giovane critica - n. 26 - primavera 1971

oltre ad essere schematica ed idealistica (un'idea di sviluppo prefabbricata viene imposta alla storia dell'esterno) è pericolosamente aperta verso il riformismo. Marx nel 1870 riteneva che l'Inghilterra, che era an• cora alla seconda fase dello schema di Engels (capita• lismo delle società anonime) era matura obbiettivamente per la rivoluzione socialista 16: Engels. invece. ritiene che la rivoluzione socialista richieda altri due stadi di sviluppo capitalistico 17• Ì>er Marx. come anche per Lenin dunque. basta in genere una base capitalistica pili modesta per passare al socialismo 11. Per Engels occorre una base ottimale senza di che la rivoluzione sarebbe evidentemente • prematura•. Ora questo è il tipico atteggiamento che diventerà l'abito mentale della Il Internazionale e dell'austro-marxismo 1,: privilegiare la fase storico-evolutiva su quella della presa del potere e ritenere che alcune cose realizzabili solo col socialismo (centralizzazione della produzione. superamento dell'anarchia del mercato) a> siano invece un portato dello sviluppo spontaneo del capitalismo. Il problema del passaggio al socialismo comincia cosr ad essere impostato in termini gradualistici: di rivoluzione si parla ancora. ma essa è vista come Il coronamento di un processo attraverso il quale molti connotati propri ed esclusivi del socialismo sono già presenti nel capitalismo: l'accento insomma si sposta dalla rivoluzione, dal salto di qualità al gradualismo. la scoperta di questa discrepanza tra Marx ed Engels (non tanto tra le loro opinioni ma tra I loro sistemi di pensiero e le loro analisi obbiettivamente considerate) che alcuni cercano pudicamente di occultare 21 non cl disturba; essa può dar fastidio solo a chi abbia una visione chiesastico-sacramentale del materialismo storico. E' ormai innegabile che Engels negli anni della matu• rità ebbe una serie di scivoloni assai pericolosi n e che molte dogmatizzazioni staliniane hanno trovato nelle opere del tardo Engels una qual certa legittimazione. Con ogni probabllltà il giudizio su Engels va rovesciato; la fase più importante della sua attività si colloca nell'epoca giovanile quando contribui (spesso anticipando Marx) alla ge• nesi del materialismo storico n In misura rilevantissima. 78 - APPENDICE• 8 • le tesi di Schumpeter sul crollo del capitalismo espresse verso la metà degli anni 40 sono state largamente smentite dal fatti e di esse non sarebbe il caso di occuparsi se non presentassero delle sconcertanti analogie con certe posizioni di Rizzi e del • collettivismo burocratico • 2 '. Secondo Schumpeter nei paesi di capitalismo avanzato il sistema si starebbe evolvendo • gradualmente • verso il socialismo • centralista• (termine con cui !'austriaco si riferisce al modello staliniano e cioè al collettivismo 16 Marx, lettere a Kugelmann, Roma, 1950, pag. 175. 11 Engels op. !oc. ult. cit. 11 Ouesta era anche /'opinione di Lenin (v. Lenin. Sulla no. stra rivoluzione - a proposito delle note di Suchanov - In la rivoluzione d'ottobre, 1956,pag. 4S7 segg.}. E' da notare. Infatti, che se In Russia Il caplta/fsmo era stato trapiantato in termini avanzatissimi ed I monopoli avevano assunto le leve di comando dell'economia russa. rimanevano ancora numerose sacche di arretratezza e numerosi settori da sviluppare (alludiamo al 1917: nel 1920 la situazione si fece drammatica per le distruzioni belllche} per cui la rivoluzione poteva ritenersi • prematura• da un punto di vista graduai/stico che puntasse ad un ple- ':o:/::C:'::cte~~,:~rÌ!c:i~S~~h:n:~to teglda del capltallsmo " Su ciò v. Sweezy, Teoria dello sviluppo clt. pag. 211 segg. che nota queste tendenze nel Capitale finanziario di Hilferdlng, monumento teorico della Il Internazionale. a> Ciò è evidente nel punti gib clt. dell'AntldOhring (e delle Glosse al programma di ErfurtJ dove si parls di capltallsmo organizzato In cui la produzione procede secondo un plano, mentre In realtà nel capltallsmo domina sempre Il mercato ed Il plano ha un valore subalterno ad esso, come si è detto plU volte. 21 V. ad es. Mandel, La formatlon de la pensée économique de Marx, Parls. 1967. pag. 109 che se la cava con una breve e fumosa nota a plé di pagina. n Su ciò v. In particolare I noti studi di Colletti sul mand• smo ed Hegel. bl/ca~I~·e~i'A~·~~~ur::t:c!~ere 8 ::ht(~.du,::a::~ikt~g!~g:~s~:~ 1 fr~~ d:r:as::,~ 1 • dr:~~is 1 ~}i•1:gi,t~~a s(L~ 9 ·s~u!!~ns:gJ~{ia nci:~z: operala In lnghllterra, Roma, 1955}; quanto afla ldeologla tedesca parrebbe In larga misura lsplr11tada Engels (v. Navllle, le nouveau levlathan cfr. pag. 180 segg.} cosi come le critiche di fondo a Proudhon sviluppate In Miseria delta fllosofla vennero suggerite da Engels a Marx In due lettere del 1846 ~rs~fo~~g~r :~~e~/''!f° ~nrfe~~os1:r·~uf r:~~:: 1 t1~:irlc~::: paratori}, la quasi totsle appartenenza ad Engels di Rlvoluzlone e controrlvoluzlone In Germania ecc. ecc. u V. Schumpeter, Capitalismo, socialismo. democrazia. MIiano, 1964, pag. 59 seg. e 385 segg.

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