizzato a modo loro, per 1coragglare o deprimere la domanda di aumento 11larltle. E' sintomatico che le teorie ecodi Vittorio Foa nomlche del salarlo avanzate prima che 11movlmenlo sindacale si svlluppasse su base di massa siano state le plU aperte verso gll operai. mentre quando Il movimento assunse nell'Europa occidentale delle dimensioni 1ernlblll, la dottrina economica si ammantò di superiore e lnappellablle verità sclen• tifica per negare la posslblllta di un'utlle azione salariale da parte del lavoratori. Infatti. prima che Il movimento rlvendlcallvo si svlluppasse con Impelo. I grandi maestri dell'economia classlca furono plU aperti verso I lavoratori. Smlth e Aleardo riconobbero che Il h1Voro socialmente necessario al mantenimento e alta rlprodu• zlone della forza lavoro cambia, nel lempo, con 1e abitudini della genie e che quindi, pur enlro limiti abbastanza ristretti di riequlllbrlo concorrenzlale. una volontà umana organizzata è efficace. VI è un famoso passo di Smlth sulle coallzlonl ta• clte del capltallstl. Aleardo Insisteva sul fatto che I lavoratori partono sfavoriti nel contrasto di classe. E sulla llnea del classlcl Marx rivendicava la piena efficacia dell'azione salarlale. che poteva provocare solo variazioni di prezzi temporanee rlequlllbrare presto dal gioco della concorrenza. mentre In linea di massima e salve determinate circostanze • Il valore del lavoro è determinato dal tenore dl vita tradlzlonale In ogni paese • {tradizione storica e ablludlnl soclall). Nel lungo periodo che va dalla metà del secolo scorso alla crisi degli anni Trenta, cioè nel periodo In cui si costrul la grande Industria In Europa, la plU drastica chiusura nel confronti delle coalizioni operale fu Invece operata dalla teoria del fondo salari e da quella della produttività marginale. Se• condo queste dottrine la coallzlone operala è priva di rlsultatl o quasi, Il sindacato è Inutile e persino dannoso. In questo campo, del rapporto fra reddito di lavoro e prodotto sociale, -1
piU che In qualsiasi altro campo, è manifesta la funzione Ideologica. pratlco-polltlca, della scienn economica borghese. La negazione dl una funzione del sindacato costituiva di per se stessa un'arma antisindacale. un randello agitato contro gli operai Secondo la teoria del fond II volume globale delle retrlbuzlonl dipenderebbe so o a risparmio e a a ormaz one del capitale e quindi non sarebbe modificabile con l'azione sindacale Poiché il salario medio è dato dal rapporto fra li ~lario e il numero degll occupati, l'azione sindacale può accrescere Il salario medio solo diminuendo Il délibitll• naiore del rappo~to, cioè il numero degli occupati. SI tratte· rebbe m sostanza di una red1stnbuz1one dei reddito all'interno della forza lavoro: un gruppo di lavoratori può migliorare la propria posizione solo a spese degli altri. Per giunta. un proletariato avveduto dovrebbe capire che il suo Interesse sta nel massimo arricchimento possiblle dei capitalisti ... detl ·~~;o~e ~~ ~Q \j 81 !iJ~TI ~z~~n: 1 ~:iie 05 r~::r:eel 1 ~~~ti7ova 1 ;1en.~:~;~~ della produzlone' è Inesorabilmente determinata dagli infiniti, anonimi e Irresponsabili agenti del mercato. Vano sarebbe quindi ogni tentativo di variare la ripartizione del prodotto che. per essere reale è assunta anche come razionale, come la ripartizione ottimale, spostando la gµate ~ solo una peggiore utilizzazione delle risorse. Una eventuale Imposizione di aumenti salarlall che portino Il salarlo al dl sopra delta produttività marginale - punto di equilibrio di una presunta curva di rendimenti decrescenti - provocherebbe una caduta della occupazione e un conseguente aumento nella offerta di lavoro fino al punto di ristabllire l'equilibrio fra salarlo e produttività del lavoro. Il ricatto occupazlone•salarl è da circa un secolo una costante della polltlca padronale. La radice conservatrice delle teorie economiche del lavoro sta in primo luogo nel fatto che la realtà è presentata come il frutto di non ldentlficabilj e numericamente Infiniti fattorl Impersonali. come un dato oggettivo e perciò non modificablle attraverso la lotta polltlca. per la stessa ragione per cul non vi è fotta poiltlca contro la forza di gravità. Ma la radice conservatrice' si trova anche nel fatto di configurare 11mercato come una somma di 'fattori della produzione' qualitativamente omogenei fra di loro e quindi confrontabl11 ed equllibrablll attraverso la legge del rendimenti decrescenti e dei costi crescenti e del relativi punti di Incontro. Ogni 'fat• tore' trova perciò la sua remunerazione, il suo 'giusto' (giusto perché reale) compenso. le classi sociali portatrici delle forze reali non sonv qul richiamate. perché una loro considerazione non consentirebbe di legittimare Il profitto come remunerazione di un 'fattore', e cioè del capitale. 2Il passaggio, al principio di questo secolo. dalle teorie dell'equilibrio parziale alla teoria dell'equilibrio generale costituisce un tentativo di tornare. come al tempi dei classici. a una considerazione unitaria e non frammentaria del valore, e quindi non solo del valore delle merci ma anche di quello della forza lavoro Ma nel fatti l'equilibrio generale non cambia nulla nella natura dell'analisi e delle relazioni fra le varie 'grandezze' e anzl, se mal, ne accentua il grado dl astrazione. L'astrazione dello schema teorico dalla realtà è accentuato perché la teoria stablllsce un rapporto circolare fra le varie grandezze per cui ogni fenomeno è ad un tempo causa ed effello. La separazione fra teoria economica e Iniziativa poll• tica appare quindi incolmablle perché viene a mancare ogni identificazione causale sulla quale leglnimare un intervento. ti prezzo del lavoro, come il prezzo di ogni merce è dunque sottoposto a una legge jpesorablle, Ma col progredire del secolo la pressione dei fatti e anche la forza dell'analisi marxista che. da Hilferdlng a Lenin, scopriva Il neocapitalismo della finanza concentrata e del monopoli Industriali costrinse I marginalisti e I teorici dell'equllibrlo generale a qualche adattamento. Pur continuando ad utlllzzare la teoria come 'randello' ideologico di Intimidazione nel confronti del lavoratori. si cominciò a rlconoscere che In luogo degli infiniti agenti equivalenti fra di loro si stavano affermando del soggetti economici che. per le loro dimensioni e la natura del loro rapporti economici e soclall, erano In condlzlone di Influenzare senslbllmente il mercato. La coallzlone operaia veniva quindi, seppur con molta prudenza. fatta entrare nello schema della concorrenza Imperfetta o ~ mongpglistica. Ma da questa impostazione derivavano due Hnee che non si proponevano certo di Incoraggiare le lotte operale. Con la prlma si ammetteva. come caso particolare di concorrenza Imperfetta. che gruppi ben coalizzati di lavoratori, In grado di monopolizzare l'offerta di una parte della fona lavoro (ovviamente Il lavoro speciallzzato). potessero modificare temporaneamente a loro vantaggio Il prodotto soclale. ma si aggiungeva subito che questo spostamento di risorse In nessun caso sarebbe potuto avvenire a carico del profitti capitallsticl, perché In ogni caso aarebbe ricaduto a danno del lavoratori Incapaci di coalizione, plU diseredati. tizlone salariale può dunque avere successo ma solo a spese della giustizia distributiva e al prezzo di una permanente spaccatura della classe operala oltreché di una spaccatura fra classe operala, contadini e ceto medio. Su questi temi si costruirono, con lo spauracchio del fasc1smo, tonnellate dt letteratura antloperala. Ma la riconduzione dell'azione sindacale allo schema della concorrenza Imperfetta si proponeva anche un altro risultato,
t :~~!:~«: 1 f~:r ~c_o:as::redalla descr~:toenn;a~~: ~ I o:i:tsee e ~I mi"rcit'o. la realtà Infatti consterebbe di numerosi (anche se non plU Infiniti) gruppi plU o meno organizzati. ciascuno In lotta contro tutti gll altrl oi,r la difesa feroce della sua quota di risorse e per accrescerla o Impedirne la diminuzione. In luogo di una classe operala ci sono dunque moltissimi gruppl° jperai con interessi non solo diversi ma opposti fra di loro. Tu puoi ottenere di star megllo ma a spese di quell'altro. Tu puoi lavorare se quell'altro resta disoccupato. Tu puoi fare lo speclallzzato se quell'altro fa Il manovale. E cosi via. E su questo assunto si è sblzzarrlta la sociologia che. quando non ha cercato di nascondere. seppellendola sotto montagne di schemi, la realtà di classe, quando anche ha colto elementi di verità è solo riuscita a rendere lnlntelllglblle quello che era ovvio. Un grano di verità vi è anche qui, accanto a una gros• solana menzogna. Contrasti fra gruppi e gruppi di lavoratori esistono certamente e sono le contraddizioni interne al movl• mento operalo, che sono però contraddizioni, momenti di chiusura settoriale e corporativa. proprio perché collegati e contrapposti a un'altra realtà, quella della coscienza unitaria di classe. Nonostante tutte le suggestioni corporative e le teorizzazioni sociologiche I lavoratori hanno dimostrato di saper resistere. con le loro lotte unitarie. alla tentazione di migliorare le proprie condizioni attraverso li sacrificio di qualche altro gruppo di lavoratori, di mlgllorare la condizione dello specializzato a carico del manovale, dell'uomo a carico della donna, e cosi via. Probleml esistono In materia e sono costantemente dibattuti, come problemi Interni a una classe. non come problemi di rapporti fra gruppi distinti. Grossolana menzogna è Invece quella che conflgura Il sindacato, o qualsiasi altra coalizione operala, come un mono il o uasl mono Ilo od oli o Ilo nel mercato 3W concorrenza lm rfetta. Il mono lista decl e quanto ven ere del suo prodotto e Insieme ne dee/ e I prezzo. a coalizlone operala pub negoziare il prezzo della forza lavoro ma non pu(> decidere la quantità che ne viene offerta. (Le poche eccezioni offerte dalle esperienze restrlzlonlsUche del slndac11llsmo anglosauone, confermano la regola). E ..:lò QAt. la sernol!ce re· glone che la coallzlone operala non è la rappresentante mercantile del fattore roduttlvo forz•lavoro, ma è un'es resslone po itlca della ciane operala, c9n e su contra dizioni Interne ma anche con la sua coscienza unUarla che non le derJya da J.!na componente ldeologlca esterna e contrapposta (o sovrap. poata), ma che cre1ce con la sua stessa esperienza di lotta. Le contraddizioni Interne 1ono lnellmlnablll fin tanto che Il aindacato • concepito. solo come organltzatore della vendita dl un 'fattore di produzione· commlsurabile con gll altri fattori e per clO stesso parte del capitale e soggetto alla sua legge. la forza lavoro, non come astratta categoria economica ma come concreta classe operala è anche il soggetto di tuttoll ~roduttlvo, è dentro il mercato ma per contrastare le sue leggi. Per questo la lotta operaia è ad un tempo un dato oggeitlvo, Indotto dal processo del capitale, e una espe, rienza rivoluzionarla. Ma ne li ultimi decennl e specie dopo la seconda guerra arlo e rezzi, fra salario e occunuovi. venuto n nmo ano ro ema non e m azione an Ica e gaoppante. che distruggeva tutto o quasi tutto Il valore di una moneta In seguito a sconvo!glmentl bellici o politlcl e a sua volta apriva la via a nuovl sconvolgimenti, rivoluzionari (come In Russia) o reazionari (come fn Germania). l'inflazione del secondo dopoguerra nel paesi capitalistici industrializzati è una infrazione moderata e strisciante. che si è accompagnata a uno sviluppo economico senza precedenU, solo mtèrroitO da poche e brevi soste, al punto che l'Inflazione appare come uno strumento dello stesso sviluppo. Per avere un'Idea dello sviluppo delrultlmo periodo basti pensare che l'Insieme del sei paesi plU lndustrlalluatl dell'area capitalistica (Usa, Gran Bretagna, Giappone, Germania federale, Francia e Italia) ha registrato fra li 1955 e 111964 un saggio medio annuo di aumento del prodotto nazionale lordo del 5.5°/o, mentre negli ottantacinque anni precedenti (dal 1870 al 1955) il saggio medio annuo di aumento era stato del 2,3°•1. Per l'Italia il progresso è ancora plU senslblle di quello medlo perché si passa, nel due periodi considerati, dalrt,6% al 5,7¾ di aumento medio annuo. l'altro dato molto Importante degli ultlml quindici anni è che per tutti I paesi, salvo che per la Gran Bretagna. le esportazioni sono cresciute ad un saggio medio annuo superiore a quello del prodotto nazionale lordo, ciò che Indica, nell'area capltallstlca industrlallzzata, una modlfi• cazlone strutturale delle forze produttive omogenea, nel senso di una minore elas11cltà dell'offerta Interna rispetto alle variazioni della domanda interna verso l'alto. Il compiacimento capltallstico per gli splendldl rlsultatl produttlv . r I r ea aver finalmente trovato li modo di ren ere compatibl J svlru e stabllltà attraverso un moderato aumento dei preul atto a sostenere costantemente la oman a (In lezione strisciante), si è senslbllmente raffreddato negli ultlml due-tre anni (a partire dal 1968,.69] quando i, è verlilcato che Il "'saggio medio di aumento del prezzi. che nell'ultimo ventennio si era mantenuto fra 1'1 ¾ e 11 2%, è salito sopra il 5¾. E' sorto quindi un acuto ~ quello di non potere control- -3
lare l'ascesa del prezzi o meglio di essere costretti, per con• trollarla. a drastiche misure di contenimento economico tali da portare a un incontroirabHe rulusso produtt1vo con evidenti riflessi anche nell ordine sociale. Non si tratta qui di un volgare spauracchio padronale contro gll operai. A un certo saggio annuo di lnflazlone del prezzi l'operaio avverte la decurtazione grave del salarlo reale. e a ogni idea di contenimento antinflazlonlstlco egli sente il pericolo per Il posto di lavoro suo o di qualcuno del suo nucleo familiare. Nel ~ i rilevanti aumenti salariali conquistati con le lotte contrattuali si tradussero in una magglor domanda di abitazioni e di prodotti alimentari plU pregiati (carni, zucchero). In settori cioè in cui la speculazione sulle aree fabbrlcabili. la rendita fondiaria, Il capltalismo agrario e il monopollo Industriale rendevano permanentemente rigida l'offerta, col corteggio di aumenti senslblll dei prezzi, disavanzo nella bilancia del pagamenti e politica recessiva con caduta dell'occupazlone operala. E nel 1969-,70gll operai hanno sperimentato l"aumento del prezzi prima'""ancora di avere l'aumento dei salari e sperimentano oggi Insieme Inflazione e recessione, aumento del prezzi e caduta deli occupazione. ~ di verificare come la classe operala ha risposto, e come può rispondere, alla sfida del prezzi e dell'occupazione. fermiamoci un momento sul ruolo che le teorie capltallstlche dell'Inflazione hanno avuto negll ultimi decenni nel confronti delle rivendicazioni operale. la teoria originarla è quella che attribulsce l'Inflazione a fattori monetari e creditizi! e quindi In primo luogo alla politica d1 spesa dello Stato e a la politka di credito del sistema bancario. Si denunciano errori, eccessi, Imperfezioni nella gestione della spesa pubblica e del credito bancario e elimina quindi In partenza ogni I tesi che la ul la s onsa t in z ne stia nella roduzlone, nell'impresa capitalistica. 01 fronte a un eccesso di segni monetan in circolazione cosa possono fare gll operai e 1e loro organizzazioni? Al massimo protestare, ad un gene. rico livello politico. contro 11 governo, magari per cambiare Il governo, ma senza chiamare comunque In causa I padroni che non c'entrano: ma, soprattutto rassegnarsi alte misure di risanamento. eh ristabiliscono l'e uillbrlo bloccan o la dinamica salariale. spesso tagliando I salari esl• stenti. sempre riducendo i occupazione e quindi I redditi di lavoro. Esclusa la responsabllltà delle Imprese !'inflazione a are come una ca am t naturale, e necessario a are Il suo rime lo, a n uz e e a spesa, la restrizione el ere ito, la caduta dell'attlvltà. Questa teoria monetarla e quantitativa dell'lnflazlone ha peraltro perso terreno anche perché l'unico rimedio che essa à In grado di offrire alla lnflazlogg è Ja recessione, cioè una 4soluzione che agli occhi del grande capitale appare pericolosa. economicamente e socialmente: economicamente, per ti timore di mettere In molo un meccanismo cumulativo e lnar;establle di riflusso economico. con nello sfondo l'angoscia del 1929; socialmente perché il diritto al lavoro à dlventato una conquista della coscienza di classe incomparabilmente plU solida che in passato, al punto da rendere improbabile la sopportabllltà di un alto livello di disoccupazione. E sul piano delle teorizzazioni si è ammesso sempre plU estesamente che l'aumento della circolazione monetarla e ere• ..dW1!L col conseguente aumento dei prezzi non è deciso In modo autonomo dal governi, dalle autorità monetarle e dal sistemi bancari, ma è provocato dalle grandi Imprese+ che nel mercato oligopollstlco possono • amministrare • prezzi e quantità vendute, ed è concordato dalle autorità politiche con quelle grandi imprese. lo Stato rende possibile l'attuazlone delle scelte capltallstiche, le asseconda e le accompagna con le proprie misure ma non le determina. Nessun trasferimento degli aumenti salariali sui prezzi sarebbe possibile senza Il conc<.i?SOdellb Stalb Ché Pr0p6mona la clrcolazlone monetaria e bancaria ai nuovi livelli di prezzo: senza l'Intervento statale l'aumento del salari si tradurrebbe In riduzione del profitti; ma l'elemento motore dell'Inflazione rimane comunque nella produzione e non nel sistema monetario e bancario. E lo stesso vale per quella che altro non è che la seconda faccia dell'Inflazione. cioè le politiche antinflazionistiche. la tesi che ha per qualche tempo occupato Il posto della vecchia teoria monetaria e quantitativa è quella dell'inflazione da domanda, che vede nell'inflazione Il risultato di un eccesso d1 domanda che non trova rispondenza sufficiente nella offerta. Che In questa teoria vi siano elementi di verità rlsutta dal fatto che In ogni processo Inflazionistico si manifesta anche uno squillbrlo fra domanda e offerta di merci. Ma la teoria non definisce il rapporto causale dell'inflazione. Essa slè"'ar. fermata nel secondo dopoguerra, In un periodo di Impetuosa crescita delle organizzazioni sindacali e mal nasconde la sua flnalltà profonda, che è quella di 'responsabilizzare' Il mondo del lavoro, per contenerne le ilchleste nel hmltl di compaH. bllità con lo sviluppo 'equilibrato' dell'economia, per ottenere una pianlflcazlone sindacale del salari nel quadro del parametri fissati dal capitale e quindi una lstltuzionallzzazlone del sindacato In funzione della stabilltà del sistema. Infatti fra I possibili tipi di domanda Il cul eccesso può produrre Inflazione (domanda di beni salarlo, domanda di beni di Investimento, domanda di beni di consumo agiati) .!L.! tacitamente ammesso che la sola rilevante ai fini de11'lnfl► zione fosse quella der1vante dall aumento del salari. E ro rio in ragione di questa d,L
domanda ha comlnclato a vaclllare quando si è veriflc a cap&e a zare prezzi è assolutamente Indipendente. In un mercato oilqopol19tjç9 aaall aumenti di salarlo, che le 'ilrandi Imprese oligopolistiche possono trovare utile di scegliere Il momento degli aumenti salariali per aumentare I loro prezzi, ma possono anche scegliere altri momenti e possono comunque alzare I prezzi in misura minore o In mls~ lore a quella deil aumento del salari a secoridà dl!it& ldfb strategia ungo erm ne. n ogni ·mo o a c amorosa esperienza del prezzi aumentati prima dell'aumento del salarl, come nell'autunno 1969 In Italia, non accresce Il prestigio della tesi dell'lnflazlon~ domanda. le Imprese hanno aumentato I prezzi scontando non già un Incremento di domanda ma un aumento nel costi e trasferendd sul prezzi presenti un aumento del costi futuri. E' andata cosi via via affermandosi la teoria che fa derivare rlntlazlone dall'aumento del costi, trasferito (In vlrtll del polere del monopoli, od ofigopoll, d, amministrare I prezzi) sul prezzi delle. merci. Naturalmente quando si parla di costi si Intendono In primo luogo I costi salarlall. con la reiezione Inversa che li lega al profitti. la teoria fornisce certo un tentativo di giustificazione a una politica di stabllltà del profitti (e quindi di aumento del rezzi) In una società Il cui svlluppo per appunto a i afg an'locentl"O de pro o. ssa si propone anche dl fornire la base per una proposta polltlca alla classe operala. quella della politica del redditi, cioè di una programmazione democratica di stabilizzazione del rapporti fra profitto e salarlo, che comporta anche una stabilizzazione del rapporti fra profitto e salarlo, che comporta anche una stablllzzazlone sociale fra le classi. Ma al tempo stesso. e nonostante tutti I tentativi giustlflcazlonlstl. la teoria dell'Inflazione da costo. Individuando I soggetti economici che liberamente determinano gli aumenti del prezzi, e cioè I monopoll (od ollgopo!I). indivklull whe "" nuoVO ampo di lntifvento re•• lotta 90clall: la lotta sulla poiltlca economica contro e grandi Imprese, E Il problema che cl sl pone è proprio questo: come Inter• ~Se l'lnflazlone strisciante, o l'lnflazlone plu acuta accompagnata o seguita da misure recessive. sono I mezzi col quali si fanno pagare sempre e soltanto al lavoratori le conseguenze delle oaclllazlonl economiche. I lavoratori non ossono Ignorare questi fatti e limitarsi a una rincorsa e prezzi col saJal., e neppure pouono !Imitarsi a fare quello che hanno fatto finora, e cloà a roteatare con enerlche rese di posizioni politiche verso Il governo che I reul sono sa lt o che l'occupuione è diminuita, e neppure Infine agitarsi per una dl1per1ta d1feu del posti di lavoro mlnecclttl o colpiti. Intervenendo tolo auglJ epifenomeni e non 1ull1 ao1tanza, 1ugli ettettl terminali e non sui processi causati. Sembra sempre pili necessario di sostituire alle generiche parole contro Il governo I concreti fatti nel confronti del capltallsti. di non vedere la politica economica della classe operala solo come"" lnlervenio hél parlamento o verso li governo ma anche e soprattutto come Interventi nelle fabbriche. la lotta per le riforme non risolve guesto problema. Essa risponde a necessità profondamente sentite dal lavoratori. di una pili efficiente spesa pubbllca nelle case, nella salute, nel lrasportl. nella scuola e di Imposte pili lievl sul redditi di lavoro: essa coglie un punto Importante che è quello dell'aumento dei salari In parte riassorbito dai maggiori costi o dal peggioramento delle prestazioni nel servizi collettlvl. Ma non risponde al probleml Immediati del clclo o dell'lnflazlone strisciante che sl mangia i salari e a breve termine colpisce !"occupazione. Ogni tentativo di risposta operaia sulla conglun tura è finora sempre fallito. nonostante gli Infiniti comunicati. memorlalf, discorsi, appelli e richieste al governo, o forse proprio a causa di quegli strumenti del tutto Innocui verso chi decide, la grande Impresa capitalistica, non Importa se privata o di Stato. Finora ho parlato solo di recupero. da parte del capitalista. degli aumenti salarlall strappati con la lotta. Ma non si tratta solo di questo. Il capitalista deve recuperare. Insieme con gli aumenti salarla! . anc e e concess,on, o er s rap. pateg a rica, e modificazioni nel rapporti di classe ali interno della produzione. la manovra capitallstlca è unlca per quel che riguarda salari e P°Jiere. Le vie del recupero, le vie per Impedire una caduta ei profitto Insieme a una caduta del potere padronale, sono essenzialmente tre: l'aumento del prezzi che ristabilisce (o magari accresce ancora) il hvello del profitti; !"attacco all'occupazione che riduce la conftittualltà sociale e la combattività operala. decurta I salari di fatto, riduce Il monte salari complessivo; l'intensifjçaziPOO :tello sfruttamento e della produttività (che viene presentata dal capltailst, e dal governo sotto Il nome di 'normallzzaztone produttiva'). E' su 9ue,JI !re 0110!1 che manca ancora una Iniziativa globale. Va sottolineato che non si tratta qui di aggiungere alcune Iniziative a quelle già In atto da parte del movimento operalo, ma di produrre un nuovo ra rto fra economia e politica, un salto I qualltà nello scontro politico fra le classi. ,Bisogna In primo luogo osservare che la risposta al mec- -:1. canlsml c&f)ltallstlcl di recupero del salari e del potere padronale deve essere una rlsPosta glgbele che deve bloccare slmultaneamente I tre canih di recupero. la classe operala ha avviato negli ultlml anni. con le sue lotte contrattuali di categorie e di azienda, la costruzione dl Importanti strumenti -5
di controllo sull'organ!zzazione del lavoro, ha Imposto alcune prime importanti modlflcazloni nella tradlzlonate divisione del lavoro: ha affrontato Il problema delta Incentivazione, della c1asslflcazlone del lavoro, dell'ambiente di lavoro. SI tratta solo dl inizi, di un cammino piccolo e ancora vulnerablle, ma di un significato sostanziale. Ma tutto questo non basta se li padrone è libero dl manovrare l preul, di Investire come gli pare, di decidere lui chi deve lavorare e chi no. E analogamente non serve a nulla Imporre la stabllità del preui se li padrone è libero di organizzare il lavoro come gli ·pare. 2_ In secondo luogo bisogna sapere In partenza che ~ la lotta operala riuscirà a cbtudero I canali di cecuoero del salarlo da parte del capitalisti. tutta la lona. e In modo par• tlcolare uella salariale, si radicalluerà all'estremo. Quello che entrerà allora in gioco sarà il livello el profitti e a vo te la persistenza stessa del profitti e lo scontro salariale diver,. terà perc16 fatalmente scontro politico fra profltlo e salarlo. per Il fatto che la classe capltalistlca sarà portata a vedere nella pressione salariale una minaccia alla stessa persistenza del sistema sociale. Fin tanto che I canall di recupero degli aumenti salariali restano aperti o solo parzialmente ostruiti, una soluzione della vertenza salariale è facilitata dalle posslbilltà di recupero esls1enti. la riorganizzazione della produzione e del lavoro per aumentare la produttività può richiedere tempo, l'attacco alroccupazlone per raffreddare il movimento e ridurre le retri• buzioni di fatto richiede esso pure tempo, ma se il padronato riesce ad ottenere subito un aumento nell'intensltà del lavoro operalo. esso copre I nuovi oneri per Il periodo di transizione. E anche se questo risultasse imposslblle resterebbe sempre l'aumento dei prezzi. Quando l'aumento dei prezzi non è deciso e attuato prima della concessione degli aumenti salarlall. esso è certo deciso e attuato, o quanto meno deciso nel momento stesso In cui si decide di concedere gli aumenti di salario. ed è deciso in accordo palese o tacito con le autorità di governo che regolano circolazione monetarla e creditizia In con• seguenza. Queste possibilltà di manovra tacllltano la composizione delle vertenze ,sindacali. anche delle piU acute. l'alternallva che sta dl fronte alla classe operala è dun• que la seguente. Rendere meno disagevole la conclusione delle vertenze sindacali lasciando un certo spazio atle manovre di recupero, salvo poi protestare dopo quando I loro ef. fettl si manifestano In termini di occupazione e di salario reale: disarmare psicologicamente 11 padronato: riuscire a ottenere una certa neutralità dall'apparato statale: ma sapere In partenza che l'accordo che si conclude è già lr, parte mar,- glato, come salarlo e come potere In fabbrica. Oppure ren. della vertenza ma gatantlrsene In partenza Il consotldamento Ciel nSultàtl, c! sapere che allora la resistenza padror,ale sarà ar fuoco blar,co e i apparato repressivo dello Stato sa[& a suo servizio e denrro lo sforzo. politicizzato al massimo. dovranno essere Impiegate tutte le forze dlsponlblll. Tulle le forze d1sponiblll. Ciò significa che una lotta sala• rlale, Inquadrata In una simile prospettiva, non è piU solo una lotta sindacale. ma richiede la presenza Impegnata del artitl politici. SI tratta I sapere se si vuo e attenuare o scontro ~ radlcaflzzarlo: In ogni caso vi è un prezzo da pagare. E' su queste cose concrete, e non su e c araz on I Intenzioni. e neppure sulle reall Intenzioni, che si misurano le posizioni contrapposte della integrazione o delta contestazione. dell'autonomia della classe oppure del suo carattere subalterno. E' su queste cose concrete che si misurano la volontà e la capacità di superare la separazione fra economia e polltlca che sta alla base della subordinazione delle Ione economiche alle compatibilità poste dal sistema soclale. fin dall'inizio di una sua organizzazione polltlca e slnda• cale moderna, cioè a partire da circa 80 anni fa, la classe ope• raia si è vista costretta In una delimltazlone di competenza, che dava al sindacato le rivendicazioni Immediate e al partito la competenza politlca. vista come parlamentarismo e propaganda. Su questa se arazlone Il sindacato è stato depolitl• clzzato diventando praticamente una Istituzione sta i lzzatrlce, e U partito operalo si è praticamente rassegn:ito. nonostante le sue dichiarazioni In contrarlo, a farsi estromettere dalla produzior,e, dalle fabbriche e quindi a compromettere io stesso suo primato rispetto alle lotte economiche. Quando si è tentato. con diverse esperienze, di colmare questa separazione, I rlsuftatl non sono stati bnllantl. Non io sono stati per I sindacalisti nvoiuzlonarl che Identificarono singoli momenti di lotta con l'assoluto e l'universale rlvolu• zionarlo, senza cogliere le contraddizioni del processo reale e cadendo quindi nell'idealismo. Non lo sono stati, nello stesso periodo al principio del secolo, per I panslndacallstl di destra che volevano dlssolvere Il partito operalo In un partito laborista col compito di sostenere il sistema attraverso un certo grado di disciplinata confllttualltà. Non lo furono per I socialisti di sinistra e poi per I comunisti che. nel dogmatico predominio del partito sul movimento di massa. finirono per sterllluare lo stesso partito, Isolandolo nella propaganda e r,el• l'elezlonlsmo. lo furonc, solo per una breve stagione per gll ordlnovlstl, chiusi però nell'Incapacità tutta torlr,ese di collegarsi In modo attivo ad esperienze nazionali. Non lo sono stati uando si à dere plU difficile (e forse molto più difficile) lo çgpçlyS'i'one' ==--=-==..a..===-"-'=::::::...::::::::::_:::;_;:::;::= 6-
del partito sul sindacato e poi quando si è postulata una autonomia sindacale definiti non p8r li 100 C0rit8riùt0 POSI• ne azione er la sua rlvazlone dalla polltica. b dlfflcoltà sta nello scoprire nelle lotte I massa g I ele• menti polltlcl che li vi sono resentl sncfie Sé non esplic1IL anc e se non spiegati e poi nei ricondurre le Istituzioni poli• t1che operale dall'sstrazlone parlamentare al concreto delle lotte soclall. In ogni lotta di massa gll embrioni po11tlci. e spesso assai plU degil embrioni, sono riconoscibili ad occhio nudo. Non cl vuole molta fantasia per Interessare il movimento al problemi del prezzi (e soprattutto del prezzi che Incidono sul prezzi del beni di consumo operalo. perché degli altri prezzi non vi è ragione di temere Il rialzo) e quindi dell'Inflazione. Esperienze di enorme portata sono state fatte In materia di occupazione. e soprattutto contro I llcenziamentl, ma questo non basta, vi è anche Il problema della salvaguardla dell'occu• e..,ne In generale, anche senza clamorosi licenzlamentl.~ anche il problema dell'aumento dell'occupazione, vi è il problema dell'unità fra occupati e non occupati nel movimento. li unto decisivo è quello di partire dalla condizione operala. dal bisogni eg I o era . e non dalle l tn esl enze ene• ra I e o svi uppo economico. Il punto decisivo è quello di stabilire come obbiettivo preminente. che assorbe tutti gli altrl, ueflo della difesa dei salario reale e deli occupazione, che signi ica anc e ri iul"o e intensi 1caz1one e o s ru amento. Il PUntOdG:CISIYO è infine di portare l'urtg polltjçg a un rapporto diretto coi capitale. scontandone la molto maggiore durezza. Le lotte degli ultimi anni hanno Imposto plU che per Il passato la presa di coscienza che si è arrivati alla necessità di una scelta che è tutts pollt1ca e che non si definisce attra• verso scatoloni Ideologici (rlvofuzionansmo. estremismo, opportunismo. riformismo Integrazione contestazione eccetera) ma attraverso atti molto concreti. • Premio Dora Calanlel/o. Viene bandito un concorso per un premio di L. 400 000 da assegnare ad un lavoro ine• dito sul tema " Momenti ed as{HJttl dello sviluppo economico e socia/e del Mezzogiorno dall'unlà d'Italia al giorni nostri". Non possono concorrere a tale premio. giunto al suo terzo anno di vita, soltanto coloro che al 15-1-1972, termine di presentazione degli elsborstl, siano professori unlver• •Ilari di ruolo o giornalisti professionisti. La commissione giudicatrice. composta ds Domenico Demarco, Vittorio Fos e Rourlo Vlllsrl, si Impegna ad appogglsre la pubblica, zlone del lavoro primo classificato e degli altri lavori meri• tevoll. Per l'Inoltro del lavoro (di 70 cartelle elmeno} e per ulteriori Informazioni rivolgersi si segretarlo del Comitato 0,9-,,/zzatortt, Edmondo Mar/a Capecelatro. Salita del Casale di Posllllpo, t2. te/ 690919 •. -7
meridione e rivoluzione Strutture formative e sviluppo economico nel meridione Queste note sulla scuola meridionale rappresentano una riflessione sull'attlvilà che un gruppo di compagni del Pslup di Catania ha svolto da diversi anni nell'università: esse servono sia ad lntrodurTe una ricerca plU puntuale e quanti• tatlva dello sviluppo scolastico meridionale. sia ad offrire al dibattito che in questi mesi si sviluppa sul meu:ogiomo un contributo teso alla comprentlone del motivi che hanno spinto molti giovani di Reggio e l'Aquila ad un Ingresso nella • politica• certamente diverso da quello che coinvolse la • gener• zion,e • del 1968. Scuola e sviluppo capitalistico · Dalla coslituente in poi si è esercitata una lunga ed In• dubbia egemonia • radicale • sugli atteggiamenti e sugli ob.. biettivi della opposizione di sinistra In merito al problemi della scuola. I partiti operai Infatti hanno centrato la battaglla per la riforma della scuola, per tutti gli anni 'SO, attorno ad alcuni obbiettivi (scuola lalca. pubblica, aperta a tutti) che miravano ad eliminare gll aspeiu plU oscurantisti ed anacronistici del capitalismo Italiano. Non solo quegli obbiettivi non furono raggiunti (la ricostruzione capitallstlca post-bellica fondata sullo sfruttamento di larghe masse di forza lavoro non quallflcata ha mantenuto sostanzialmente Immutate le strutture scolastiche esistenti e rafforzato Il monopolio clericale sulla Istruzione primaria e sulla formazione del docenti) ma l'arretratezza delle analisl sulla scuola portò all'Isolamento della lotta In questo settore. In tal modo alla presentazione del plano Fanfani (che per 8la prima volta prevedeva un plano decennale di spesa per la istruzione In ltallaJ Il movimento operalo non colse la radicale svolta che esso rappresentava nell'atteggiamento caplta11stlco sulla scuola. l'ingresso dell'Italia nell'area di mercato europea, con Il conseguente allargamento della base produttiva e con la crescita del capitale costante rispetto a quello variabile. avevano Indotto una serle di tensioni sul mercato del lavoro (emigrazione Interna In forme massicce. richiesta c!i forza di lavoro qua11flcata) che si riflettevano sulle strutture scolastiche: per raggiungere un plti diffuso livello medio dl quallfl• cazione della forza lavoro fu necessario aumentare I fondi destinati all'is1ruzlone, soprattutto quelli diretti alla scuola dell'obbligo (allora costituita dalla scuola elementare), mentre la stessa ripresa economica determinava nella classe operala una spinta crescente alla scolarlzzazlone, fino ad allora fortemenle compressa, che Investiva strutture scolastiche adeguate ad una funzione di ricambio delle élites dirigenti e di leglttimazlone delle classi dominanti. SI awlava cosi un processo di • scolarizzazione di massa • (1957-58) che avrebbe finito per cambiare Il volto della scuola e, di conseguenza, per mutare Il peso e la collocazione soclale degll studenti nella popolazlone e nel processo produttivo. Il momenlo della formazione della forza lavoro assumeva a partire dagli anni '60 un ruolo preminente nel meccanismo della riproduzione del capitare, di conseguenza I suol costi divenivano dlrettamen1e produttivi a lunga scadenza. Le forze politiche dominanti lendevano a disconoscere questo fatto per scaricarli sulle famlglle operale e per destinare alrlstruzlone l • residui • del bllancio dello stato. In quegll anni impegnato a sostenere l'accumulazlone attraverso la creazione di Industrie di base, di servizi ed Il rifornimento delle fonti di energia.
La scuola veniva ad essere Interessata dalle trasformazioni 1 che dominavano In quegli anni Il processo produttivo e che tendevano a pervadere tutll I llvelll della società ritrovandovisi • Le lotte di rinascita, le occupazioni delle terre. gli aspri scontri sociaH. la crescente disoccupazione misero In crisi la linea di ricostruzione capitalistica del dopoguerra. determinando una svolta nella tradizionale im- In forme partlcolarl e tratti specifici: da, un lato si diede avvio ad una serie di studi riguardanti la comprensione del peso del • fattore umano • sullo sviluppo economico e qulndl della previsione della qualità e quantità della forza lavoro necessaria al vari llvelll del processo produttivo (Svimez, Martlnoli etc.) dall'altro l'esigenza di mobilità orlzzontale della forza lavoro. affinché si adeguasse alle caratteristiche del processo produttivo e dell'organlzzazione del lavoro. trovava riscontro nell'adattamento delle strutture scolastiche ad una riclasslflcazlone delle quallflche. L'Interesse capltallstlco si concentrò al llvelll formativi Inferiori. con !"estensione delta scuola dell'obb11go (Istituzione nel 1963 della scuola media unlca fino al 14 anni, che sanzlonave In realtà la maggiore scolarizzazlone awenuta a partire dagll anni 56-58) ed al llvelll superiori. con l'istltuzlone del presalario nello stesso anno (riflesso della necessità di plani• flcare Il gettito della forza lavoro qualificata In relazione alle Ipotesi, allora In auge. di svlluppo di settori • nuovi • della produzione lndustrlale. D'altra parte In quello stesso periodo gll studenti diedero l'awlo a lotte di massa che partivano dalla loro specifica condizione, bruciando quella egemonia radicale di cui si parlava e che ancora pesava sul m.o.; maturavano cosi le avanguardie della • esplosione • del 67-68. E' a partire da quegll anni che Inizia la storia del movimento studentesco recente: quando cioè prendeva forma In alcuni settori della organizzazione studen• tesca una anallsl marxista della scuola. della collocazlone di classe degli studenti e delle forme di organizzazione di democrazia diretta, come specifiche del movimenti polltlcl di massa (la cosldetta sinistra Ugl 1 ). Il sottosviluppo meridionale Ma quel che cl preme sottolineare del profondo mutamento del rapporto tra strutture formative e sviluppo economico è Il modo concreto In cui esso al è realizzato nel meridione. E per questo, consapevoll che le diverse tensioni del mercato del lavoro comportino una diversa organluazlone della struttura scolastica, e che dl ciò sia Insieme causa ed effetto Il grado di effettiva dlsponlbllltà che la forza lavoro sociale manifesta. cl sembra necessario delineare uno schema Interpretativo delle varie fasi del • sottosvlluppo • meridlonale che Illumini poi le traaform~ionl awenute nella scuola. postazione borghese della questione meridionale. Punto di partenza fu la convinzione che le tensioni del mercato del lavoro non fossero pi(i compatibili con uno svi• luppo equilibrato e che la depressione economica e sociale del sud !Imitasse lo sviluppo industriale complessivo: poiché ragricoltura non era In grado di modificare la situazione del meuoglorno In termini di reddito, né la emigrazione di allentare le tensioni del mercato del lavoro, era necessario un in• tervento esterno. affidato allo Stato. che avviasse un processo di industrlalizzazlone. I cui modi fossero tuttavia determinati dagli Interessi della accumulazione complessiva e non locale. I due prowedlmenU (1950) che caratterizzarono l'intervento pubblico nel mezzogiorno, la legge stralcio di riforma agraria e la Istituzione della cassa per il mezzogiorno, furono l'espressione di questa linea 1 • SI diede l'avvlo alla fase. durata grosso modo fino al 1962. di riorganizzazione dell'agricoltura che mirava con Il sostegno dello Stato (plano di rotazione del ·52 e plano verde n. 1), alla semplice razlonallzzazlone del tessuto produttivo e all'aumento globale della produzione•. 1 G.M. Cauanlga. CrOMChll• docum•ntl dal m.s.. su Nuovo lm, ~ n. 8. 1967. l La tegge stralcio di riforma agra,ia fu la risposta alle lotte contadine di • rinascita • e consistette In un esproprio (che colpi solo terre a bassissimi 1i11elldli produttivltì) e netta success1va as• segnazlone di fauolettl di terra tali da assicurare •ppen• la sussistenZI alla famiglia contadina, con la creazione di aziende ad un livello di produttività cosi ba,110 da non fomlre sostanzialmente prodotti per li mercato. ricreando un rapporto terr•-famiglla contsdinl di tipo feudale. In tal modo si creò un grosso esercito d1 contadini , prolet•rluabill •. disponibili clo6 ad essere utllluatl subito nelle aziende agrarie c•pltallstlche o In seguito per una successiva fase di lndustriallu•zlone ovunque si fosse s11llowata: un esercito indi.tStfl•le di rlsen1• Implicito. La casn per il meuoglorno con lnten1enti diretti prlnclp•lmentc alla CfHZlone di ~re pubbllche t1lstemazlone del tefrenl, acque• dotti) tendeva ad ellmlnare I• • non convenlenZI• di Insediamenti Industriai! nel sud. l 0111all'Interno di questa primi fase si fa luce la car•tterlstica dell'Intervento dello Stato In agricoltura. Intervento diretto da un lato all'•llentamento delle tensioni soc1ali con Il mantenimento di uno strato di contadini proletarlzubUI a comando. come gli tssegna• tifi della riforma egrarla a seconda delle esigenze del mercato del lavoro: da11'11troal sostegno ed alla promozione delle tendenze In atto: 11 aaallle cosi all'Interno della stessa l~lalazlone vigente ad un aumento percentuale deg11 lnten1entl in conto capitale rispetto 1 quelll In conto spese di esercizio poiché la necessità di competltMtll lntemazlonale rlchledev• modifiche sostanziali dell'organizza, zlone produttiva. -9
l'intervento pubblico del primi anni {19S0.56) in sostt,nza con l'obblettivo dichiarato della creazione dei pre-requlsltl della industrializzazione. forni in realtà un sostegno alle Industrie settentrionali. che si avvantaggiarono delle spese per le opere pubbliche e dell'allargamento del mercato causato dall'aumento del redditi meridionali. 2 l'Ingresso dell'Italia nel Mec determinò la svolta della lndustrlalizzazione meridlonale: l'allargamento della • base produttiva e il sostegno diretto (attra,..erso l'Enl e l'lrl) dell'accumulazione capitallstlca, da parte dello Stato che si assunse ti compito di fornire I servizi e le fonti di energia necessarie e di intervenire nel settore dl base (siderurgia pelrolchlmlca) per lasciare di competenza privata Il settore della produzlone del beni di consumo, furono la causa della seconda fase di industrlalizzazlone. caratterizzata dai • poll di sviluppo •, creati nel presupposto che Insediamenti In alcune limitate zone (• di • polpa •I avrebbero, con I loro effetti diffusivi, dato luogo ad una serie di piccole e medie Industrie e quindi consentito un nuovo equilibrio tra popolazione e risorse. Nulla di tutto questo è avvenuto: I grossi impianti petrolchimici e siderurgici, pubblici e privati. ad altissima Intensità di capitale (le cattedrali nel deserto) non solo non assorbirono li forte eccesso di forza lavoro ma non crearono gll effetti diffusivi. polch6 I semi.lavorati prodotti venivano lavorati fuori dal mezzogiorno. Anche l'agricoltura meridionale subi un processo analogo, con una ristrutturazione che puntava suite aziende capitalisti• che e sul settori capaci di raggiungere piU rapidamente I livelli di produttività richiesti dall'unificazione del mercati'. Questo tipo di Insediamento non solo non favori Il decollo del Sud ma diede vita ad uno sviluppo duatlstlco all'Interno di un·a,ea nel complesso arretrata. sconvolgendo sia Il suo tessuto economico, con la emarginazione di aziende che trovavano requlllbrio ln rapporti economici In via di estinzione. sia Il suo tessuto sociale, con !a formazione, attorno al • polo • industriale o agricolo, di una estesa fascia dl abbandono e degradazione. Questa profonda trasformazione sociale si è potuta realizzare per via largamente • non conflittuale • solo In presenza di due condizioni: la llnea del m.o. nel confronti del sottosviluppo e l'esistenza di strumenti di contenimento delle tensioni del mercato del lavoro e di promozione sociale fra I quali la scuola ha assolto un ruolo preminente. La llnea del m.o.. che fino ad allora si era caratterizzata per la durezza della denuncia e per la richiesta di un Intervento dello Stato che affrontasse • globalmente • la questione 10 - meridionale, si mostrò Incapace di Intendere la nuova fase. divaricandosi In due atteggiamenti (nelle zone del polo la critica dell'inefficlenza degli Interventi, del rltardl dell'attuazione, della pratica clientelare: nelle zone di degradazione Il mantenimento della vecchia polemica sul sottosvlluppo come conseguenza del mancato svlluppo) rompendo la tradizionale impostazione unitaria della • questione meridionale • proprio In presenza di una nuova fase unitaria dello sviluppo capitalistico. Le conseguenze pratiche furono moltepllcl: all'Impostazione della • questione meridionale • come sottosviluppo regionale corrispose l'elaborazione di plani di Interventi zonall, provlnclall, comunall per una trattativa col governo cui si offriva dl fatto ed lnevitabllmentela garanzia di pace sociale nelle fabbriche che sarebbero state create. A questa impostazione corrisposero strumenti di lavoro politico • adeguati •: camere del lavoro inefficienti nelle zone del polo, sezioni del partiti operai deserte, una forte accentuazione degli interessi di schieramento su quelll della rlcomposlzlone del tessuto proletario delle città e delle campagne. sconvolto dall'emlgrazlone e modificato dalle trasformazioni industriali ed agricole, una politica di quadri Inesistente. sostituita dalla cooptazione di elementi delta borghesia • democratica • locale a fini elettorali. Tutto quello che è sembrato quindi • sfascio • organizzativo è stata invece la conseguenza tragica ma Inevitabile di una llnea polltica subalterna al meccanismo di eccumulazlone. 3 La situazione economica meridlonale si aggravo con la congiuntura (arrivata In ritardo) con effetti assai • gravi: la scomparsa di un gran numero di unità fndustriali locali, cioè di gran parte della struttura arretrata. e con rulterlore avanzamento del poli, con raggravamento conseguente della dualltà tra questi e Il territorio clr• costante. Ma dopo la congiuntura neanche al Nord si raggiunse un nuovo equillbrlo economico e tecnologico: si determinarono divisioni nella struttura produttiva tra settori e all'Interno 4 Ouesto processo che durò pl(i o meno fino t1I 1967 si accompagna allo svllu~ oe!l'tntegrazlone del capltsll tra Industria ed ,.grlco1tura con la rlOl"ganl:.urlonedella Industria di trt1sformartone ti con I■ centrallnnlone e la razionalizzazionedella rete commercJale Strumento specifico di Intervento In questo' periodo furono la polltlc■ del redditi. che si c■ratterluava come blocco sa1■rlale e come rigida selezione del credito a favore del settori e delle aziende dl punta dello sviluppo, ed una serie di leggl ■grarte di contorno e di 1011egnodi questa polltlc■: la leg99 sulla mezzadria che determina la espulsione del mezzadri dalla terra e la legge aul mutui quaran• tennall che dovrebbe f■vorlre I■ formazione deU■ piccola proprietà contadina ma che In realtlil funziona, anraverso raumento del preuo della terra. come flnanzl■mento della riorganizzazione capltallstlca.
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