giovane critica - n. 26 - primavera 1971

mente questo gruppo a riscuotere oggi le simpatie dei giovani. La riprova di quanto affermiamo sta nell'atteggiamento dei glovaril cecoslovacchi {cos( affini ai loro coetanei russi) nei confronti dl Dubcek da essi considerato un utopista per Il suo lntemazlonallsmo ed li suo antl-mercantlllsmo. A ciò si aggiunga che negli ultlml anni, malgrado la repressione poliziesca, c'è stato un vero e proprio proliferare di riviste clandestine universitarie e giovanili le quall esprimono sostanzialmente un atteggiamento In larga misura decadente e piccolo-borghese•. Probabilmente molti di questi giovani credono di essere socialisti e sperano, In Russia come in Cecoslovacchia, di poter conclllare socialismo, mercato ed Individualismo borghese; è questa la reazione, comprensibile, al fallimento economico ed umano del collettivismo burocratico identificato spesso dagli Intellettuali con una forma, sia pure distorta e parziale, di socialismo. Del resto anche In Occidente Intellettuali • marxisti • in buona fede hanno Identificato, sotto la spinta del fai• llmento sovietico, nella Jugoslavia la ■ giusta • sintesi di soclallsmo. mercato ed lndlvlduallsmo D. Che ciò, dunque, avvenga per gli Intellettuali ed I giovani dell'Est che sono dentro questo processo, è pili che nor• male. Diverso, Invece, 6 stato l'atteggiamento del giovani Jugoslavi che nel maggio 1968 hanno dato il via ad una rivolta senza precedenti: tuttavia in Jugoslavia Il processo di transizione verso Il capitalismo à cominciato molto prima ed era ormai completo almeno nelle grandi linee nel 1965 (con le ultime riforme economiche) n6 è quindi un caso che I giovani di Belgrado e Zagabria se la siano presa con la ■ nuova borghesia rossa • • e quelli di Praga con Novotny e la vecchia burocrazia, che In Russia aveva I suol corrispettivi In Bresnev e cc.. A Praga le riforme erano In fase Iniziale e avevano potuto realizzarsi solo In parte per l'opposizione della burocrazia alla loro esecuzione (anche quando erano state formalmente varate); a Belgrado la restaurazione del capitalismo era cosa fatta e si erano potuti vedere I risultati • positivi • delle riforme (dlsoccupa• zione, scioperi, crescenti diseguaglianze sociali, perma• nere dell'autorltarlsmo culturale ecc.). D)La---. Oueall foru 6 la grande Incognita della situazione ed à In fondo 11 forza declalv1 per Il suo peso numerico, economico e culturale. Gli operai sovietici non hanno nessuna ragione per rimanere fedeli ad un sistema burocratico che ha dato loro bassi salari. nessuna democrazia, sindacati burocratici, pessimi beni di consumo; del resto la bassissima produttività del lavoro è in larga misura dovuta alla loro estraneazione dal sistema. Non à, tuttavia, da credere che la classe operaia sia dalla parte dei managers: le riforme del 1965 se hanno. forse, determinato sulle prime alcune speranze. hanno poi mostrato nella fase di attuazione (per quanto la loro realizzazione sia stata ostacolata dalla burocrazia, come si è visto) Il loro vero significato sociale. In particolare il potere di dividere Il fondo incentivi è stato affidato ai • managers • ed agli screditati comitati sindacai! col risultato che i primi hanno fatto la parte del leoni e gli operai hanno ottenuto le briciole,._ Inoltre gli ampi poteri concessi al managers In tema di assunzione hanno ricreato lo spettro della disoccupa• zione e fornito un'arma di ricatto per aumentare I ritmi di lavoro. Se. dunque. I giovani, gli Intellettuali ed i gruppi estranei ai rapporti di produzione possono farsi ancora delle Illusioni sulle riforme non cosi, invece, gli operai russi, che le hanno provate direttamente sulla loro pelle e sanno quale sia la natura di classe della • Nuova Economia •. Concludendo, dunque, cl sembra che l'atteggiamento pili probabile della classe operala sarà quello di una sostanziate neutralità, a meno che non vi sia un rapido svi• luppo della rivoluzione su scala mondiale. l6 V. Antologia di riviste clandestine detl'Uru, MIiano, 1966, • pag. 102 In part. dove si trov# une deprimente (e bor• ghHIHlm•J poesl• di un certo slg. N. Nor. J7 V. Goldmenn, L'lllumlnlsmo e la società moderna. Torino, 1967, pag. 96 ,egg., Id. Intervista a PrBJtis, In • L'homme et le socl4t4 • n. 2 pag. 105 segg. • Sulla rlvolt• giovani/e e sulla aua natura v. Plamenlc op. clt.: KralJ, le semalne rouge à Belgrade, In • Partlsen, •, n. 44 pag. 63 ,egg.: Del Boca, Rapporto dalla Jugoslavia, Gi&nova, f968, pag. 136 ngg.; Per/man, Nalssanced'un mouvemenl r6voluUonnalre en Jugoslavle, In • L'homme et /a soclété •· n. t6, pag. 267 segg .. .,, V. I dati citati da Levi {op. cli, pag. 536) dove 1ulla base delle steue statistiche ruue si nota che solo il tS•/4 del fon• do Incentivi • andato agli operai (che sono molt/11/ml) contro ~~I~':, !.!=:! 0 c:~Ìa~fc!~. (:Z~et:'a;:/,'~:'':~~ta 1 gl~ del redditi (v. Col/etti, Il metodo Ltberman clt. toc. clt.: Usa foa, Il carattere clt. pag. 283) sono stati confermati. - 75

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==