ciio intervento d, sostegno dello stato che continua tuttora 1 :, Guanto poi al fatto che il capitalismo diffonda una • form.:i mentis .. razionale ed ant,-gerarchica non siamo d'accordo: il capitalismo tende a creare una propna razionalità funzionate al sistema e soprattutto degli uomini del tutto succubi ai suoi fini (i c.d. imbecilli tecnologici). Gli stud, pii.i seri sulla .. società di massa • e le recenti rivolte studentesche negli Usa tendenti ad opporsi alla logica del sistema che crea tecnici anonimi e spersonalizzati ne è la riprova ll_ l·unica cosa sostenibile è che un simile processo non è meccanico: da una parte il capitalismo crea una ideologia dominante che tende ad assorbire tutto. dalla altra questo processo è doloroso e viene continuamente in urto con le tensioni della realtà. Si ha un bel dire che il mondo in cui viviamo è il più perfetto possibile, quando scoppiano le rivolte negre. le guerre nel Vietnam. le repressioni bestiali in Indonesia, i colpi di stato in Grecia ecc., il velo dell'ideologia dominante. per potenti che siano i suoi mezzi di persuasione. subisce delle grosse lacerazioni, di qui fenomeni come la rivolta studentesca et similia. Ciò è enormemente importante ma non significa certo che il capitalismo crei • naturalmente • ed essenzial• mente delle forme mentis antitetiche al suo funzionamento; la tendenza dominante va in senso opposto. solo che essa è posta periodicamente in crisi dalla contrad• dizione della realtà che nessuna ideologia può distruggere. Tutto qui. Quanto al crollo dei valori tradizionali sì può essere in parte, ma solo in parte, consenzienti: alcuni vecchi valori quali la parsimonia .. calvinista • sono venuti meno. ma solo perché il neo-capitalismo può svilupparsi notevolmente solo con un incremento del settore dei beni di consumo. come si è visto 34 : di qui lo stimolo verso il consumo che crea nuovi problemi e ritrasferisce (non elimina) le vecchie contraddizioni del capitalismo ad un nuovo livello n_ Se poi si vuol dire che altri valori del capitalismo quali la ineguaglianza e la fortuna familiare sono venuti meno. si dice cosa inesatta come ha ampiamente provato il notevole studio di Kolko 3'_ E' sintomatico, a tal proposito, che gli effetti delle prime riforme aperte al capitalismo in Urss (1965) siano state la tendenza ad accentuare le diseguaglianze ed abbiano mostrato come i managers cerchino di divorar80 - si fette spropositate del fondo incentivi a vantaggio delle loro fortune personali e private. Quanto alla fortuna familiare essa non è certo in de• clino in occidente dove le grandi dinastie sono salda• mente in sella 11 . Tuttavia l'elemento familiare cui allude Schumpeter nel capitalismo è un elemento secondario, ciò che conta sono le caratteristiche di un certo rappor• to di produzione {la produzione per il plusvalore). Il consolidarsi di grandi dinastie e fortune di stampo fo. miliare sotto questo aspetto sono secondarie 11 • Niente prova. nel discorso di Schumpeter. che esi• sta nel capitalismo una tendenza • spontanea • al crollo che prescinda dall'azione rivoluzionaria di una classe in• teressata al superamento del sistema, cosa questa da cui l'austro-americano fa astrazione (salvo l'accenno al gruppo sociale dei politici indipendenti dal grande capi• tale). D'altro canto se per socialismo • centralista • Schumpeter intende lo stalinismo ci sembra evidente che le pagine precedenti abbiano dimostrato come questo sistema non possa sostituirsi per sviluppo endogeno al capitalismo avanzato di tipo occidentale 39 • J2 Su ciò v. Sweezy e Baran, Il capitale monopolistico clt. pag. 121 segg. Sui fegaml tra politici. militari e capftafistl ffegaml fondatJ sufla difesa dei grandi monopoli) v. Mills, L'éllte cit .. Id. Le cause della terza guerra mondiale, Mifano. 1959. L'americano utiJJzza lf concetto di élite piuttosto che quello di classe: la sua analisi però, malgrado questa ambiguità, è obbiettivamente accettabile nel senso sopraindicato (v. Sweezy li presente cft. pag. 199 segg.). JJ Sulla società di massa v. Mills, L'éllte clt. pag. 278 segg. in part.: sulla scuola americana ed il tipo di cufrura che crea v. Goodman, La gioventU assurda, Torino. 1964, pag. 90 segg., sulla rivolta studentesca. contro una struttura universitaria di carattere gerarchlco-capitalistlco, v. Draper, La rivolta di Ber• keley, Torino, 1967. 14 V. retro cap. Il par. 4. JS 01 ciò cl occuperemo pili ampiamente in altra sede, qui basta notare che lo sviluppo pOderoso del consumi ha creato una mentaUtà consumistica diversa da quella risparmiatrice del1'800. lii V. Kolko, Ricchezzae potere negli Stati Uniti cit. 31 V. Ko/ko op. uh. cit.: Sweezy e Baran (op. cìt. pag. t4 seg.J ritengono che I vecchi magnati siano In declina rispetto al nuovi managers che, però, non sono vistf come una nuova classe ma come il settore p/u attivo del neo.capitalismo; ammettendo che ciò sia vero (e non ne slamo convinti) Il fenomeno lascerebbe Intatte le strutture del capitale. .MDI ciò cl slamo occupati piU volte in questo lavoro a proposito del problema del limiti del diritto ereditarlo del managers dell'Est europeo. » V. retro cap. Il par. 4 segg. 40 Spessissimo (anche se non sempre) Il discorso di Schumpeter sembra avere una coloritura meccanicistica.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==