sconfitte militari che semmai avrebbero accellerato la perdita degli imperi. Ancora, la. mancata ripresa dell'economia francese nel secondo dopoguerra (o meglio la sua ripresa note• vole ma nettamente Inferiore a quella della Germania) va attribuita allo scarso grado di razlonallzzazlone e di concentrazione del capitale francese n molto plU che non ad una vittoria militare (sia pure a mezzo servizio) che almeno ha Impedito alla Francia di diventare una parte dell'Impero hitleriano (cosa che dal punto di vista economico non sarebbe stato granché ricostituente). Inoltre anche a livello fenomenologico le tesi di Bor• diga fanno acqua. Cosi la Francia del primo dopoguerra si riprende ad un tasso superiore a quello della vinta Germania e il Giappone (vincitore) presenta un tasso sostanzlalmente analogo (parliamo del periodo 1920-29) a quello della Germania: nel secondo dopoguerra, lo sviluppo economico Usa ha del fantastico non tanto per il tasso di sviluppo In sé modesto ma perchl§ a quel livello un slmlle tasso di sviluppo 6 notevolissimo 54 ; l'Urss degli anni venti si riprende assai bene malgrado • la vittoria• nella durissima guerra civile del 1917-1920 e nel secondo dopoguerra (fino al 195S) Il suo tasso di sviluppo post-bellico 6 sostanzialmente analogo a quello del Giappone (paese vinto) e superiore a quello dell'Italia. la connessione organica sconfitta mllltare-rlpresa economica accellerata non esiste In alcun modo ed Il fatto che l'Urss abbia avuto a soffrire nel delicato periodo del decollo di due terribili tornate di distruzione belliche (cosa mai capitata ad un'economia capitalistica nel breve spazio di 2S anni ed in una fase cosi delicata)" prova ulteriormente a livello fenomenologico come la economia sovietica sia particolarmente adatta a risolvere problemi di sviluppo Iniziale e di ripresa (fenomeno questo analiuato piu volte nel corso del nostro lavoro); quando, però, la pedana delle forze produttive si allarga, subentrano nuove ed esplosive contraddizioni cui il sistema non sembra attualmente in grado di far fronte. n A tal proposito v. Magdolf (l'era dello Imperialismo cit.J Il quale nota che gli americani si fecero abbondantemen• te p,gare il loro democratico 1/uto imponendo agli lnglu/ di ,ccett,re la politica dell• porta •perii con cui flnghilterr• perse /e sue posizioni p,elerenzlall nell'Impero; fa perdita po/Irica di questo perfezioni> I, perdita economica (In pro degli U11J ed é In fatti come questi che va cercata la causa del decllno aconomlco Inglese (o francese), non nelle vittorie belliche (1nzl le sconfitte non avrebbe,o potuto che accentua,e il fenomeno ed accele,arlo). " Su ciò v. la crlse, in • Les Temps Modernes • n. 280. pag. 585 segg. St Su ciò v. Sweezy ed Hube,man, la contro-rivoluzione cit. pag. »'~ !':J:'r;e,m,nfa può avvicinarsi alla Ruuia sotto questo aspetto ma molto alla lontana. Le sue distruzioni ne/111p,lma guerra mondiale non sono neanche lont,namente p,ragonabili a quelle della Ruul• t9,7-t920; rv,lla seconda guerra mondiale la Germania è stata duramente colpita ma anche l'Uru ha subito perdite enormi (v. Sorlln op, clt. pag. 227 segg.J e non ha potuto contare come la Ge,manla (o il Giappone) sull'aluro massiccio fornito d•gll Usa In chiave antl-comunisra. Antonio Carlo - 83
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